Calcio
SKY SPORT - "L'uomo della domenica", puntata dedicata a Gianluca Vialli
07.12.2023 12:48 di Napoli Magazine

Giorgio Porrà racconta Gianluca Vialli, il fuoriclasse in campo, il motivatore degli Azzurri, l’uomo nella sua dimensione più intima. A un anno dalla sua scomparsa, la produzione originale Sky Sport - “L’Uomo della domenica” ricorda il grande campione e il collega, per molti anni commentatore di Sky Sport. “Una vita di sfide e sorrisi, di trionfi e lezioni – scrive Giorgio Porrà -. Una vita, nella sua porzione finale, la più dura, rivelatasi un capolavoro di dignità.”

 

Appuntamento con il nuovo episodio, “L’Uomo della domenica. GIANLUCA VIALLI – CONFESSO CHE HO VISSUTO”, domani alle 19 su Sky Sport Uno e alle 21.30 su Sky Sport Max, in streaming su NOW (disponibile on demand).

 

I gol di Luca Vialli. Tanti, tra Italia e Inghilterra. Gol spudorati, rombanti. Soprattutto allegri, come allegro era il suo modo di respirare il gioco, gli affetti, le amicizie. Killer gentile, Luca, col sole in tasca. Gol eccitanti, mai uguali, mai banali. Di fino, d'astuzia, in acrobazia, dalla sfacciata insolenza. Piombando sulla palla da botole invisibili o sfuggendo alla morsa di difensori logorati dal ritmo ossessivo dei suoi scatti, in martellante sequenza.

 

Gol come squilli di felicità. La stessa che colorò la sua gioventù cremonese. Quella di un ragazzo, ultimo di 5 figli, cresciuto in una famiglia agiata e colta, nella quale il calcio non rappresentava una priorità.

 

"Molti si stupivano che un ragazzo che veniva da una famiglia borghese che molti pensavano fosse miliardaria ma non lo era – diceva Gianluca -, avesse questo tipo di cattiveria, questa fame, ma questo atteggiamento a me veniva naturale."

 

"Il mio idolo era Boninsegna, mi piaceva Mazzola – raccontava -, il periodo della Grande Inter non l'ho vissuto, perché sono del '64, sono cresciuto con i grandi campioni dell'era successiva."

 

Storia irripetibile quella della Sampdoria Campione. Per lo spessore dei protagonisti, per il patto di sangue che ne sublimò l'unione. E per la sua scandalosa portata. L'impresa corsara di chi sovvertì l'ordine costituito con la spregiudicatezza dell'outsider.

 

"Roberto ed io vivevamo come tutti i nostri compagni per la Samp, andavamo a letto col pigiama della Samp come diceva Boskov, però c'era anche la parte ludica, si andava al mare, sulle moto d'acqua, c'è stato il periodo delle donne, altrimenti la giovinezza scivola via..."

 

Esistono immagini che marchiano la memoria, le danno fuoco. E' ciò che accade anche agli juventini davanti alla danza liberatoria di Vialli e compagni dopo la conquista della Champions sull'Ajax al termine di quella sfinente maratona romana.

 

Mai successo fu più sospirato di quello, nelle tormentate dinamiche dell'ultimo atto, risolte dal penalty decisivo di Jugovic, più in generale nella storia bianconera, con le ferite mai ricucite della tragedia dell'Heysel. 

 

Nello sguardo trasfigurato di Luca, mentre solleva la Coppa al cielo, il sollievo di un club che interpretava quel titolo come una sorta di purificazione. Lo stesso del suo capitano che toccava il punto estremo del suo calcio selvaggio e sentimentale. E che in quella finale incise, nel tridente di Lippi con Ravanelli e Del Piero, bruciando ogni zolla dell'Olimpico.  

 

La puntata ricorda anche il Vialli post-calcio, il comunicatore televisivo che abbiamo avuto come collega a Sky Sport. In televisione la prima regola di Vialli consisteva nell'usare soltanto parole in grado di migliorare il silenzio. Quindi atipico, Luca, pure in questo. Voleva essere quello che diceva. Somigliare alle parole che pronunciava.

