Calcio
TELEGRAPH - Conte: "Ora mi sento pronto, ho tanta energia, voglio vincere la Champions"
14.02.2024 13:46 di Napoli Magazine
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Antonio Conte, ex allenatore, tra le altre, di Inter e Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni al tabloid inglese The Telegraph: "Essere solo una squadra divertente non basta se vuoi vincere. Lo so perché ho allenato le migliori squadre e loro chiedevano sempre di vincere. Per me adesso è impossibile lavorare per una squadra solo per intrattenimento perché l’aspettativa è sempre quella di dover vincere. Amo il mio passato, ma allo stesso tempo l’aspettativa che porti è sempre molto alta e se non vinci hai fallito. La migliore opzione possibile è intrattenere e vincere. Io devo vincere. Diversamente, gli altri stanno aspettando di celebrare il mio fallimento. E' questa la verità. Mi sono preso questo tempo per me, per la mia famiglia e per stare con i miei genitori. Mio padre mi spinge a tornare rapidamente, ma è importante ricaricarsi, fisicamente e mentalmente. Ora il mio unico problema è che ho troppa energia e sto infastidendo mia moglie! In ogni club in cui ho allenato ho portato il Subbuteo, anche a volte per spiegare alcune situazioni tattiche con i miei giocatori. Ne ho sempre avuto uno a casa mia. Difesa più alta? Perché no, è una possibilità. La prima cosa è adattarti alle caratteristiche dei giocatori che hai. Chelsea? Avremmo potuto prendere il comando in Inghilterra dopo la mia prima stagione al Chelsea, quando vincemmo il campionato. Abbiamo avuto conversazioni sia con Virgil van Dijk che con Romelu Lukaku, due giocatori chiave con i quali avremmo potuto cambiare il corso degli eventi. Io sono così con i giocatori. Odio le bugie. Questo a volte può aiutarmi o a volte può ferirmi. Ma preferisco restare in silenzio piuttosto che dire una bella bugia, anche nel rapporto con i miei giocatori. Durante la stagione può succedere che tu abbia bisogno di un dialogo onesto che può essere positivo o negativo. Lo so benissimo, anch'io sono stato giocatore e alcuni allenatori mi hanno detto belle bugie per tenermi calmo. Non voglio questo tipo di situazione. So molto bene che quando hai queste conversazioni oneste con i giocatori, nel primo momento possono essere un po' arrabbiati. Poi, per mia esperienza, il tempo aiuta il giocatore ad apprezzarti. Erano arrabbiati, ma poi apprezzano l’onestà. Addio al Tottenham? In quel momento, la mia sensazione era quella. Se racconto qualcosa vuol dire che c’è sempre qualcosa di vero. No, onestamente, non mi pento di nulla di questo. Ma ho buone sensazioni riguardo al Tottenham. Conservo questa esperienza nel mio cuore. È stato un periodo importante con la Champions League, la FA Cup e con il campionato. Ho preferito tornare velocemente, ma poi ho capito che era davvero presto. È stato Daniel Levy a spingermi a tornare a casa e riprendermi. Dopo la partita con il Milan, quando perdemmo 1-0 a San Siro, mi disse di restare in Italia per recuperare bene perché non gli piacevo come stavo e i medici del Tottenham non volevano che corressi rischi. Il club mi ha supportato davvero bene. Onestamente un sogno ce l’ho: un giorno mi piacerebbe sollevare la Champions League anche da allenatore. So che è molto difficile, la gente pensa che sia semplice, ma devi trovarti nel club giusto, un club che corrisponda alle tue ambizioni, un club pronto a fare l'ultimo passo per vincere la Champions. Basta vedere il Manchester City, quanto ci ha messo a costruire quel successo. Sette anni, no? Vorrei regalare questa gioia a mio padre. Mi ha detto ‘Vorrei vederti sollevare la Champions League’. Non è semplice, ma tutti hanno diritto ad avere un sogno".

