Calcio
LO CHEF - Gennarino Esposito: "Mertens è come una parmigiana, vi svelo cosa adora Ancelotti a tavola"
01.12.2018 18:30 di Napoli Magazine

In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione sulle frequenze di Radio CRC Targato Italia è intervenuto lo chef Gennarino Esposito, noto tifoso del Napoli: “Cuoco per Ancelotti? Non sono intenditore di calcio, ma appassionato. Col mister è nato tutto velocemente sempre attraverso amici e colleghi chef che l’hanno conosciuto prima di me. Quando si è saputo che veniva ad allenare il Napoli, alla fine siamo entrati abbastanza in confidenza. Lui è venuto nel ristorante, ma ci siamo visti anche fuori. Il mister ha competenza, palato e gusto. È uno che ha sempre messo la buona cucina e il buoni sapere al centro della felicità. Cosa gli ho preparato? Abbiamo fatto un bel giro in lungo e in largo nella mia cucina. Gli ho fatto assaggiare piatti nostri tipici, ma anche creativi. Il risotto con il pomodoro nostro sorrentino. Ha un gioco di acidità divertente tra pomodoro, limone e provola. Dolcezza di qualche candito. È un risotto molto dinamico. Uomo Carlo? Simpatico e pieno di aneddoti, non solo calcistici. È un uomo di grande compagnia. È un piacere averlo sia come cliente, sia come ospite in famiglia. È uno che ti dice le cose in maniera molto semplice e risponde sempre, segno di grande intelligenza. Mozzarella? Sulla mozzarella l’abbiamo fatta grossa perché una volta abbiamo fatto una degustazione di mozzarelle alla ceca. Abbiamo messo anche del fior di latte per spiazzarlo, ma l’ha riconosciuto subito. Abbiamo fatto questa specie di sfida tra mozzarelle e lui aveva le sue convinzioni, che in buona parte abbiamo un pochino anche sfatato. Io darei a Carlo Ancelotti titolo di ambasciatore del Napoli nel mondo? Non andrei così di fretta. Non gliela darei dal punto di vista della conoscenza, non del merito. Napoli merita di essere approfondita e lui vuole conoscere. Piatto che identifica Napoli? È troppo riduttivo dire un piatto. Continuiamo ad assistere tutti i giorni a festival di luoghi comuni, ma io amo non dare luoghi comuni. Io se dovessi scegliere un piatto, sceglierei uno spaghetto col pomodoro del Vesuvio. È un piatto tutt'altro che banale e che tutti hanno cercato d’imitare. In Italia per ora ci sono poche paste di qualità e questa è un’ammonizione. Olio della penisola sorrentina, del beneventano, olio dell’avellinese. Gli oli fatti bene esprimono sempre profumi e giusta frizzantezza. Vino? È un piatto che accoglie sempre un vino semplice. Una falangina o un piedi grosso leggero. Mertens che piatto sarebbe? Mertens per me è una parmigiana di melanzane, è un piatto eclettico e geniale. È un piatto che riserva sempre belle sorprese. Insigne? È un piatto della festa e quindi il ragù e un piatto giusto. Koulibaly? È un piatto infrangibile che butti a terra e non si rompe. Lui è pasta e patate che puoi mangiare quando vuoi. Andrò a Liverpool? Ci stiamo ragionando con un po’ di amici. Giudizio sul Napoli? Questo turn over ogni tanto lo dobbiamo pure pagare in qualche modo. Io penso che il progetto Napoli, abbia bisogno di tempo e i segnali sono molto, molto positivi. Sono bei segnali per il futuro. Non bisogna essere frettolosi. Il presidente è da un po’ che non viene a mangiare da me, in compenso sono andato io a mangiare da lui. Lo vedo più maturo. Impresona a Liverpool? La migliore parola è quella che non si dice. Io vedo Insigne più maturo, Hamsik più tonico. Vedo dei giocatori che mi meravigliano ogni volta Allan, Koulibaly, Mertens. ”.

