Calcio
MARADONA - Di Canio: "Una volta al San Paolo invece di riscaldarmi, rimasi a bocca aperta a guardare Diego palleggiare"
29.11.2020 19:35 di Napoli Magazine

Paolo Di Canio, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport, raccontando un aneddoto di quando affrontava Maradona a Napoli con la sua Lazio: "A quei tempi le squadre non si scaldavano sul campo, ad esempio al San Paolo lo facevamo in uno spazio al chiuso sotto la tribuna. Erano spazi angusti poco illuminati e con dei cordoli, rischiavi di inciamparsi e cadere se prestavi poca attenzione mentre correvi. Mentre mi scaldavo prestavo più attenzione a quando fosse arrivato Diego e ogni tanto inciampavo, quando arrivò con in braccio la figlia e le scarpette slacciate si mise a palleggiare. Io rimasi incantato a vederlo mentre paleggiava senza mai far cadere la palla con la massima naturalezza. Rimasi con la bocca fermo con la aperta, tanto che il mio mister, Materazzi, mi urlo di svegliarmi e scaldarmi. Per era un sogno, ho avuto l'onore e il privilegio di essere entrato su un prato verde insieme al più grande calciatore di tutti i tempi".

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
MARADONA - Di Canio: "Una volta al San Paolo invece di riscaldarmi, rimasi a bocca aperta a guardare Diego palleggiare"

di Napoli Magazine

29/11/2024 - 19:35

Paolo Di Canio, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport, raccontando un aneddoto di quando affrontava Maradona a Napoli con la sua Lazio: "A quei tempi le squadre non si scaldavano sul campo, ad esempio al San Paolo lo facevamo in uno spazio al chiuso sotto la tribuna. Erano spazi angusti poco illuminati e con dei cordoli, rischiavi di inciamparsi e cadere se prestavi poca attenzione mentre correvi. Mentre mi scaldavo prestavo più attenzione a quando fosse arrivato Diego e ogni tanto inciampavo, quando arrivò con in braccio la figlia e le scarpette slacciate si mise a palleggiare. Io rimasi incantato a vederlo mentre paleggiava senza mai far cadere la palla con la massima naturalezza. Rimasi con la bocca fermo con la aperta, tanto che il mio mister, Materazzi, mi urlo di svegliarmi e scaldarmi. Per era un sogno, ho avuto l'onore e il privilegio di essere entrato su un prato verde insieme al più grande calciatore di tutti i tempi".