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TELEGRAPH - Conte: "Ora mi sento pronto, ho tanta energia, voglio vincere la Champions"

di Napoli Magazine

14/02/2024 - 13:46

Antonio Conte, ex allenatore, tra le altre, di Inter e Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni al tabloid inglese The Telegraph: "Essere solo una squadra divertente non basta se vuoi vincere. Lo so perché ho allenato le migliori squadre e loro chiedevano sempre di vincere. Per me adesso è impossibile lavorare per una squadra solo per intrattenimento perché l’aspettativa è sempre quella di dover vincere. Amo il mio passato, ma allo stesso tempo l’aspettativa che porti è sempre molto alta e se non vinci hai fallito. La migliore opzione possibile è intrattenere e vincere. Io devo vincere. Diversamente, gli altri stanno aspettando di celebrare il mio fallimento. E' questa la verità. Mi sono preso questo tempo per me, per la mia famiglia e per stare con i miei genitori. Mio padre mi spinge a tornare rapidamente, ma è importante ricaricarsi, fisicamente e mentalmente. Ora il mio unico problema è che ho troppa energia e sto infastidendo mia moglie! In ogni club in cui ho allenato ho portato il Subbuteo, anche a volte per spiegare alcune situazioni tattiche con i miei giocatori. Ne ho sempre avuto uno a casa mia. Difesa più alta? Perché no, è una possibilità. La prima cosa è adattarti alle caratteristiche dei giocatori che hai. Chelsea? Avremmo potuto prendere il comando in Inghilterra dopo la mia prima stagione al Chelsea, quando vincemmo il campionato. Abbiamo avuto conversazioni sia con Virgil van Dijk che con Romelu Lukaku, due giocatori chiave con i quali avremmo potuto cambiare il corso degli eventi. Io sono così con i giocatori. Odio le bugie. Questo a volte può aiutarmi o a volte può ferirmi. Ma preferisco restare in silenzio piuttosto che dire una bella bugia, anche nel rapporto con i miei giocatori. Durante la stagione può succedere che tu abbia bisogno di un dialogo onesto che può essere positivo o negativo. Lo so benissimo, anch'io sono stato giocatore e alcuni allenatori mi hanno detto belle bugie per tenermi calmo. Non voglio questo tipo di situazione. So molto bene che quando hai queste conversazioni oneste con i giocatori, nel primo momento possono essere un po' arrabbiati. Poi, per mia esperienza, il tempo aiuta il giocatore ad apprezzarti. Erano arrabbiati, ma poi apprezzano l’onestà. Addio al Tottenham? In quel momento, la mia sensazione era quella. Se racconto qualcosa vuol dire che c’è sempre qualcosa di vero. No, onestamente, non mi pento di nulla di questo. Ma ho buone sensazioni riguardo al Tottenham. Conservo questa esperienza nel mio cuore. È stato un periodo importante con la Champions League, la FA Cup e con il campionato. Ho preferito tornare velocemente, ma poi ho capito che era davvero presto. È stato Daniel Levy a spingermi a tornare a casa e riprendermi. Dopo la partita con il Milan, quando perdemmo 1-0 a San Siro, mi disse di restare in Italia per recuperare bene perché non gli piacevo come stavo e i medici del Tottenham non volevano che corressi rischi. Il club mi ha supportato davvero bene. Onestamente un sogno ce l’ho: un giorno mi piacerebbe sollevare la Champions League anche da allenatore. So che è molto difficile, la gente pensa che sia semplice, ma devi trovarti nel club giusto, un club che corrisponda alle tue ambizioni, un club pronto a fare l'ultimo passo per vincere la Champions. Basta vedere il Manchester City, quanto ci ha messo a costruire quel successo. Sette anni, no? Vorrei regalare questa gioia a mio padre. Mi ha detto ‘Vorrei vederti sollevare la Champions League’. Non è semplice, ma tutti hanno diritto ad avere un sogno".