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IL PENSIERO - Kalidou Koulibaly sulla morte di Seid Visin: "Per questo dobbiamo lottare ogni giorno senza fermarci mai"
05.06.2021 19:11 di Napoli Magazine

Seid Visin, un ragazzo di soli 20 anni e con un passato nelle giovanili del Milan e del Benevento, ieri si è tolto la vita nella sua casa a Nocera Inferiore scuotendo l'intera comunità. Una lettera straziante la sua, lucida e potentissima: "Io non sono un immigrato" scriveva. "Sono stato adottato da piccolo (…). Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto". (…) "Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani (bianchi) non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati (…) come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati. (...) Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno”. Il difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly, ha commentato su Instagram la triste notizia: "Per questo dobbiamo lottare contro il razzismo ogni giorno senza fermarci mai".

 

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IL PENSIERO - Kalidou Koulibaly sulla morte di Seid Visin: "Per questo dobbiamo lottare ogni giorno senza fermarci mai"

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05/06/2021 - 19:11

Seid Visin, un ragazzo di soli 20 anni e con un passato nelle giovanili del Milan e del Benevento, ieri si è tolto la vita nella sua casa a Nocera Inferiore scuotendo l'intera comunità. Una lettera straziante la sua, lucida e potentissima: "Io non sono un immigrato" scriveva. "Sono stato adottato da piccolo (…). Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto". (…) "Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani (bianchi) non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati (…) come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati. (...) Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno”. Il difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly, ha commentato su Instagram la triste notizia: "Per questo dobbiamo lottare contro il razzismo ogni giorno senza fermarci mai".