A Radio Napoli Centrale, nel corso di un Calcio alla Radio – Terzo Tempo, è intervenuto il giornalista de “La Stampa” Guglielmo Buccheri: “Abbiamo intervistato Buongiorno e in effetti ci ha fatto capire di essere molto motivato per recuperare con il Cagliari. Chiaramente per questo tipo di infortuni non conta soltanto la testa. Penso che ci sia una forte speranza, ma poi sarà il fisico che dovrà rispondere. Ho conosciuto molto bene Buongiorno nei suoi anni a Torino, e posso dire che oltre a essere un grande professionista è un grande uomo. Quell’incontro il 6 giugno al ristorante con Conte fu molto romanzato. Confermo che fu un semplice caso, ma fu un episodio molto significativo. Buongiorno fu rapito dal progetto, nonostante l’interesse della Juventus che era molto concreto. Il ragazzo però ha davvero creduto che Napoli poteva essere la scelta giusta. La partita della svolta? Il pareggio contro l’Inter al “Maradona”. Buongiorno e i compagni capirono che si poteva guardare l’Inter negli occhi. Si confermò una consapevolezza che era nata già nel ritiro di Dimaro”.
di Napoli Magazine
09/05/2025 - 15:55
A Radio Napoli Centrale, nel corso di un Calcio alla Radio – Terzo Tempo, è intervenuto il giornalista de “La Stampa” Guglielmo Buccheri: “Abbiamo intervistato Buongiorno e in effetti ci ha fatto capire di essere molto motivato per recuperare con il Cagliari. Chiaramente per questo tipo di infortuni non conta soltanto la testa. Penso che ci sia una forte speranza, ma poi sarà il fisico che dovrà rispondere. Ho conosciuto molto bene Buongiorno nei suoi anni a Torino, e posso dire che oltre a essere un grande professionista è un grande uomo. Quell’incontro il 6 giugno al ristorante con Conte fu molto romanzato. Confermo che fu un semplice caso, ma fu un episodio molto significativo. Buongiorno fu rapito dal progetto, nonostante l’interesse della Juventus che era molto concreto. Il ragazzo però ha davvero creduto che Napoli poteva essere la scelta giusta. La partita della svolta? Il pareggio contro l’Inter al “Maradona”. Buongiorno e i compagni capirono che si poteva guardare l’Inter negli occhi. Si confermò una consapevolezza che era nata già nel ritiro di Dimaro”.