Calcio
SERIE A - Avv. D’Onofrio: "Contratti? I calciatori hanno le mani legate, vi spiego il caso Balotelli"
06.06.2020 17:47 di Napoli Magazine

Il calcio italiano si muove verso la ripresa. Se il campo non dà problemi di date e di scadenze, la questione si fa molto più complicata se passiamo a considerare i rapporti tra società e calciatori. Molti, in Serie A, vedranno scadere il proprio contratto il 30 giugno 2020 e non è ancora stata decisa una linea omogenea da seguire per il prosieguo della stagione. Attualmente in Serie A ci sono 122 calciatori coinvolti in questa vicenda. La fetta più importante è determinata dalle scadenze di contratto (52), poi ci sono dei prestiti secchi (29), ci sono prestiti con diritto di riscatto e alcuni anche con il controriscatto (33), infine ci sono 8 prestiti con obbligo di riscatto.

 

Paco D’Onofrio, avvocato e tra i massimi esperti di diritto sportivo, in esclusiva ai microfoni di calciomercato24.com ha aiutato a delineare meglio le linee che la FIGC, la Lega Serie A e l’AIC dovranno seguire nelle prossime settimane per ovviare alla suddetta questione.

 

Scadenze di prestiti o di contratti fissati al 30 giugno: come si muoveranno le squadre? “In questo momento l’unica certezza da cui iniziare a muoversi è la circolare di aprile della FIFA. E’ una circolare che ha un contenuto programmatico ma generico. Programmatico perché consente ad ogni Federazione di derogare il termine del 30 giugno, quindi con un’autorizzazione preventiva della FIFA che delega alla singola Federazione la possibilità di individuare il termine della stagione e, di conseguenza, dei contratti oltre il 30 giugno. E’ generico perché in realtà non dà nessun termine.

 

Lasciando libere le singole Federazioni, che devono confrontarsi con la situazione sanitaria, non c’è un termine unico. Noi, quindi, assisteremo ad una soluzione semplice per i contratti: la Federazione darà un nuovo termine e tutti i contratti saranno automaticamente prorogati a quel termine. Per scambi, prestiti o cessioni all’interno della stessa Federazione non esistono problemi. Per esempio: un calciatore che dovrà spostarsi dal Parma alla Juventus, resterà del Parma fino al termine della stagione (oltre il 30 giugno) e sarà della Juve non prima dell’inizio della prossima stagione. E’ un’anomalia dettata dall’emergenza ma dal punto di vista organizzativo è molto semplice.

 

Il problema nasce quando ci sono trattative con l’estero. Al momento le Federazioni non sono coordinate e se i termini non coincidono, ci saranno zone grigie. Se un calciatore di Serie A dovesse trovare un accordo con una squadra inglese per la prossima stagione, da quale momento diventerà della squadra inglese? Da quando finisce la stagione in Italia o da quando comincia in Inghilterra? Se ci sono dei termini di stagione differenti, ci sarà un periodo in cui i campionati non sono conclusi e altre stagioni sono già iniziate. E’ un problema di coordinamento di Federazioni che non è stato ancora risolto”.

 

Sarà risolvibile dalla UEFA e dalla FIFA?

 

“Potrebbe risolverlo la FIFA ma in realtà non può fattivamente. Come fa la FIFA ad ‘imporre’ un termine? I Governi Federali devono confrontarsi con i Governi Nazionali. Prima del COVID-19 le Federazioni Nazionali e Internazionali erano libere e autonome rispetto allo Stato, adesso l’autonomia è venuta meno per l’emergenza sanitaria e il coordinamento è molto difficile. Come potrebbe la FIFA imporre o suggerire un termine comune quando non sappiamo se il giorno dopo sia sostenibile per tutti i territori, dal punto di vista sanitario? Le scelte devono coordinarsi con le scelte dei Governi e non saranno uniformi perché le condizioni sono diverse. La Bundesliga finirà prima della Serie A e il giorno dopo comincerà la nuova stagione mentre noi stiamo tentando di chiudere ancora la nostra stagione. Nei tanti rapporti bilaterali, le Federazioni dovranno trovare degli accordi”.