 

In qualunque ruolo, nei suoi 15 anni a Sky, conduttore, commentatore, seconda voce, coniugava profondità e leggerezza, fedele al modello british sul quale si era formato, alla missione che si era imposto, irrorare positività nel racconto del calcio. Nel modo di comunicare, nella valutazione degli episodi, nel rapporto con i protagonisti. Ed anche con i compagni d'avventura.

 

Non è facile racchiudere un'esistenza in un solo gesto, una sola sequenza. Figurarsi con Vialli e il suo viaggio dalle mille tappe. Ma c'è stato un attimo, nella sua storia più recente, nel quale un semplice bacio sembrò spiegare, riassumere tutto. O almeno, a noi piace immaginarlo.

 

Il bacio che Luca posò sul pallone di Italia-Polonia di Nations League, nel 2020, a Reggio Emilia, durante la terza ondata della pandemia. Partita benedetta da quel bacio fugace, estemporaneo. Schioccato da Vialli sulla sfera, alzandosi all'improvviso dalla panca.

 

Gesto dalla forte simbologia. Omaggio poetico al gioco, alla sua essenza. Ed anche al mondo azzurro, che in quel periodo, nel solco delle cicatrici del suo talismano, decideva di insistere con fiducia.

 

Ma forse, in quel bacio, in quello slancio, c'era qualcosa di persino più sacro, più potente. La consapevolezza di Luca Vialli di aver vissuto la vita che si era scelto. La gratitudine per chi lo aveva accompagnato. Il desiderio di aver scritto una storia destinata a restare nella memoria collettiva.

 

Alcune citazioni della puntata

 

“Dietro casa mia, a Cremona, c'era un cortile dove giocavamo a pallone. E non c'è dubbio che i luoghi dell'infanzia condizionino il tipo di giocatore che diventerai. Il mio cortile era un rettangolo con due garage sui lati e le estremità libere. Era uno spazio più largo che lungo, e io coprivo l'intero fronte offensivo, esattamente il tipo di attaccante che sarei diventato. Ma se quel cortile fosse stato lungo e stretto, chissà, magari mi sarei affermato come uomo d'area alla Romario, abituato ad aspettare il rimpallo buono, e a segnare gol di rapina”. GIANLUCA VIALLI

 

“Le capacità acrobatiche erano il suo pallino, si allenava molto su questo, metteva un compagno a destra, un altro a sinistra per avere la palla buona, gli piaceva molto...” MARCELLO LIPPI

 

“Secondo me Luca sarebbe stato per la Sampdoria un presidente manager, molto competente di calcio, ma che studiava come gestire le società, è stato quello il suo unico sogno non realizzato.” MASSIMO MAURO

 

“Vialli è il Michelangelo della Cappella Sistina che da scultore sa farsi pittore.” GIANNI AGNELLI

 

“Luca Vialli ci ha spiegato che l'unità di misura di ciascuno non dovrebbe essere la lunghezza, ma il peso. Non ha mai nascosto che la linea del traguardo lui la vedeva, anche quando gli altri la negavano. Ispirare il prossimo era diventato lo scopo della sua vita, quale che fosse il tempo che la sorte gli avesse concesso. Nella notte della vittoria agli Europei mi disse di considerarsi ‘un uomo fortunato’. Lo è stato, se tutti oggi soffrono tanto per lui e gli sono grati. Le vite pesano.” WALTER VELTRONI

 

“Capisco che molta gente sia rimasta sorpresa di come ha affrontato la malattia o di come è riuscito a stare al posto giusto con grande personalità, senza essere ingombrante, incidendo in quegli europei. Queste sono le caratteristiche di Gianluca Vialli.” ALESSANDRO DEL PIERO

 

“La cosa che mi di divertiva tantissimo era lo spirito goliardico di Gianluca che scherzava con me mentre ero davanti alle telecamere. Si sentiva completamente a suo agio, sereno in un ambiente di amici, in totale confidenza con tutto il gruppo di Sky Sport.” ILARIA D'AMICO

 

“Applicava la legge di Einstein: 1% ispirazione e talento, 99% duro lavoro. Lui riempiva gli spazi, lo faceva in campo - e da centravanti era molto avanti rispetto ai suoi contemporanei - ma lo ha fatto anche fuori dal campo.” ALESSANDRO DE CALO’ (La Gazzetta dello Sport)

 

