Calcio
ON AIR - Galeone: "Con l'Udinese ho visto un ottimo Napoli, il migliore di quest’anno"
28.09.2023 13:14 di Napoli Magazine

Giovanni Galeone, ex allenatore, è intervenuto a Febbre a 90 su Vikonos Web Radio/Tv: “Ieri ho visto un ottimo Napoli, il migliore di quest’anno, mi sembra tornato al passato, con poche idee diverse. Nelle prime partite gli azzurri apparivano un po’ spaesati, ieri li ho visti disinvolti, facilitati certo da un’Udinese che quest’anno mi sembra poca roba. Vero che con la Fiorentina ha perso immeritatamente, ma fatica a fare gol e a Napoli ha solo aspettato gli avversari. Tra l’altro ha giocato dal primo minuto anche senza Samardzic, decisamente il migliore. Almeno ieri sera non si è messa nemmeno la maglia mimetica, a mio parere un insulto alla storia del club. Questione di marketing, mi dicono, ma la tradizione va rispettata. In ogni caso, tornando al Napoli, ieri ho visto una squadra che ha ricominciato a giocare con serenità, con belle trame, velocità, presenza. Secondo me il discorso era più che altro mentale, anche a Bologna la squadra non era disinvolta, probabilmente le idee suggerite da Garcia non erano state metabolizzate, forse c’è stato un confronto con il tecnico che non è mica un tonto. D’altro canto, modificare una squadra come il Napoli era inutile, è vero che manca Kim ma un centrale si trova. Garcia è un ottimo tecnico, intelligente, cambiare mi sembrava assurdo dunque mi fa piacere aver rivisto un grande Napoli. Sabato a Lecce? I salentini hanno qualche giocatore pericoloso, Krstovic mi ricorda molto Boksic, Pantaleo Corvino è davvero bravissimo ma il Napoli è più forte, farà valere la sua maggiore qualità. Stimo molto D’Aversa, l’ho allenato al Pescara ed era un “medianaccio”, con il Lecce sta facendo benissimo, è un ragazzo intelligente e ha grande passione, peraltro capisce molto di calcio. Il 4-3-3 del Napoli ricorda, per disposizione in campo, il mio Pescara. All’epoca scopiazzai da Liedholm, in serie B nessuno giocava a zona, io portai il 4-3-3 al Pescara e fu spettacolo. Ecco, per come sono in campo, la disposizione del Napoli è identica alla mia, forse il mio centrale aveva il piede più “lungo”, Lobotka magari gioca più sul corto, ma consente gli inserimenti straordinari di Zielinski ed Anguissa. Anche Zeman, a Foggia, nel 1991, aveva il 4-3-3 ma attaccava molto più con i terzini e meno con le mezze ali. Insomma, questo per dire che i sistemi di gioco poi vanno interpretati. Il Napoli è sempre da scudetto, abbiamo visto che anche Inter, Milan e Juve possono perdere. Non è un campionato di altissimo livello, la più forte dovrebbe essere l’Inter ma se fa delle scelte va in difficoltà. Frattesi e Barella insieme, ad esempio, non possono giocare, quando Inzaghi farà delle scelte potrebbe avere delle grane. La Champions? Ho visto giocare il Real con l’Union Berlino, la perdita di Benzema è stata enorme, ma è una squadra sempre pericolosa. Credo che il Napoli se la possa giocare, la Champions è particolarissima, ci sono tanti fattori che influenzano una qualificazione. Secondo me lo scorso anno i partenopei hanno fallito l’approdo in finale, perdendo un’occasione d’oro, forse la mancanza di abitudine a giocare scontri ad eliminazione diretta ha pesato. Con il Milan poi non è arrivato al top della condizione e quando giochi in Europa questo lo paghi. Inter e Napoli, comunque, andranno avanti, il Milan avrà più difficoltà ma ha una buona squadra. La Lazio è un’incognita, senza Milinkovic-Savic ha perso tantissimo. Avrei potuto allenare il Napoli, fu colpa di Moggi: mi diceva che avevo firmato con la Roma ma non era vero, Maradona mi voleva in squadra, poi l’ultima volta Luciano mi disse “Vedrai che Bianchi dà le dimissioni e vieni tu”, alla fine il Napoli mandò via i capi della rivolta dell’88, Bagni, Giordano, Garella e Ferrario, e Bianchi rimase a Napoli. Incontrai per caso Diego alla Sacrestia, un ristorante di via Orazio, aveva ancora Coppola come manager, ero con mia moglie, c’era pure Antonio Corbo, incontro Diego, fu molto carino, mandò una bottiglia a mia moglie. Peccato, sarebbe stato bello. Poi a Napoli ci andai, nel 1997-98, l’anno della retrocessione in B, dei cinque allenatori, subentrare a Mazzone fu un errore: non riflettei sul fatto che Carletto avesse dato le dimissioni: se uno come lui si arrende, avrei dovuto capire che qualcosa non andava. Ma anche Ferlaino era stanco, andammo a Madrid, dovevamo prendere Viduka, mi sembrava un buon giocatore, lui voleva prendere Prosinecki. Gli dissi, “Beh, prendiamolo!”. Arrivò Stojak, su segnalazione di Boskov. Il resto è storia nota…”.