 

L’avvocato D’Onofrio, che ha seguito in prima persona anche la difesa di Luciano Moggi durante la questione Calciopoli del 2006, ha spiegato anche come agirà la Lega Serie A rispetto ai calciatori che già a gennaio hanno firmato un contratto con un nuovo club.

 

Kulusevski e Petagna hanno già firmato i nuovi contratti che partono dal primo luglio: come ci si comporterà? “La proroga che ci sarà, vale sia per la conclusione della stagione precedente che per l’inizio della stagione successiva. In un periodo normale Kulusevski sarebbe diventato un calciatore della Juventus. Ora resterà del Parma, anche perché la Juve non potrà tesserarlo perché si può fare solo dall’inizio della stagione successiva e da allora potrà iniziare a giocare. I contratti in essere saranno, quindi, prorogati e anche l’accasamento del calciatore nella nuova squadra sarà prorogato”.

 

I calciatori possono rifiutarsi da giocare? “E’ una questione difficilmente sostenibile. Il prolungamento del contratto imporrà il pagamento delle mensilità secondo gli accordi precedenti o in base ad un nuovo accordo che troverà con la squadra per i mesi fino alla fine della stagione. E’ chiaro che Kulusevski, per restare sullo stesso esempio, non percepirà lo stipendio che avrebbe percepito alla Juve e non lo potrà pretendere perché si prolungherà il suo contratto con il Parma. Ci sarà, dunque, una decisione autoritaria della Federazione, pienamente giustificata per l’emergenza”.

 

Anche per i calciatori in scadenza?

 

“Sì, vale lo stesso principio. Dal 1° luglio sarebbero stati liberi. Nel momento in cui un provvedimento federale, in via autoritaria e autorizzato dalla FIFA, decide che la stagione finisce dopo il fine precedentemente stabilito, va da sé che c’è la proroga anche per i contratti in scadenza. Se un calciatore, per esempio, si fosse già accordato per andare a giocare in una zona nella quale la realtà è ordinaria, non può andare via e depauperare la squadra dicendo: “Vado via perché il contratto finiva il 30 giugno”. Quando ci sarà il provvedimento della Federazione, è come se automaticamente anziché leggere 30 giugno per la fine dei contratti, si dovrà leggere 31 agosto (per il caso italiano)”.

 

Quali sono le garanzie per il club e per i calciatori? “Ci sono due conseguenze. A carico del calciatore c’è l’obbligo di proseguire l’attività per il club di attuale permanenza, fino alla conclusione della stagione stabilita dalla Federazione. A carico del club, c’è l’obbligo di pagare ulteriormente le spettanze per i mesi successivi”.

 

 

Quali sono le tempistiche decisionali? “Il prossimo Consiglio Federale dovrà già considerare queste indicazioni. Le questioni pendenti sono tante: c’è una questione organizzativa. La Lega ha mostrato indisponibilità verso i playoff-playout e verso l’algoritmo. Le decisioni non si possono prendere in corso d’opera e i criteri dovranno essere assolutamente stabiliti prima dell’inizio della ripresa. Non c’è molto tempo ancora prima delle direttive ufficiali. L’alternativa è la media-punti in proiezione: si guarderà che media-punti avrà fatto quella squadra in casa e in trasferta. A quel punto si valuterà quali punteggi attribuire. Alle squadre saranno dati X punti per le partite che avrebbe dovuto disputare in casa e Y punti per le partite in trasferta, in base alla media maturata precedentemente”.

 

Non assegnazione dello Scudetto e blocco delle retrocessioni. Cosa può comportare, dal punto di vista giuridico, la mancata promozione del Benevento in Serie A? “Sono questioni differenti. Dal punto di vista mediatico la non assegnazione dello Scudetto è un’ipotesi che, a mio avviso, non creerebbe grossi problemi. La Juventus ha già affermato più volte, tramite Agnelli, che non gradisce lo Scudetto a tavolino, con una nota di polemica e di richiamo al 2006. La questione retrocessioni è più delicata. Naturalmente da un punto di vista di merito sportivo, il Benevento non può non andare in Serie A. Si dovrà trovare un criterio anche per quello e garantire la certezza della promozione. La soluzione meno problematica sembra quella della media punti, al di là delle polemiche che ogni squadre potrebbe fare su risultati futuribili. Nessun giudice si esprimerebbe a favore, ragionando con i ‘se’”.