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01/12/2024 - 18:30

In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione sulle frequenze di Radio CRC Targato Italia è intervenuto lo chef Gennarino Esposito, noto tifoso del Napoli: “Cuoco per Ancelotti? Non sono intenditore di calcio, ma appassionato. Col mister è nato tutto velocemente sempre attraverso amici e colleghi chef che l’hanno conosciuto prima di me. Quando si è saputo che veniva ad allenare il Napoli, alla fine siamo entrati abbastanza in confidenza. Lui è venuto nel ristorante, ma ci siamo visti anche fuori. Il mister ha competenza, palato e gusto. È uno che ha sempre messo la buona cucina e il buoni sapere al centro della felicità. Cosa gli ho preparato? Abbiamo fatto un bel giro in lungo e in largo nella mia cucina. Gli ho fatto assaggiare piatti nostri tipici, ma anche creativi. Il risotto con il pomodoro nostro sorrentino. Ha un gioco di acidità divertente tra pomodoro, limone e provola. Dolcezza di qualche candito. È un risotto molto dinamico. Uomo Carlo? Simpatico e pieno di aneddoti, non solo calcistici. È un uomo di grande compagnia. È un piacere averlo sia come cliente, sia come ospite in famiglia. È uno che ti dice le cose in maniera molto semplice e risponde sempre, segno di grande intelligenza. Mozzarella? Sulla mozzarella l’abbiamo fatta grossa perché una volta abbiamo fatto una degustazione di mozzarelle alla ceca. Abbiamo messo anche del fior di latte per spiazzarlo, ma l’ha riconosciuto subito. Abbiamo fatto questa specie di sfida tra mozzarelle e lui aveva le sue convinzioni, che in buona parte abbiamo un pochino anche sfatato. Io darei a Carlo Ancelotti titolo di ambasciatore del Napoli nel mondo? Non andrei così di fretta. Non gliela darei dal punto di vista della conoscenza, non del merito. Napoli merita di essere approfondita e lui vuole conoscere. Piatto che identifica Napoli? È troppo riduttivo dire un piatto. Continuiamo ad assistere tutti i giorni a festival di luoghi comuni, ma io amo non dare luoghi comuni. Io se dovessi scegliere un piatto, sceglierei uno spaghetto col pomodoro del Vesuvio. È un piatto tutt'altro che banale e che tutti hanno cercato d’imitare. In Italia per ora ci sono poche paste di qualità e questa è un’ammonizione. Olio della penisola sorrentina, del beneventano, olio dell’avellinese. Gli oli fatti bene esprimono sempre profumi e giusta frizzantezza. Vino? È un piatto che accoglie sempre un vino semplice. Una falangina o un piedi grosso leggero. Mertens che piatto sarebbe? Mertens per me è una parmigiana di melanzane, è un piatto eclettico e geniale. È un piatto che riserva sempre belle sorprese. Insigne? È un piatto della festa e quindi il ragù e un piatto giusto. Koulibaly? È un piatto infrangibile che butti a terra e non si rompe. Lui è pasta e patate che puoi mangiare quando vuoi. Andrò a Liverpool? Ci stiamo ragionando con un po’ di amici. Giudizio sul Napoli? Questo turn over ogni tanto lo dobbiamo pure pagare in qualche modo. Io penso che il progetto Napoli, abbia bisogno di tempo e i segnali sono molto, molto positivi. Sono bei segnali per il futuro. Non bisogna essere frettolosi. Il presidente è da un po’ che non viene a mangiare da me, in compenso sono andato io a mangiare da lui. Lo vedo più maturo. Impresona a Liverpool? La migliore parola è quella che non si dice. Io vedo Insigne più maturo, Hamsik più tonico. Vedo dei giocatori che mi meravigliano ogni volta Allan, Koulibaly, Mertens. ”.