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28/09/2023 - 13:14

Giovanni Galeone, ex allenatore, è intervenuto a Febbre a 90 su Vikonos Web Radio/Tv: “Ieri ho visto un ottimo Napoli, il migliore di quest’anno, mi sembra tornato al passato, con poche idee diverse. Nelle prime partite gli azzurri apparivano un po’ spaesati, ieri li ho visti disinvolti, facilitati certo da un’Udinese che quest’anno mi sembra poca roba. Vero che con la Fiorentina ha perso immeritatamente, ma fatica a fare gol e a Napoli ha solo aspettato gli avversari. Tra l’altro ha giocato dal primo minuto anche senza Samardzic, decisamente il migliore. Almeno ieri sera non si è messa nemmeno la maglia mimetica, a mio parere un insulto alla storia del club. Questione di marketing, mi dicono, ma la tradizione va rispettata. In ogni caso, tornando al Napoli, ieri ho visto una squadra che ha ricominciato a giocare con serenità, con belle trame, velocità, presenza. Secondo me il discorso era più che altro mentale, anche a Bologna la squadra non era disinvolta, probabilmente le idee suggerite da Garcia non erano state metabolizzate, forse c’è stato un confronto con il tecnico che non è mica un tonto. D’altro canto, modificare una squadra come il Napoli era inutile, è vero che manca Kim ma un centrale si trova. Garcia è un ottimo tecnico, intelligente, cambiare mi sembrava assurdo dunque mi fa piacere aver rivisto un grande Napoli. Sabato a Lecce? I salentini hanno qualche giocatore pericoloso, Krstovic mi ricorda molto Boksic, Pantaleo Corvino è davvero bravissimo ma il Napoli è più forte, farà valere la sua maggiore qualità. Stimo molto D’Aversa, l’ho allenato al Pescara ed era un “medianaccio”, con il Lecce sta facendo benissimo, è un ragazzo intelligente e ha grande passione, peraltro capisce molto di calcio. Il 4-3-3 del Napoli ricorda, per disposizione in campo, il mio Pescara. All’epoca scopiazzai da Liedholm, in serie B nessuno giocava a zona, io portai il 4-3-3 al Pescara e fu spettacolo. Ecco, per come sono in campo, la disposizione del Napoli è identica alla mia, forse il mio centrale aveva il piede più “lungo”, Lobotka magari gioca più sul corto, ma consente gli inserimenti straordinari di Zielinski ed Anguissa. Anche Zeman, a Foggia, nel 1991, aveva il 4-3-3 ma attaccava molto più con i terzini e meno con le mezze ali. Insomma, questo per dire che i sistemi di gioco poi vanno interpretati. Il Napoli è sempre da scudetto, abbiamo visto che anche Inter, Milan e Juve possono perdere. Non è un campionato di altissimo livello, la più forte dovrebbe essere l’Inter ma se fa delle scelte va in difficoltà. Frattesi e Barella insieme, ad esempio, non possono giocare, quando Inzaghi farà delle scelte potrebbe avere delle grane. La Champions? Ho visto giocare il Real con l’Union Berlino, la perdita di Benzema è stata enorme, ma è una squadra sempre pericolosa. Credo che il Napoli se la possa giocare, la Champions è particolarissima, ci sono tanti fattori che influenzano una qualificazione. Secondo me lo scorso anno i partenopei hanno fallito l’approdo in finale, perdendo un’occasione d’oro, forse la mancanza di abitudine a giocare scontri ad eliminazione diretta ha pesato. Con il Milan poi non è arrivato al top della condizione e quando giochi in Europa questo lo paghi. Inter e Napoli, comunque, andranno avanti, il Milan avrà più difficoltà ma ha una buona squadra. La Lazio è un’incognita, senza Milinkovic-Savic ha perso tantissimo. Avrei potuto allenare il Napoli, fu colpa di Moggi: mi diceva che avevo firmato con la Roma ma non era vero, Maradona mi voleva in squadra, poi l’ultima volta Luciano mi disse “Vedrai che Bianchi dà le dimissioni e vieni tu”, alla fine il Napoli mandò via i capi della rivolta dell’88, Bagni, Giordano, Garella e Ferrario, e Bianchi rimase a Napoli. Incontrai per caso Diego alla Sacrestia, un ristorante di via Orazio, aveva ancora Coppola come manager, ero con mia moglie, c’era pure Antonio Corbo, incontro Diego, fu molto carino, mandò una bottiglia a mia moglie. Peccato, sarebbe stato bello. Poi a Napoli ci andai, nel 1997-98, l’anno della retrocessione in B, dei cinque allenatori, subentrare a Mazzone fu un errore: non riflettei sul fatto che Carletto avesse dato le dimissioni: se uno come lui si arrende, avrei dovuto capire che qualcosa non andava. Ma anche Ferlaino era stanco, andammo a Madrid, dovevamo prendere Viduka, mi sembrava un buon giocatore, lui voleva prendere Prosinecki. Gli dissi, “Beh, prendiamolo!”. Arrivò Stojak, su segnalazione di Boskov. Il resto è storia nota…”.