Calcio
LECCE - Di Francesco si presenta: "Ripartirò dal 4-3-3, il calore dei tifosi ci aiuterà"
01.07.2025 19:25 di Napoli Magazine

Conferenza stampa di presentazione di Eusebio Di Francesco in casa Lecce. Queste le sue parole: “Ringrazio il direttore, il presidente e la società per questa opportunità. Sono venuto qui con il mio nuovo staff, tra cui figurano Del Rosso, Pinzi, il preparatore Neri. Mi manca qualcosa però. Il mio pensiero va a Graziano Fiorita, un vero amico. Noi con il mio staff, con la società e i tifosi lotteremo per raggiungere la salvezza con lui che ci guiderà dall’alto. Ci tenevo a ringraziare il mio ex vice allenatore Pierluigi Iervese”.

Con che spirito torna a Lecce?

“Quando arrivai la prima volta c’era una società che si stava smantellando, si viveva un’atmosfera strana, io ero un po’ inesperto, avevamo avuto una alternanza di prestazioni incredibile. Ci sono stati alti e bassi in quel periodo. Sono qui perché sono convinto che sia il momento giusto e il posto giusto per dare il mio contributo per raggiungere l’obiettivo finale”.

Che Lecce dobbiamo aspettarci?

“A differenza dell’anno passato, dove mi sono dovuto adattare alle caratteristiche dei calciatori, risposerò il 4-3-3. Ripartiremo da questo sistema di gioco”.

Cosa le hanno insegnato le ultime due stagioni?

“La prima annata avremmo meritato miglior sorte. L’hanno scorso abbiamo fatto un ottimo lavoro. Se ripenso a Venezia-Lecce…se avessimo scommesso al primo tempo nessuno avrebbe pensato a una vittoria del Lecce. Ma il calcio è fatto da tanti aspetti”.

Cosa ha chiesto sul mercato?

“Oggi le caratteristiche dei giocatori fanno la differenza ancor più del sistema di gioco. Noi abbiamo terzini come Veiga, Gallo, molto predisposti alla fase offensiva. Quindi cerchiamo di mettere in squadra coppie che abbiano caratteristiche diverse l’uno con l’altro”.

C’è qualche calciatore che l’ha intrigato da avversario?

“Krstovic ha dimostrato di essere un ottimo attaccante. Ma nel Lecce ci sono giocatori interessanti. Penso a Banda, che nell’ultimo periodo non è stato brillantissimo. Nel primo anno subentrava al posto di mio figlio e ha dimostrato il suo valore. Bisogna lavorare anche sotto l’aspetto mentale affinché i giocatori trovino fiducia. Le ali devono avere il pensiero dell’uno contro uno. Lo dimostrano le squadre europee, chi domina ha la capacità di avere giocatori che superano l’uomo”.

Le sue idee?

“Non esiste solo attaccare, bisogna saper difendere ed attaccare nello stesso modo con la stessa intensità. Che noia sarebbe se tutti gli allenatori pensassero allo stesso modo? E’ giusto portare qui a Lecce quello che io sento”.

Ha riflettuto prima di prendere la decisione di tornare?

“Da vacanziere sono tornato spesso qui a Lecce, ho lasciato tanti amici e bei ricordi. Non ci ho pensato un attimo a tornare. A Massimo Neri ho detto della chiamata del Lecce e lui mi ha detto di andare immediatamente”.

Sarà un sergente di ferro?

“C’è una differenza fra gli spogliatoi di 15 anni fa e quelli attuali. So cosa voglio dai miei ragazzi, so quando serve la carota e quando il bastone. Abbiamo bisogno del dialogo, della condivisione”.

Sarà un Lecce camaleontico?

“Sì, abbiamo un sistema di gioco ma si può costruire in un certo modo o difendere in un altro in base all’avversario. La costruzione dal basso è un argomento che mi infastidisce. Ognuno la interpreta come vuole. Iniziare dal basso in base a come ti vengono a prendere non serve a rimanere lì, serve a fare gol. L’obiettivo non è far vedere che palleggiamo, è cercare il gol”.

Lecce piazza calda con tanta pressione

“Da avversario dico che venire a giocare qui non è facile, per il tifo, l’attaccamento, il numero di abbonati. Dobbiamo portare i tifosi dalla nostra parte con l’atteggiamento. Sul gol cercheremo di lavorarci per migliorare la squadra. A Venezia mi è capitato tante volte di creare tanto, a prescindere dai tiri in porta. Zeman chiamava tiri della disperazione quelli da 40 metri, che per me non sono tiri”.

Davanti alla difesa dobbiamo aspettarci un mediano o un regista puro?

“Pierret per me è un regista, ad esempio. Ha corsa, fisicità, tecnica. Il regista deve saper muovere la palla principalmente in verticale o tra le linee. Il nostro regista deve saper difendere, avere impatto fisico e dialogare coi propri compagni”.