“Sono trent'anni che ogni cinque, massimo sei mesi, gli ex della Samp Campione d’Italia vanno a cena tutti insieme. E si spingono come ragazzini, si abbracciano, si misurano la pancia e si sfottono. Hanno viaggiato. Fatto, cambiato famiglia. Sono stati capitani, riserve, in panchina e in cima al mondo. Sono rimasti quelli che erano, uomini, temperamenti, storie diverse. Una squadra di amici capace di rendere possibile l'impossibile, sfidare e battere lo status quo, agitare le acque fino a scatenare uno tsunami.” PIERDOMENICO BACCALARIO (co-autore del libro “La bella stagione”)

 

“Luca era preparati anche sul set, conosceva le regole del cinema. Ma a me rimane negli occhi il ricordo di un uomo bello. Elegante, educato, intelligente, che trae la sua energia dal fatto di mettere in circolo tanta amicizia.”  MARCO PONTI (regista del film “La bella stagione”)

 

“Se dovessi raccontare l'intera carriera di Vialli usando una sola partita, sarebbe Juventus Aiax, all'Olimpico, la finale di Champions del '96, vinta ai rigori dai bianconeri. Su quel prato, che tante amarezze gli aveva riservato, dal Mondiale flop, al grave infortunio nel secondo anno torinese, lasciò tutto quello che aveva.” MARCO GAETANI

 

“La tua vita è il messaggio che trasmetti al mondo. Assicurati che sia d'esempio". GIANLUCA VIALLI

 

 

L’UOMO DELLA DOMENICA - DISCORSO SU DUE PIEDI

GIANLUCA VIALLI – CONFESSO CHE HO VISSUTO

 

Da venerdì 8 dicembre alle 19 su Sky Sport Uno e alle 21.30 su Sky Sport Max e in streaming su NOW
Disponibile on demand

 

Altri passaggi

Sabato 9 dicembre

Ore 13 su Sky Sport Calcio

Ore 16 su Sky Sport Max

Ore 17.30 su Sky Sport Arena

Ore 20.30 su Sky Sport Max

 

Domenica 10 dicembre

Ore 14 su Sky Sport Uno

Ore 19.30 su Sky Sport Uno

Ore 22.45 su Sky Sport Arena

 

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
SKY SPORT - "L'uomo della domenica", puntata dedicata a Gianluca Vialli

di Napoli Magazine

07/12/2023 - 12:48

Giorgio Porrà racconta Gianluca Vialli, il fuoriclasse in campo, il motivatore degli Azzurri, l’uomo nella sua dimensione più intima. A un anno dalla sua scomparsa, la produzione originale Sky Sport - “L’Uomo della domenica” ricorda il grande campione e il collega, per molti anni commentatore di Sky Sport. “Una vita di sfide e sorrisi, di trionfi e lezioni – scrive Giorgio Porrà -. Una vita, nella sua porzione finale, la più dura, rivelatasi un capolavoro di dignità.”

 

Appuntamento con il nuovo episodio, “L’Uomo della domenica. GIANLUCA VIALLI – CONFESSO CHE HO VISSUTO”, domani alle 19 su Sky Sport Uno e alle 21.30 su Sky Sport Max, in streaming su NOW (disponibile on demand).

 

I gol di Luca Vialli. Tanti, tra Italia e Inghilterra. Gol spudorati, rombanti. Soprattutto allegri, come allegro era il suo modo di respirare il gioco, gli affetti, le amicizie. Killer gentile, Luca, col sole in tasca. Gol eccitanti, mai uguali, mai banali. Di fino, d'astuzia, in acrobazia, dalla sfacciata insolenza. Piombando sulla palla da botole invisibili o sfuggendo alla morsa di difensori logorati dal ritmo ossessivo dei suoi scatti, in martellante sequenza.

 

Gol come squilli di felicità. La stessa che colorò la sua gioventù cremonese. Quella di un ragazzo, ultimo di 5 figli, cresciuto in una famiglia agiata e colta, nella quale il calcio non rappresentava una priorità.

 

"Molti si stupivano che un ragazzo che veniva da una famiglia borghese che molti pensavano fosse miliardaria ma non lo era – diceva Gianluca -, avesse questo tipo di cattiveria, questa fame, ma questo atteggiamento a me veniva naturale."

