Pierpaolo Marino, d.t. dell'Udinese, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport in cui ha parlato di Simone Pafundi, attaccante classe 2006 che ha attirato l'interesse di molte big, tra cui anche il Napoli: "A me ricorda molto Roberto Baggio. Ha il passo, le caratteristiche tecniche di Roberto a quell’età. Tutti i paragoni ora sono azzardati, ma il talento che ha porta a farli. Io ho provato la sensazione di rivedere il Baggio che avevo visto giovane nel Vicenza. Come ragazzo è molto maturo, fa parte della prima squadra dall’anno scorso, anche se poi gioca con la Primavera per fare i 90 minuti ogni settimana. E’ semplice, intelligente ed educatissimo. Complimenti ai genitori. C’è già la fila per lui? A dire la verità finora hanno tentato in molti di portarlo via, più che di contattare noi. Genitori e agente però sono stati correttissimi e ci hanno concesso di fare il primo contratto professionistico. In questo calcio bisogna fare i conti con tanti fattori, ma il rapporto con la famiglia, l’agente e il giocatore è ottimo: c’è gratitudine da parte loro e Simone ha visto che quella di rimanere è stata una scelta premiata".
di Napoli Magazine
20/11/2022 - 09:04
Pierpaolo Marino, d.t. dell'Udinese, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport in cui ha parlato di Simone Pafundi, attaccante classe 2006 che ha attirato l'interesse di molte big, tra cui anche il Napoli: "A me ricorda molto Roberto Baggio. Ha il passo, le caratteristiche tecniche di Roberto a quell’età. Tutti i paragoni ora sono azzardati, ma il talento che ha porta a farli. Io ho provato la sensazione di rivedere il Baggio che avevo visto giovane nel Vicenza. Come ragazzo è molto maturo, fa parte della prima squadra dall’anno scorso, anche se poi gioca con la Primavera per fare i 90 minuti ogni settimana. E’ semplice, intelligente ed educatissimo. Complimenti ai genitori. C’è già la fila per lui? A dire la verità finora hanno tentato in molti di portarlo via, più che di contattare noi. Genitori e agente però sono stati correttissimi e ci hanno concesso di fare il primo contratto professionistico. In questo calcio bisogna fare i conti con tanti fattori, ma il rapporto con la famiglia, l’agente e il giocatore è ottimo: c’è gratitudine da parte loro e Simone ha visto che quella di rimanere è stata una scelta premiata".