Daniele De Rossi, allenatore, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport a Monaco di Baviera: "Gasperini? Se sarà confermato come nuovo tecnico, allora non si può discutere. Se arriviamo a discutere un allenatore come lui non possiamo più parlare di calcio. Lui, con il tempo che ha avuto a disposizione, ha fatto cose incredibili. Spero di giocarci contro, chissà... La sua forza è la credibilità: crede nelle sue idee, sia quelle calcistiche che quelle umane nella gestione del gruppo. E' molto legato al rispetto che c'è tra i ruoli. E' stato uno degli allenatori che mi ha colpito di più, forse quello che mi ha colpito di più. La nostra è stata una conoscenza lenta. Quell'estate la passai a Roma perché mi operai all'orecchio e lui stava sempre al campo. Ebbi molto tempo per parlarci e lui mi raccontava della filosofia del Barcellona B: mi diceva che per lui l'età non è importante, ciò che contano sono le idee. La sua è una grande sliding doors della Roma: se fosse rimasto sono convinto che sarebbe venuto fuori un percorso interessante. Finale di Champions? E' evento che da calciatore non ho mai vissuto e di questo mi dispiaccio molto. Mi fa piacere vedere tante facce amiche, come quella di Gigio e Marquinhos: io questi li ho conoisciuti che erano bambini. Poi c'è Simone a cui viglio bene; Luis Enrique è un mentore. Chi tifo? Ho amici sia da una parte che dall'altra".
di Napoli Magazine
31/05/2025 - 13:15
Daniele De Rossi, allenatore, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport a Monaco di Baviera: "Gasperini? Se sarà confermato come nuovo tecnico, allora non si può discutere. Se arriviamo a discutere un allenatore come lui non possiamo più parlare di calcio. Lui, con il tempo che ha avuto a disposizione, ha fatto cose incredibili. Spero di giocarci contro, chissà... La sua forza è la credibilità: crede nelle sue idee, sia quelle calcistiche che quelle umane nella gestione del gruppo. E' molto legato al rispetto che c'è tra i ruoli. E' stato uno degli allenatori che mi ha colpito di più, forse quello che mi ha colpito di più. La nostra è stata una conoscenza lenta. Quell'estate la passai a Roma perché mi operai all'orecchio e lui stava sempre al campo. Ebbi molto tempo per parlarci e lui mi raccontava della filosofia del Barcellona B: mi diceva che per lui l'età non è importante, ciò che contano sono le idee. La sua è una grande sliding doors della Roma: se fosse rimasto sono convinto che sarebbe venuto fuori un percorso interessante. Finale di Champions? E' evento che da calciatore non ho mai vissuto e di questo mi dispiaccio molto. Mi fa piacere vedere tante facce amiche, come quella di Gigio e Marquinhos: io questi li ho conoisciuti che erano bambini. Poi c'è Simone a cui viglio bene; Luis Enrique è un mentore. Chi tifo? Ho amici sia da una parte che dall'altra".