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
LECCE - Di Francesco si presenta: "Ripartirò dal 4-3-3, il calore dei tifosi ci aiuterà"

di Napoli Magazine

01/07/2025 - 19:25

Conferenza stampa di presentazione di Eusebio Di Francesco in casa Lecce. Queste le sue parole: “Ringrazio il direttore, il presidente e la società per questa opportunità. Sono venuto qui con il mio nuovo staff, tra cui figurano Del Rosso, Pinzi, il preparatore Neri. Mi manca qualcosa però. Il mio pensiero va a Graziano Fiorita, un vero amico. Noi con il mio staff, con la società e i tifosi lotteremo per raggiungere la salvezza con lui che ci guiderà dall’alto. Ci tenevo a ringraziare il mio ex vice allenatore Pierluigi Iervese”.

Con che spirito torna a Lecce?

“Quando arrivai la prima volta c’era una società che si stava smantellando, si viveva un’atmosfera strana, io ero un po’ inesperto, avevamo avuto una alternanza di prestazioni incredibile. Ci sono stati alti e bassi in quel periodo. Sono qui perché sono convinto che sia il momento giusto e il posto giusto per dare il mio contributo per raggiungere l’obiettivo finale”.

Che Lecce dobbiamo aspettarci?

“A differenza dell’anno passato, dove mi sono dovuto adattare alle caratteristiche dei calciatori, risposerò il 4-3-3. Ripartiremo da questo sistema di gioco”.

Cosa le hanno insegnato le ultime due stagioni?

“La prima annata avremmo meritato miglior sorte. L’hanno scorso abbiamo fatto un ottimo lavoro. Se ripenso a Venezia-Lecce…se avessimo scommesso al primo tempo nessuno avrebbe pensato a una vittoria del Lecce. Ma il calcio è fatto da tanti aspetti”.

Cosa ha chiesto sul mercato?

“Oggi le caratteristiche dei giocatori fanno la differenza ancor più del sistema di gioco. Noi abbiamo terzini come Veiga, Gallo, molto predisposti alla fase offensiva. Quindi cerchiamo di mettere in squadra coppie che abbiano caratteristiche diverse l’uno con l’altro”.

C’è qualche calciatore che l’ha intrigato da avversario?

“Krstovic ha dimostrato di essere un ottimo attaccante. Ma nel Lecce ci sono giocatori interessanti. Penso a Banda, che nell’ultimo periodo non è stato brillantissimo. Nel primo anno subentrava al posto di mio figlio e ha dimostrato il suo valore. Bisogna lavorare anche sotto l’aspetto mentale affinché i giocatori trovino fiducia. Le ali devono avere il pensiero dell’uno contro uno. Lo dimostrano le squadre europee, chi domina ha la capacità di avere giocatori che superano l’uomo”.

Le sue idee?

“Non esiste solo attaccare, bisogna saper difendere ed attaccare nello stesso modo con la stessa intensità. Che noia sarebbe se tutti gli allenatori pensassero allo stesso modo? E’ giusto portare qui a Lecce quello che io sento”.

Ha riflettuto prima di prendere la decisione di tornare?

“Da vacanziere sono tornato spesso qui a Lecce, ho lasciato tanti amici e bei ricordi. Non ci ho pensato un attimo a tornare. A Massimo Neri ho detto della chiamata del Lecce e lui mi ha detto di andare immediatamente”.

Sarà un sergente di ferro?

“C’è una differenza fra gli spogliatoi di 15 anni fa e quelli attuali. So cosa voglio dai miei ragazzi, so quando serve la carota e quando il bastone. Abbiamo bisogno del dialogo, della condivisione”.

Sarà un Lecce camaleontico?

“Sì, abbiamo un sistema di gioco ma si può costruire in un certo modo o difendere in un altro in base all’avversario. La costruzione dal basso è un argomento che mi infastidisce. Ognuno la interpreta come vuole. Iniziare dal basso in base a come ti vengono a prendere non serve a rimanere lì, serve a fare gol. L’obiettivo non è far vedere che palleggiamo, è cercare il gol”.

Lecce piazza calda con tanta pressione

“Da avversario dico che venire a giocare qui non è facile, per il tifo, l’attaccamento, il numero di abbonati. Dobbiamo portare i tifosi dalla nostra parte con l’atteggiamento. Sul gol cercheremo di lavorarci per migliorare la squadra. A Venezia mi è capitato tante volte di creare tanto, a prescindere dai tiri in porta. Zeman chiamava tiri della disperazione quelli da 40 metri, che per me non sono tiri”.

Davanti alla difesa dobbiamo aspettarci un mediano o un regista puro?

“Pierret per me è un regista, ad esempio. Ha corsa, fisicità, tecnica. Il regista deve saper muovere la palla principalmente in verticale o tra le linee. Il nostro regista deve saper difendere, avere impatto fisico e dialogare coi propri compagni”.