A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Marco Piccari, giornalista direttore di Tuttomercatoweb.com:
"No, per lo scudetto non ci credo. Poi sai, nel calcio si può sempre essere smentiti, perché il campo può dare risposte diverse. Però, se devo fare una riflessione oggettiva in questo momento, direi di no. È una squadra che può stare nella zona Champions, che può dar fastidio, ma deve ancora migliorare molto. Se parliamo di risultati, sono positivi: quindici punti in sei giornate, il miglior avvio per Gasperini anche rispetto ai suoi anni all’Atalanta. Tuttavia, analizzando le prestazioni, non vedo ancora la vera squadra di Gasperini: segna pochissimo, solo sette gol in sette partite, ha una difesa blindata ma ricorda più la Roma di Ranieri che quella di Gasperini. Nelle ultime tre vittorie, ad esempio, il giocatore più determinante è stato il portiere, Svilar, autore di sette parate decisive. Ci sono stati anche quattro legni colpiti e poche occasioni create, appena cinque. Quindi sì, risultati ottimi, ma la squadra deve crescere molto nella fase offensiva".
Effettivamente la Roma sembra avere qualche difficoltà proprio nella fase d’attacco. Secondo lei è solo questione di tempo, di crescita dei singoli come Dovbyk e Ferguson, oppure servirà intervenire sul mercato?
"Guarda, credo che alcuni giocatori, pur impegnandosi tanto, non abbiano ancora le caratteristiche ideali per il calcio di Gasperini. Su Dovbyk e Ferguson ho dei dubbi: sono buoni giocatori, ma ancora non incidono come dovrebbero. Ferguson è ancora alla ricerca del primo gol, sembra un po’ fuori dal contesto tattico. Ci sono problemi legati ai singoli, ma deve crescere tutta la fase offensiva. Potrebbe anche esserci l’intenzione di intervenire sul mercato, ma la Roma, oggi, non può farlo: deve più cedere che comprare, quindi credo sia difficile che possa fare movimenti a gennaio".
Una squadra che invece sembra rendere al di sotto delle aspettative è la Juventus di Tudor. Crede che la scelta di affidarsi a lui sia stata corretta?
"Domanda difficile. Al momento direi di no, non sembra una scelta azzeccata. Ho forti dubbi su Tudor, mi sembra ci sia confusione: non riesce a dare continuità, cambia troppo, soprattutto in attacco, dove le scelte sembrano casuali. Deve trovare una strada precisa. Ho letto oggi le parole di Gentile, ex difensore della Juve e campione del mondo: diceva che l’allenatore deve dare una direzione chiara, sia difensiva che offensiva. Concordo. Questa Juve ha limiti, soprattutto a centrocampo, ma manca una rotta definita. Tudor ha ancora tempo, ma deve fare scelte precise".
A proposito di scelte delicate, in casa Fiorentina la posizione di Pioli sembra traballare. Si aspetta un possibile esonero durante la pausa per le nazionali?
"No, non credo, anche se il momento è molto difficile. La Fiorentina non esprime gioco, si è vista qualcosa solo contro la Roma, partita poi persa. La squadra è leggera a centrocampo: tanti prospetti, ma nessuno capace di fare davvero la differenza. Pioli mi sembra ancora disorientato, come se fosse rimasto con la testa in Arabia. Non si è ancora calato nel nuovo contesto. I prossimi tre impegni sono durissimi: Milan, Inter e Bologna. Da quello che so, si andrà avanti con lui, ma come sappiamo, nel calcio tutto dipende dai risultati. Se dovesse perdere ancora, la situazione diventerebbe complicata".
Chiudiamo con il Napoli. Anche quest’anno la squadra sta vivendo numerosi infortuni muscolari. Dobbiamo porci qualche domanda sul lavoro di Conte?
"La domanda ce la possiamo e dobbiamo sempre fare, fa parte del nostro lavoro. Non è una critica, ma un’analisi. Conte è uno che spreme i giocatori fino all’ultimo, il suo lavoro è molto intenso. Ho letto un’intervista di recente in cui un calciatore parlava proprio di allenatori come Conte, che ti sfiniscono fisicamente in allenamento, e qualche infortunio può nascere da questo. Il Napoli oggi paga tante assenze, soprattutto in difesa, e ora anche Lobotka è fuori. Questo costringerà Conte a rivedere qualcosa. Non credo che potrà continuare con lo stesso assetto a centrocampo, dovrà forse variare modulo o interpreti. Ci sono giocatori come Lang che devono avere più spazio e dimostrare di avere continuità, e credo che vedremo un Napoli con un ‘vestito’ tattico diverso.
Gli infortuni? Sì, possono derivare anche dai carichi di lavoro, ma a volte è pura casualità. Inoltre, c’è anche la Champions, che toglie molte energie fisiche e mentali. Il metodo di Conte è massacrante, lo sanno tutti, può portare grandi risultati ma anche qualche intoppo nel percorso".
A proposito di Lang, il giocatore non ha nascosto il suo disappunto dopo il gol vittoria al Genoa, rifiutandosi inizialmente di esultare. Secondo lei, il suo carattere si sposa con le richieste e il rigore di Conte?
"È una riflessione giusta, ma deve per forza adattarsi. Conte non perdona: se non ti vede pienamente dentro la sua idea, ti lascia fuori. Lang è un giocatore utile, può dare soluzioni diverse, ma deve mettersi a disposizione. Se fossi in lui, lavorerei in silenzio, senza creare attriti. Solo così può guadagnarsi spazio. Ha qualità e può diventare un’alternativa importante, ma deve dimostrarlo. Conte lo ha voluto fortemente, quindi tocca a lui farsi trovare pronto".