 

"Il mio idolo era Boninsegna, mi piaceva Mazzola – raccontava -, il periodo della Grande Inter non l'ho vissuto, perché sono del '64, sono cresciuto con i grandi campioni dell'era successiva."

 

Storia irripetibile quella della Sampdoria Campione. Per lo spessore dei protagonisti, per il patto di sangue che ne sublimò l'unione. E per la sua scandalosa portata. L'impresa corsara di chi sovvertì l'ordine costituito con la spregiudicatezza dell'outsider.

 

"Roberto ed io vivevamo come tutti i nostri compagni per la Samp, andavamo a letto col pigiama della Samp come diceva Boskov, però c'era anche la parte ludica, si andava al mare, sulle moto d'acqua, c'è stato il periodo delle donne, altrimenti la giovinezza scivola via..."

 

Esistono immagini che marchiano la memoria, le danno fuoco. E' ciò che accade anche agli juventini davanti alla danza liberatoria di Vialli e compagni dopo la conquista della Champions sull'Ajax al termine di quella sfinente maratona romana.

 

Mai successo fu più sospirato di quello, nelle tormentate dinamiche dell'ultimo atto, risolte dal penalty decisivo di Jugovic, più in generale nella storia bianconera, con le ferite mai ricucite della tragedia dell'Heysel. 

 

Nello sguardo trasfigurato di Luca, mentre solleva la Coppa al cielo, il sollievo di un club che interpretava quel titolo come una sorta di purificazione. Lo stesso del suo capitano che toccava il punto estremo del suo calcio selvaggio e sentimentale. E che in quella finale incise, nel tridente di Lippi con Ravanelli e Del Piero, bruciando ogni zolla dell'Olimpico.  

 

La puntata ricorda anche il Vialli post-calcio, il comunicatore televisivo che abbiamo avuto come collega a Sky Sport. In televisione la prima regola di Vialli consisteva nell'usare soltanto parole in grado di migliorare il silenzio. Quindi atipico, Luca, pure in questo. Voleva essere quello che diceva. Somigliare alle parole che pronunciava.

 

In qualunque ruolo, nei suoi 15 anni a Sky, conduttore, commentatore, seconda voce, coniugava profondità e leggerezza, fedele al modello british sul quale si era formato, alla missione che si era imposto, irrorare positività nel racconto del calcio. Nel modo di comunicare, nella valutazione degli episodi, nel rapporto con i protagonisti. Ed anche con i compagni d'avventura.

 

Non è facile racchiudere un'esistenza in un solo gesto, una sola sequenza. Figurarsi con Vialli e il suo viaggio dalle mille tappe. Ma c'è stato un attimo, nella sua storia più recente, nel quale un semplice bacio sembrò spiegare, riassumere tutto. O almeno, a noi piace immaginarlo.

 

Il bacio che Luca posò sul pallone di Italia-Polonia di Nations League, nel 2020, a Reggio Emilia, durante la terza ondata della pandemia. Partita benedetta da quel bacio fugace, estemporaneo. Schioccato da Vialli sulla sfera, alzandosi all'improvviso dalla panca.

 

Gesto dalla forte simbologia. Omaggio poetico al gioco, alla sua essenza. Ed anche al mondo azzurro, che in quel periodo, nel solco delle cicatrici del suo talismano, decideva di insistere con fiducia.

 

Ma forse, in quel bacio, in quello slancio, c'era qualcosa di persino più sacro, più potente. La consapevolezza di Luca Vialli di aver vissuto la vita che si era scelto. La gratitudine per chi lo aveva accompagnato. Il desiderio di aver scritto una storia destinata a restare nella memoria collettiva.

 

Alcune citazioni della puntata

 

“Dietro casa mia, a Cremona, c'era un cortile dove giocavamo a pallone. E non c'è dubbio che i luoghi dell'infanzia condizionino il tipo di giocatore che diventerai. Il mio cortile era un rettangolo con due garage sui lati e le estremità libere. Era uno spazio più largo che lungo, e io coprivo l'intero fronte offensivo, esattamente il tipo di attaccante che sarei diventato. Ma se quel cortile fosse stato lungo e stretto, chissà, magari mi sarei affermato come uomo d'area alla Romario, abituato ad aspettare il rimpallo buono, e a segnare gol di rapina”. GIANLUCA VIALLI

 

