Calcio
IL COMMENTO - Abbruscato: "Mi piace moltissimo il calcio di Gattuso: esprime un gioco propositivo e c’è un’idea ben chiara."
14.07.2020 16:39 di Napoli Magazine

Per diversi anni Elvis Abbruscato è stato il bomber di Chievo e Torino, togliendosi alcune soddisfazioni anche in Serie B e in Serie C, conquistando una storica promozione con l’Arezzo. Oggi l’ex attaccante è il vice-allenatore della Nazionale Under-18 e la passione per il nuovo ruolo è stata tale da portarlo a sviluppare addirittura un’app per coadiuvare il lavoro di mister e giocatori, chiamata “BeCoach”. Abbruscato ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando della sua carriera e di diversi temi del calcio italiano.

 

Ormai è passato qualche anno da quando hai appeso gli scarpini al chiodo. Quanto ti sembra cambiata la Serie A rispetto a quando giocavi?
La Serie A è sicuramente cambiata in termini di giocatori, che anni fa davano lusso. C’erano tantissimi talenti molto importanti. Anche se nel nostro campionato sono diminuiti i giocatori con delle capacità calcistiche, d’altro canto è aumentato il livello calcistico e la proposta di gioco quindi è un qualcosa che si compensa.

 

Inter e Milan, ad esempio, sono diventate due realtà completamente diverse negli ultimi tempi: ti impressiona vedere come Ibrahimovic, sulla soglia dei 40 anni, sia talvolta più incisivo di Lukaku?
No, non mi impressiona perché Ibrahimovic ha un’intelligenza e una consapevolezza dei suoi mezzi che va oltre a quella che magari hanno gli altri. Ha una leadership fortissima e nel calcio fa la differenza come anche la decisione, la capacità di trascinare l’ambiente. Cosa che si acquista con l’esperienza. Questo non vuol dire che fa più differenza di Lukaku. Sono due giocatori diversi.

 

La tua ultima presenza in Serie A risale al 2013: allora la Juventus aveva appena iniziato il suo ciclo di vittorie consecutive. Ti saresti mai aspettato di vedere addirittura Ronaldo in Italia o i bianconeri davano già l’impressione di non porsi limiti
Sì, me lo sarei aspettato della Juventus perché hanno sempre puntato sul loro brand e sapevo che sarebbero arrivati a grandi giocatori. La Juve ha una visione chiara, loro si proiettano su questo e in più hanno anche un management incredibile.

 

A un vecchio cuore granata non possiamo non chiedere di Andrea Belotti, attuale bomber del Torino. In Nazionale c’è un dualismo con Immobile e ormai non c’è spazio per Balotelli, mentre si pensa di inserire Caputo. Tu come vedi questa situazione?
Belotti e Immobile sono due attaccanti fortissimi e sono importanti per la nostra Nazionale. Sono molto felice per Caputo che farà parte di questa Nazionale e se lo merita tutto.

 

A proposito di Immobile: in Italia ha fatto benissimo sia con il Torino sia con la Lazio, ma in questi anni ha incontrato difficoltà in Germania e in Spagna. Da ex attaccante, come ti spieghi questo fenomeno?
Immobile ha bisogno di essere trascinante, ha bisogno di sentirsi il bomber. Quando vai fuori e quando vai in squadre dove tutto ruota intorno al gioco, all’idea di calcio e alla filosofia devi saperti amalgamare con la cultura del posto e non è facile. Mentre in Italia è il nostro bomber di riferimento.

 

Il Napoli è forse la squadra con più fantasia in attacco dato che può giocare sia con una prima punta come Milik sia con il tridente leggero, mentre la Roma si affida sempre e comunque a Dzeko: dove ti sarebbe piaciuto giocare di più?
Ma sicuramente alla Roma, anche se mi piace moltissimo il calcio di Gattuso: esprime un gioco propositivo e c’è un’idea ben chiara.

 

Ad oggi, qual è il ricordo più bello della tua carriera?
Il ricordo più bello della mia carriera risale quando abbiamo vinto il campionato nel 2004 (con l’Arezzo, ndr), esattamente il 25 aprile si coronava una grandissima vittoria e il giorno dopo io mi sono sposato, quindi sicuramente un ricordo meraviglioso.

 

Sappiamo che hai iniziato ad allenare e che hai sviluppato un’app relativa al mondo del calcio: cosa c’è nel futuro di Elvis Abbruscato?
Del mio futuro ancora non lo so. Con quello che sto costruendo penso che oggi gli allenatori abbiano in mano tantissimi dati e tante cose delle quali tener conto. Credo che oggi ci siano tanti strumenti che possono creare confusione e dimentichiamo quella che è invece una prestazione fondamentale da parte dell’allenatore da monitorare che è la prestazione comunicativa, che ha un valore enorme di impatto sulla squadra; quindi è una prestazione da monitorare. Dunque all’interno della mia applicazione sarà molto facile capire questo dato attraverso i feedback costanti dei tuoi giocatori.