 

Balotelli-Brescia: la situazione come si evolverà?

 

“A prescindere dal caso specifico, questo tipo di rapporti sono disciplinati dall’accordo collettivo tra AIC, dalla Lega Serie A e dalla FIGC. Tra gli obblighi in capo all’atleta c’è da essere sempre a disposizione della squadra per gare e allenamenti e di sottoporsi alle indicazioni che la società impartisce per queste prestazioni. Se un giocatore, immotivatamente vìola quelli che sono gli obblighi contrattuali, consente alla controparte di poter arrivare fino alla rescissione del contratto. In modo speculare, se la società immotivatamente non paga, il calciatore ha il diritto di liberarsi e scegliere una nuova squadra a parametro zero, oltre il fatto che resti il debito in capo alla società. Al di là del caso, quindi, ci sono diritti e doveri da entrambe le parti e chi non li rispetta, rischia tanto”.

 

Dopo aver passato in rassegna i problemi attuali della Serie A, l’avvocato D’Onofrio ha parlato anche delle mosse della UEFA e della FIFA sul FFP e sulle plusvalenze fittizie.

 

L’UEFA sta usando il pugno duro per il FFP e sulle plusvalenze fittizie: quanto è importante l’intervento regolamentatore? “Il Fair Play Finanziario è un meccanismo sano e necessario per evitare due cose: la speculazione e la disparità di trattamento. E’ necessario che resti alta la vigilanza. Probabilmente per il periodo che seguirà, proprio per i dissesti economici fatalmente derivati dall’emergenza sanitaria, dal blocco dei campionati e dalla questione dei diritti televisivi, è chiaro che ci potrebbe essere ulteriore necessità di vigilare sui bilanci e sulla contabilità aziendale delle società. Lo si deve fare per evitare che questa situazione di difficoltà possa essere superata e compensata illegittimamente da stratagemmi di carattere finanziario e contabile non autorizzati. Già normalmente la vigilanza della UEFA è fondamentale, a maggior ragione servirà nel periodo che verrà”.

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Il calcio italiano si muove verso la ripresa. Se il campo non dà problemi di date e di scadenze, la questione si fa molto più complicata se passiamo a considerare i rapporti tra società e calciatori. Molti, in Serie A, vedranno scadere il proprio contratto il 30 giugno 2020 e non è ancora stata decisa una linea omogenea da seguire per il prosieguo della stagione. Attualmente in Serie A ci sono 122 calciatori coinvolti in questa vicenda. La fetta più importante è determinata dalle scadenze di contratto (52), poi ci sono dei prestiti secchi (29), ci sono prestiti con diritto di riscatto e alcuni anche con il controriscatto (33), infine ci sono 8 prestiti con obbligo di riscatto.

 

Paco D’Onofrio, avvocato e tra i massimi esperti di diritto sportivo, in esclusiva ai microfoni di calciomercato24.com ha aiutato a delineare meglio le linee che la FIGC, la Lega Serie A e l’AIC dovranno seguire nelle prossime settimane per ovviare alla suddetta questione.

 

Scadenze di prestiti o di contratti fissati al 30 giugno: come si muoveranno le squadre? “In questo momento l’unica certezza da cui iniziare a muoversi è la circolare di aprile della FIFA. E’ una circolare che ha un contenuto programmatico ma generico. Programmatico perché consente ad ogni Federazione di derogare il termine del 30 giugno, quindi con un’autorizzazione preventiva della FIFA che delega alla singola Federazione la possibilità di individuare il termine della stagione e, di conseguenza, dei contratti oltre il 30 giugno. E’ generico perché in realtà non dà nessun termine.

 

Lasciando libere le singole Federazioni, che devono confrontarsi con la situazione sanitaria, non c’è un termine unico. Noi, quindi, assisteremo ad una soluzione semplice per i contratti: la Federazione darà un nuovo termine e tutti i contratti saranno automaticamente prorogati a quel termine. Per scambi, prestiti o cessioni all’interno della stessa Federazione non esistono problemi. Per esempio: un calciatore che dovrà spostarsi dal Parma alla Juventus, resterà del Parma fino al termine della stagione (oltre il 30 giugno) e sarà della Juve non prima dell’inizio della prossima stagione. E’ un’anomalia dettata dall’emergenza ma dal punto di vista organizzativo è molto semplice.

