Arthur Atta, centrocampista dell'Udinese, ha rilasciato un'intervista a Udinese Tonight: “Va tutto benissimo dopo queste due vittorie”. Queste sono le parole con cui un soddisfatto Atta apre la chiacchierata. Non sono però una sorpresa per lui questi risultati: “Abbiamo lavorato molto nel precampionato, anche per questo abbiamo avuto un buon inizio. In estate abbiamo capito che era importante vincere anche le amichevoli e abbiamo vinto le ultime quattro, poi abbiamo vinto anche in Coppa Italia. Non è una sorpresa, più una continuità rispetto a questi risultati”. C’è discontinuità invece rispetto al finale della scorsa stagione: “Abbiamo imparato dalle ultime dieci partite dello scorso anno e vogliamo che non si ripetano. Dobbiamo continuare a lavorare”. Per Atta il lavoro, appunto, e il gruppo sono le chiavi per migliorare, anche individualmente: “Lo scorso anno avevamo individualità importanti come Lucca e Thauvin, adesso siamo un gruppo con qualità e sappiamo che dobbiamo dare tutto sul campo. Sono contento di giocare con i miei compagni, mi aiutano ad essere ancora più forte. Spero di continuare così”. Atta ha ora anche tre nuovi compagni su cui fare affidamento, arrivati nell’ultimo giorno di mercato: “Gueye lo avevo visto per poco tempo a Metz prima di venire qua, ma adesso stiamo tutti vedendo le sue qualità. È bravo con entrambi i piedi ed è veloce, con gli altri attaccanti che abbiamo imparerà molto. Zaniolo e Zanoli si sono già integrati bene, portano qualità ed esperienza. Sono sicuro che aiuteranno la squadra, siamo contenti siano qui”. Si passa poi a parlare del match di Pisa: “Nel primo tempo abbiamo giocato con tanta intensità, poi nel secondo tempo è stato difficile continuare sulla stessa linea. Dobbiamo imparare a mantenere quell’intensità, ma abbiamo tempo per farlo”. Un’intensità che si è tradotta soprattutto in un pressing che ha messo in difficoltà a più riprese gli avversari: “Sappiamo che quando giochiamo contro squadre come Pisa o Verona possiamo recuperare palla e andare a segnare direttamente”. È poi bastato un gol per vincere, quello di Iker Bravo, nato però da una combinazione tra Atta e Davis, come la rete del francese a San Siro: “Davis è un attaccante molto forte, possiamo contare su di lui. Quando ho la palla lo cerco sempre perché può fare la differenza”. La crescita di Arthur Atta dal suo arrivo un anno fa è stata importante, grazie anche alle scelte di mister Runjaic: “Ho sempre giocato da mezzala prima di venire a Udine, ma lo scorso anno mi sono trovato a fare l’esterno e ho capito che avevo qualità nel dribbling. Ora da mezzala mi sento ancora più forte”. E in queste prime partite della nuova stagione ha iniziato anche a segnare: “Il mister mi ha dato la fiducia necessaria per andare davanti alla porta. Lo scorso anno avevo detto che volevo aiutare la squadra, ma non ero riuscito a fare gol. Quest’anno ce l’ho fatta subito”. Uno dei segreti dell’ottimo rendimento di Atta è sicuramente la sua concentrazione sul calcio, anche fuori dal campo: “Penso solo al calcio. Nel tempo libero mi riposo, guardo serie tv in italiano per imparare la lingua e gioco alla playstation. A EA FC però non mi prendo, non sono forte nel gioco. Spesso torno allo stadio per vedere i fisioterapisti o cose così, praticamente vivo al Bluenergy Stadium (ride, ndr)”. Una passione e una dedizione che nascono quando Arthur era molto piccolo: “Ho cominciato a giocare presto a calcio, a cinque anni. Giocavo ovunque: sul campo, a scuola, anche un po’ in strada. Poi a otto anni sono andato al Rennes – la squadra che tifavo, avevo anche il poster di Gourcuff in camera – dove sono rimasto per otto anni e ho imparato tanto. Nel primo torneo che ho fatto con loro mi hanno fatto giocare da portiere, ma dal giorno