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IL COMMENTO - Abbruscato: "Mi piace moltissimo il calcio di Gattuso: esprime un gioco propositivo e c’è un’idea ben chiara."

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14/07/2024 - 16:39

Per diversi anni Elvis Abbruscato è stato il bomber di Chievo e Torino, togliendosi alcune soddisfazioni anche in Serie B e in Serie C, conquistando una storica promozione con l’Arezzo. Oggi l’ex attaccante è il vice-allenatore della Nazionale Under-18 e la passione per il nuovo ruolo è stata tale da portarlo a sviluppare addirittura un’app per coadiuvare il lavoro di mister e giocatori, chiamata “BeCoach”. Abbruscato ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando della sua carriera e di diversi temi del calcio italiano.

 

Ormai è passato qualche anno da quando hai appeso gli scarpini al chiodo. Quanto ti sembra cambiata la Serie A rispetto a quando giocavi?
La Serie A è sicuramente cambiata in termini di giocatori, che anni fa davano lusso. C’erano tantissimi talenti molto importanti. Anche se nel nostro campionato sono diminuiti i giocatori con delle capacità calcistiche, d’altro canto è aumentato il livello calcistico e la proposta di gioco quindi è un qualcosa che si compensa.

 

Inter e Milan, ad esempio, sono diventate due realtà completamente diverse negli ultimi tempi: ti impressiona vedere come Ibrahimovic, sulla soglia dei 40 anni, sia talvolta più incisivo di Lukaku?
No, non mi impressiona perché Ibrahimovic ha un’intelligenza e una consapevolezza dei suoi mezzi che va oltre a quella che magari hanno gli altri. Ha una leadership fortissima e nel calcio fa la differenza come anche la decisione, la capacità di trascinare l’ambiente. Cosa che si acquista con l’esperienza. Questo non vuol dire che fa più differenza di Lukaku. Sono due giocatori diversi.

 

La tua ultima presenza in Serie A risale al 2013: allora la Juventus aveva appena iniziato il suo ciclo di vittorie consecutive. Ti saresti mai aspettato di vedere addirittura Ronaldo in Italia o i bianconeri davano già l’impressione di non porsi limiti
Sì, me lo sarei aspettato della Juventus perché hanno sempre puntato sul loro brand e sapevo che sarebbero arrivati a grandi giocatori. La Juve ha una visione chiara, loro si proiettano su questo e in più hanno anche un management incredibile.

 

A un vecchio cuore granata non possiamo non chiedere di Andrea Belotti, attuale bomber del Torino. In Nazionale c’è un dualismo con Immobile e ormai non c’è spazio per Balotelli, mentre si pensa di inserire Caputo. Tu come vedi questa situazione?
Belotti e Immobile sono due attaccanti fortissimi e sono importanti per la nostra Nazionale. Sono molto felice per Caputo che farà parte di questa Nazionale e se lo merita tutto.

 

A proposito di Immobile: in Italia ha fatto benissimo sia con il Torino sia con la Lazio, ma in questi anni ha incontrato difficoltà in Germania e in Spagna. Da ex attaccante, come ti spieghi questo fenomeno?
Immobile ha bisogno di essere trascinante, ha bisogno di sentirsi il bomber. Quando vai fuori e quando vai in squadre dove tutto ruota intorno al gioco, all’idea di calcio e alla filosofia devi saperti amalgamare con la cultura del posto e non è facile. Mentre in Italia è il nostro bomber di riferimento.

 

Il Napoli è forse la squadra con più fantasia in attacco dato che può giocare sia con una prima punta come Milik sia con il tridente leggero, mentre la Roma si affida sempre e comunque a Dzeko: dove ti sarebbe piaciuto giocare di più?
Ma sicuramente alla Roma, anche se mi piace moltissimo il calcio di Gattuso: esprime un gioco propositivo e c’è un’idea ben chiara.

 

Ad oggi, qual è il ricordo più bello della tua carriera?
Il ricordo più bello della mia carriera risale quando abbiamo vinto il campionato nel 2004 (con l’Arezzo, ndr), esattamente il 25 aprile si coronava una grandissima vittoria e il giorno dopo io mi sono sposato, quindi sicuramente un ricordo meraviglioso.

 

Sappiamo che hai iniziato ad allenare e che hai sviluppato un’app relativa al mondo del calcio: cosa c’è nel futuro di Elvis Abbruscato?
Del mio futuro ancora non lo so. Con quello che sto costruendo penso che oggi gli allenatori abbiano in mano tantissimi dati e tante cose delle quali tener conto. Credo che oggi ci siano tanti strumenti che possono creare confusione e dimentichiamo quella che è invece una prestazione fondamentale da parte dell’allenatore da monitorare che è la prestazione comunicativa, che ha un valore enorme di impatto sulla squadra; quindi è una prestazione da monitorare. Dunque all’interno della mia applicazione sarà molto facile capire questo dato attraverso i feedback costanti dei tuoi giocatori.