 

Il problema nasce quando ci sono trattative con l’estero. Al momento le Federazioni non sono coordinate e se i termini non coincidono, ci saranno zone grigie. Se un calciatore di Serie A dovesse trovare un accordo con una squadra inglese per la prossima stagione, da quale momento diventerà della squadra inglese? Da quando finisce la stagione in Italia o da quando comincia in Inghilterra? Se ci sono dei termini di stagione differenti, ci sarà un periodo in cui i campionati non sono conclusi e altre stagioni sono già iniziate. E’ un problema di coordinamento di Federazioni che non è stato ancora risolto”.

 

Sarà risolvibile dalla UEFA e dalla FIFA?

 

“Potrebbe risolverlo la FIFA ma in realtà non può fattivamente. Come fa la FIFA ad ‘imporre’ un termine? I Governi Federali devono confrontarsi con i Governi Nazionali. Prima del COVID-19 le Federazioni Nazionali e Internazionali erano libere e autonome rispetto allo Stato, adesso l’autonomia è venuta meno per l’emergenza sanitaria e il coordinamento è molto difficile. Come potrebbe la FIFA imporre o suggerire un termine comune quando non sappiamo se il giorno dopo sia sostenibile per tutti i territori, dal punto di vista sanitario? Le scelte devono coordinarsi con le scelte dei Governi e non saranno uniformi perché le condizioni sono diverse. La Bundesliga finirà prima della Serie A e il giorno dopo comincerà la nuova stagione mentre noi stiamo tentando di chiudere ancora la nostra stagione. Nei tanti rapporti bilaterali, le Federazioni dovranno trovare degli accordi”.

 

L’avvocato D’Onofrio, che ha seguito in prima persona anche la difesa di Luciano Moggi durante la questione Calciopoli del 2006, ha spiegato anche come agirà la Lega Serie A rispetto ai calciatori che già a gennaio hanno firmato un contratto con un nuovo club.

 

Kulusevski e Petagna hanno già firmato i nuovi contratti che partono dal primo luglio: come ci si comporterà? “La proroga che ci sarà, vale sia per la conclusione della stagione precedente che per l’inizio della stagione successiva. In un periodo normale Kulusevski sarebbe diventato un calciatore della Juventus. Ora resterà del Parma, anche perché la Juve non potrà tesserarlo perché si può fare solo dall’inizio della stagione successiva e da allora potrà iniziare a giocare. I contratti in essere saranno, quindi, prorogati e anche l’accasamento del calciatore nella nuova squadra sarà prorogato”.

 

I calciatori possono rifiutarsi da giocare? “E’ una questione difficilmente sostenibile. Il prolungamento del contratto imporrà il pagamento delle mensilità secondo gli accordi precedenti o in base ad un nuovo accordo che troverà con la squadra per i mesi fino alla fine della stagione. E’ chiaro che Kulusevski, per restare sullo stesso esempio, non percepirà lo stipendio che avrebbe percepito alla Juve e non lo potrà pretendere perché si prolungherà il suo contratto con il Parma. Ci sarà, dunque, una decisione autoritaria della Federazione, pienamente giustificata per l’emergenza”.

 

Anche per i calciatori in scadenza?

 

“Sì, vale lo stesso principio. Dal 1° luglio sarebbero stati liberi. Nel momento in cui un provvedimento federale, in via autoritaria e autorizzato dalla FIFA, decide che la stagione finisce dopo il fine precedentemente stabilito, va da sé che c’è la proroga anche per i contratti in scadenza. Se un calciatore, per esempio, si fosse già accordato per andare a giocare in una zona nella quale la realtà è ordinaria, non può andare via e depauperare la squadra dicendo: “Vado via perché il contratto finiva il 30 giugno”. Quando ci sarà il provvedimento della Federazione, è come se automaticamente anziché leggere 30 giugno per la fine dei contratti, si dovrà leggere 31 agosto (per il caso italiano)”.