“Le capacità acrobatiche erano il suo pallino, si allenava molto su questo, metteva un compagno a destra, un altro a sinistra per avere la palla buona, gli piaceva molto...” MARCELLO LIPPI

 

“Secondo me Luca sarebbe stato per la Sampdoria un presidente manager, molto competente di calcio, ma che studiava come gestire le società, è stato quello il suo unico sogno non realizzato.” MASSIMO MAURO

 

“Vialli è il Michelangelo della Cappella Sistina che da scultore sa farsi pittore.” GIANNI AGNELLI

 

“Luca Vialli ci ha spiegato che l'unità di misura di ciascuno non dovrebbe essere la lunghezza, ma il peso. Non ha mai nascosto che la linea del traguardo lui la vedeva, anche quando gli altri la negavano. Ispirare il prossimo era diventato lo scopo della sua vita, quale che fosse il tempo che la sorte gli avesse concesso. Nella notte della vittoria agli Europei mi disse di considerarsi ‘un uomo fortunato’. Lo è stato, se tutti oggi soffrono tanto per lui e gli sono grati. Le vite pesano.” WALTER VELTRONI

 

“Capisco che molta gente sia rimasta sorpresa di come ha affrontato la malattia o di come è riuscito a stare al posto giusto con grande personalità, senza essere ingombrante, incidendo in quegli europei. Queste sono le caratteristiche di Gianluca Vialli.” ALESSANDRO DEL PIERO

 

“La cosa che mi di divertiva tantissimo era lo spirito goliardico di Gianluca che scherzava con me mentre ero davanti alle telecamere. Si sentiva completamente a suo agio, sereno in un ambiente di amici, in totale confidenza con tutto il gruppo di Sky Sport.” ILARIA D'AMICO

 

“Applicava la legge di Einstein: 1% ispirazione e talento, 99% duro lavoro. Lui riempiva gli spazi, lo faceva in campo - e da centravanti era molto avanti rispetto ai suoi contemporanei - ma lo ha fatto anche fuori dal campo.” ALESSANDRO DE CALO’ (La Gazzetta dello Sport)

 

“Sono trent'anni che ogni cinque, massimo sei mesi, gli ex della Samp Campione d’Italia vanno a cena tutti insieme. E si spingono come ragazzini, si abbracciano, si misurano la pancia e si sfottono. Hanno viaggiato. Fatto, cambiato famiglia. Sono stati capitani, riserve, in panchina e in cima al mondo. Sono rimasti quelli che erano, uomini, temperamenti, storie diverse. Una squadra di amici capace di rendere possibile l'impossibile, sfidare e battere lo status quo, agitare le acque fino a scatenare uno tsunami.” PIERDOMENICO BACCALARIO (co-autore del libro “La bella stagione”)

 

“Luca era preparati anche sul set, conosceva le regole del cinema. Ma a me rimane negli occhi il ricordo di un uomo bello. Elegante, educato, intelligente, che trae la sua energia dal fatto di mettere in circolo tanta amicizia.”  MARCO PONTI (regista del film “La bella stagione”)

 

“Se dovessi raccontare l'intera carriera di Vialli usando una sola partita, sarebbe Juventus Aiax, all'Olimpico, la finale di Champions del '96, vinta ai rigori dai bianconeri. Su quel prato, che tante amarezze gli aveva riservato, dal Mondiale flop, al grave infortunio nel secondo anno torinese, lasciò tutto quello che aveva.” MARCO GAETANI

 

“La tua vita è il messaggio che trasmetti al mondo. Assicurati che sia d'esempio". GIANLUCA VIALLI

 

 

L’UOMO DELLA DOMENICA - DISCORSO SU DUE PIEDI

GIANLUCA VIALLI – CONFESSO CHE HO VISSUTO

 

Da venerdì 8 dicembre alle 19 su Sky Sport Uno e alle 21.30 su Sky Sport Max e in streaming su NOW
Disponibile on demand

 

Altri passaggi

Sabato 9 dicembre

Ore 13 su Sky Sport Calcio

Ore 16 su Sky Sport Max

Ore 17.30 su Sky Sport Arena

Ore 20.30 su Sky Sport Max

 

Domenica 10 dicembre

Ore 14 su Sky Sport Uno

Ore 19.30 su Sky Sport Uno

Ore 22.45 su Sky Sport Arena