Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a "Il Giornale": "Quando Berlusconi mi chiamò, il Milan aveva 30mila abbonati. L’anno dopo quel numero era triplicato. In campo non c’erano 11 attori allo sbaraglio che recitavano ognuno per conto proprio, ma un cast affiatato che rispettava la medesima trama. E così quel film divenne un colossal. Sacchi: "In Italia si aspetta l’errore dell'avversario per approfittarne e trarne vantaggio" Sacchi: "In Italia si aspetta l’errore dell'avversario per approfittarne e trarne vantaggio. Perché nel nostro campionato non ci sono gare avvincenti come Real-City? Il nostro è il campionato degli allenatori che - prosegue l'ex allenatore dei rossoneri - salvo poche eccezioni, privilegiano tattica alla strategia. Si aspetta l’errore dell’avversario per approfittarne e trarne vantaggio. Un approccio parassitario che è lo specchio di un Paese storicamente estraneo alla mentalità propositiva e allergico all’impegno collettivo Un esempio? Tempo fa in Italia vidi una partita del club dove giocava Ronaldo - ha concluso Arrigo Sacchi -. Era completamente avulso dalla squadra. Una noia mortale. Ci fu un guizzo vincente, ma io in quell’attimo feci uno starnuto e mi persi il gol di CR7. Il singolo, se non fa parte di un insieme, è solo come un bel soprammobile su una tavola disadorna".
di Napoli Magazine
11/04/2024 - 15:49
Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a "Il Giornale": "Quando Berlusconi mi chiamò, il Milan aveva 30mila abbonati. L’anno dopo quel numero era triplicato. In campo non c’erano 11 attori allo sbaraglio che recitavano ognuno per conto proprio, ma un cast affiatato che rispettava la medesima trama. E così quel film divenne un colossal. Sacchi: "In Italia si aspetta l’errore dell'avversario per approfittarne e trarne vantaggio" Sacchi: "In Italia si aspetta l’errore dell'avversario per approfittarne e trarne vantaggio. Perché nel nostro campionato non ci sono gare avvincenti come Real-City? Il nostro è il campionato degli allenatori che - prosegue l'ex allenatore dei rossoneri - salvo poche eccezioni, privilegiano tattica alla strategia. Si aspetta l’errore dell’avversario per approfittarne e trarne vantaggio. Un approccio parassitario che è lo specchio di un Paese storicamente estraneo alla mentalità propositiva e allergico all’impegno collettivo Un esempio? Tempo fa in Italia vidi una partita del club dove giocava Ronaldo - ha concluso Arrigo Sacchi -. Era completamente avulso dalla squadra. Una noia mortale. Ci fu un guizzo vincente, ma io in quell’attimo feci uno starnuto e mi persi il gol di CR7. Il singolo, se non fa parte di un insieme, è solo come un bel soprammobile su una tavola disadorna".