dopo ero di nuovo in mezzo al campo. A sedici anni sono andato al Metz e cinque anni dopo sono arrivato qui”. Anche quando smetterà di giocare, tra tanti anni, Arthur non vuole staccarsi dal pallone: “Mi piacerebbe rimanere nel calcio a fine carriera, magari fare l’allenatore. Ho tempo per decidere”. Tra calcio francese e calcio italiano Atta vede alcune differenze: “A Udine si lavora molto di più sul fisico rispetto a Metz, si lavora di più in generale, anche sulla tattica. Il calcio francese è diverso”. Il centrocampista bianconero apprezza il calcio italiano: “La Serie A mi piace, perché ho giocatori forti accanto a me e contro di me”, ma anche la cucina italiana (e friulana): “Ho mangiato il frico, è buono. In generale mi piace la cucina italiana”. Di francese, invece, nei sogni di Arthur Atta c’è la nazionale: “È il desiderio di ogni giocatore. Se un giorno arriverà sarò contento”. Anche a Udinese Tonight, Atta colpisce per la sua serietà e la sua educazione: “Mi piace ridere, ma grazie ai miei genitori sono un ragazzo serio ed educato. Non ho mai dato problemi ai miei, andavo pure bene a scuola, ho preso il Bac (la maturità francese, ndr)”. Qualche difetto? Solo con gli scarpini ai piedi: “Sul campo un mio difetto è il colpo di testa, fuori dal campo non me ne vengono in mente (ride, ndr)”. Infine, Arthur conclude parlando dei tifosi e della prossima partita contro il Milan: “Domenica c’erano tanti tifosi in trasferta, è stato bello. Quando siamo sul campo li sentiamo e ci danno molta forza. Contro il Milan sarà una bella partita davanti ai nostri fan. Dovremo lottare, speriamo di vincere”. Non c’è modo, però, di farlo sbilanciare sugli obiettivi personali e di squadra: “Ora pensiamo una partita alla volta e vedremo dove saremo. Non voglio darmi obiettivi, mi concentro su una partita alla volta pure per me stesso. Darò sempre tutto”.
di Napoli Magazine
16/09/2025 - 22:36
Arthur Atta, centrocampista dell'Udinese, ha rilasciato un'intervista a Udinese Tonight: “Va tutto benissimo dopo queste due vittorie”. Queste sono le parole con cui un soddisfatto Atta apre la chiacchierata. Non sono però una sorpresa per lui questi risultati: “Abbiamo lavorato molto nel precampionato, anche per questo abbiamo avuto un buon inizio. In estate abbiamo capito che era importante vincere anche le amichevoli e abbiamo vinto le ultime quattro, poi abbiamo vinto anche in Coppa Italia. Non è una sorpresa, più una continuità rispetto a questi risultati”. C’è discontinuità invece rispetto al finale della scorsa stagione: “Abbiamo imparato dalle ultime dieci partite dello scorso anno e vogliamo che non si ripetano. Dobbiamo continuare a lavorare”. Per Atta il lavoro, appunto, e il gruppo sono le chiavi per migliorare, anche individualmente: “Lo scorso anno avevamo individualità importanti come Lucca e Thauvin, adesso siamo un gruppo con qualità e sappiamo che dobbiamo dare tutto sul campo. Sono contento di giocare con i miei compagni, mi aiutano ad essere ancora più forte. Spero di continuare così”. Atta ha ora anche tre nuovi compagni su cui fare affidamento, arrivati nell’ultimo giorno di mercato: “Gueye lo avevo visto per poco tempo a Metz prima di venire qua, ma adesso stiamo tutti vedendo le sue qualità. È bravo con entrambi i piedi ed è veloce, con gli altri attaccanti che abbiamo imparerà molto. Zaniolo e Zanoli si sono già integrati bene, portano qualità ed esperienza. Sono sicuro che aiuteranno la squadra, siamo contenti siano qui”. Si passa poi a parlare del match di Pisa: “Nel primo tempo abbiamo giocato con tanta intensità, poi nel secondo tempo è stato difficile continuare sulla stessa linea. Dobbiamo imparare a mantenere quell’intensità, ma abbiamo tempo per farlo”. Un’intensità che si è tradotta soprattutto in un