 

Quali sono le garanzie per il club e per i calciatori? “Ci sono due conseguenze. A carico del calciatore c’è l’obbligo di proseguire l’attività per il club di attuale permanenza, fino alla conclusione della stagione stabilita dalla Federazione. A carico del club, c’è l’obbligo di pagare ulteriormente le spettanze per i mesi successivi”.

 

 

Quali sono le tempistiche decisionali? “Il prossimo Consiglio Federale dovrà già considerare queste indicazioni. Le questioni pendenti sono tante: c’è una questione organizzativa. La Lega ha mostrato indisponibilità verso i playoff-playout e verso l’algoritmo. Le decisioni non si possono prendere in corso d’opera e i criteri dovranno essere assolutamente stabiliti prima dell’inizio della ripresa. Non c’è molto tempo ancora prima delle direttive ufficiali. L’alternativa è la media-punti in proiezione: si guarderà che media-punti avrà fatto quella squadra in casa e in trasferta. A quel punto si valuterà quali punteggi attribuire. Alle squadre saranno dati X punti per le partite che avrebbe dovuto disputare in casa e Y punti per le partite in trasferta, in base alla media maturata precedentemente”.

 

Non assegnazione dello Scudetto e blocco delle retrocessioni. Cosa può comportare, dal punto di vista giuridico, la mancata promozione del Benevento in Serie A? “Sono questioni differenti. Dal punto di vista mediatico la non assegnazione dello Scudetto è un’ipotesi che, a mio avviso, non creerebbe grossi problemi. La Juventus ha già affermato più volte, tramite Agnelli, che non gradisce lo Scudetto a tavolino, con una nota di polemica e di richiamo al 2006. La questione retrocessioni è più delicata. Naturalmente da un punto di vista di merito sportivo, il Benevento non può non andare in Serie A. Si dovrà trovare un criterio anche per quello e garantire la certezza della promozione. La soluzione meno problematica sembra quella della media punti, al di là delle polemiche che ogni squadre potrebbe fare su risultati futuribili. Nessun giudice si esprimerebbe a favore, ragionando con i ‘se’”.

 

Balotelli-Brescia: la situazione come si evolverà?

 

“A prescindere dal caso specifico, questo tipo di rapporti sono disciplinati dall’accordo collettivo tra AIC, dalla Lega Serie A e dalla FIGC. Tra gli obblighi in capo all’atleta c’è da essere sempre a disposizione della squadra per gare e allenamenti e di sottoporsi alle indicazioni che la società impartisce per queste prestazioni. Se un giocatore, immotivatamente vìola quelli che sono gli obblighi contrattuali, consente alla controparte di poter arrivare fino alla rescissione del contratto. In modo speculare, se la società immotivatamente non paga, il calciatore ha il diritto di liberarsi e scegliere una nuova squadra a parametro zero, oltre il fatto che resti il debito in capo alla società. Al di là del caso, quindi, ci sono diritti e doveri da entrambe le parti e chi non li rispetta, rischia tanto”.

 

Dopo aver passato in rassegna i problemi attuali della Serie A, l’avvocato D’Onofrio ha parlato anche delle mosse della UEFA e della FIFA sul FFP e sulle plusvalenze fittizie.

 

L’UEFA sta usando il pugno duro per il FFP e sulle plusvalenze fittizie: quanto è importante l’intervento regolamentatore? “Il Fair Play Finanziario è un meccanismo sano e necessario per evitare due cose: la speculazione e la disparità di trattamento. E’ necessario che resti alta la vigilanza. Probabilmente per il periodo che seguirà, proprio per i dissesti economici fatalmente derivati dall’emergenza sanitaria, dal blocco dei campionati e dalla questione dei diritti televisivi, è chiaro che ci potrebbe essere ulteriore necessità di vigilare sui bilanci e sulla contabilità aziendale delle società. Lo si deve fare per evitare che questa situazione di difficoltà possa essere superata e compensata illegittimamente da stratagemmi di carattere finanziario e contabile non autorizzati. Già normalmente la vigilanza della UEFA è fondamentale, a maggior ragione servirà nel periodo che verrà”.