Calcio
LO SCRITTORE - de Giovanni: "Diego è una perdita, non un'assenza"
25.11.2021 18:37 di Napoli Magazine

"Abbiamo una perdita, ma non un'assenza anche se ci mancherà tanto poiché essuno potrà cancellare quello che ha fatto". E' il ricordo di Diego Armando Maradona, ad un anno dalla sua scomparsa, dello scrittore Maurizio de Giovanni intervenuto nella puntata odierna di Club Napoli All News in onda su Teleclub Italia. L'autore di "Juve-Napoli 1-3. La presa di Torino" ha poi rivelato un aneddoto gustoso sull'ex Pibe de Oro: "Ho incrociato il suo sguardo, occhi negli occhi, quell'8 novembre al Comunale quando è andato a battere un calcio d'angolo a pochi metri da me. Non lo dimenticherò mai", ha detto de Giovanni.  Oltre che in veste di calciatore, de Giovanni ha potuto apprezzarne anche le doti umane "da nonno dolce e affettuoso che mi mostrava le foto del nipotino, ma naturalmente c'ero al San Paolo quando ha segnato su punizione a Tacconi e, naturalmente, il 5 luglio 1984 quando arrivò a Napoli. Lui "ha pagato tutte le battaglie contro il sistema, si è confrontato a muso duro, ma per me morto nei Mondiali 1994. Qui cadde in un'imboscata. Tutti sapevano che prendeva farmaci per dimagrire e lo hanno fatto passare per un drogato. Ma lui - ha concluso lo scrittore - era Maradona non per la droga, ma nonostante la droga".

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LO SCRITTORE - de Giovanni: "Diego è una perdita, non un'assenza"

di Napoli Magazine

25/11/2024 - 18:37

"Abbiamo una perdita, ma non un'assenza anche se ci mancherà tanto poiché essuno potrà cancellare quello che ha fatto". E' il ricordo di Diego Armando Maradona, ad un anno dalla sua scomparsa, dello scrittore Maurizio de Giovanni intervenuto nella puntata odierna di Club Napoli All News in onda su Teleclub Italia. L'autore di "Juve-Napoli 1-3. La presa di Torino" ha poi rivelato un aneddoto gustoso sull'ex Pibe de Oro: "Ho incrociato il suo sguardo, occhi negli occhi, quell'8 novembre al Comunale quando è andato a battere un calcio d'angolo a pochi metri da me. Non lo dimenticherò mai", ha detto de Giovanni.  Oltre che in veste di calciatore, de Giovanni ha potuto apprezzarne anche le doti umane "da nonno dolce e affettuoso che mi mostrava le foto del nipotino, ma naturalmente c'ero al San Paolo quando ha segnato su punizione a Tacconi e, naturalmente, il 5 luglio 1984 quando arrivò a Napoli. Lui "ha pagato tutte le battaglie contro il sistema, si è confrontato a muso duro, ma per me morto nei Mondiali 1994. Qui cadde in un'imboscata. Tutti sapevano che prendeva farmaci per dimagrire e lo hanno fatto passare per un drogato. Ma lui - ha concluso lo scrittore - era Maradona non per la droga, ma nonostante la droga".