pressing che ha messo in difficoltà a più riprese gli avversari: “Sappiamo che quando giochiamo contro squadre come Pisa o Verona possiamo recuperare palla e andare a segnare direttamente”. È poi bastato un gol per vincere, quello di Iker Bravo, nato però da una combinazione tra Atta e Davis, come la rete del francese a San Siro: “Davis è un attaccante molto forte, possiamo contare su di lui. Quando ho la palla lo cerco sempre perché può fare la differenza”. La crescita di Arthur Atta dal suo arrivo un anno fa è stata importante, grazie anche alle scelte di mister Runjaic: “Ho sempre giocato da mezzala prima di venire a Udine, ma lo scorso anno mi sono trovato a fare l’esterno e ho capito che avevo qualità nel dribbling. Ora da mezzala mi sento ancora più forte”. E in queste prime partite della nuova stagione ha iniziato anche a segnare: “Il mister mi ha dato la fiducia necessaria per andare davanti alla porta. Lo scorso anno avevo detto che volevo aiutare la squadra, ma non ero riuscito a fare gol. Quest’anno ce l’ho fatta subito”. Uno dei segreti dell’ottimo rendimento di Atta è sicuramente la sua concentrazione sul calcio, anche fuori dal campo: “Penso solo al calcio. Nel tempo libero mi riposo, guardo serie tv in italiano per imparare la lingua e gioco alla playstation. A EA FC però non mi prendo, non sono forte nel gioco. Spesso torno allo stadio per vedere i fisioterapisti o cose così, praticamente vivo al Bluenergy Stadium (ride, ndr)”. Una passione e una dedizione che nascono quando Arthur era molto piccolo: “Ho cominciato a giocare presto a calcio, a cinque anni. Giocavo ovunque: sul campo, a scuola, anche un po’ in strada. Poi a otto anni sono andato al Rennes – la squadra che tifavo, avevo anche il poster di Gourcuff in camera – dove sono rimasto per otto anni e ho imparato tanto. Nel primo torneo che ho fatto con loro mi hanno fatto giocare da portiere, ma dal giorno dopo ero di nuovo in mezzo al campo. A sedici anni sono andato al Metz e cinque anni dopo sono arrivato qui”. Anche quando smetterà di giocare, tra tanti anni, Arthur non vuole staccarsi dal pallone: “Mi piacerebbe rimanere nel calcio a fine carriera, magari fare l’allenatore. Ho tempo per decidere”. Tra calcio francese e calcio italiano Atta vede alcune differenze: “A Udine si lavora molto di più sul fisico rispetto a Metz, si lavora di più in generale, anche sulla tattica. Il calcio francese è diverso”. Il centrocampista bianconero apprezza il calcio italiano: “La Serie A mi piace, perché ho giocatori forti accanto a me e contro di me”, ma anche la cucina italiana (e friulana): “Ho mangiato il frico, è buono. In generale mi piace la cucina italiana”. Di francese, invece, nei sogni di Arthur Atta c’è la nazionale: “È il desiderio di ogni giocatore. Se un giorno arriverà sarò contento”. Anche a Udinese Tonight, Atta colpisce per la sua serietà e la sua educazione: “Mi piace ridere, ma grazie ai miei genitori sono un ragazzo serio ed educato. Non ho mai dato problemi ai miei, andavo pure bene a scuola, ho preso il Bac (la maturità francese, ndr)”. Qualche difetto? Solo con gli scarpini ai piedi: “Sul campo un mio difetto è il colpo di testa, fuori dal campo non me ne vengono in mente (ride, ndr)”. Infine, Arthur conclude parlando dei tifosi e della prossima partita contro il Milan: “Domenica c’erano tanti tifosi in trasferta, è stato bello. Quando siamo sul campo li sentiamo e ci danno molta forza. Contro il Milan sarà una bella partita davanti ai nostri fan. Dovremo lottare, speriamo di vincere”. Non c’è modo, però, di farlo sbilanciare sugli obiettivi personali e di squadra: “Ora pensiamo una partita alla volta e vedremo dove saremo. Non voglio darmi obiettivi, mi concentro su una partita alla volta pure per me stesso. Darò sempre tutto”.