IN ESCLUSIVA A
VERISSIMO
JAVIER ZANETTI:
“Voglio lasciare la mia impronta anche come dirigente. Non ho mai sentito il desiderio di fare l’allenatore”
“Ai miei figli insegno che senza sacrificio non si ottiene nulla:
è importante che crescano con i giusti valori”
DOMANI, SABATO 1 DICEMBRE, ALLE ORE 16.00, SU CANALE 5
Javier Zanetti, da pochi giorni in libreria con il suo terzo libro “Vincere, ma non solo”, in esclusiva domani a Verissimo, svela molti aneddoti della sua vita privata e della sua gloriosa carriera.
Ai microfoni del talk show l’ex capitano dell’Inter rivive le emozioni provate nella sua partita d’addio al calcio (giocata il 10 maggio 2014): “Non è stato semplice. Era difficile per me pensare a quel giorno, ma prima o poi doveva arrivare. Tra l’altro, nella stagione 2013-2014, ho subito un grave infortunio al tendine d’Achille e tutti pensavano che quella sarebbe stata la mia ultima partita. La mia mente invece si è subito proiettata al ritorno in campo. Volevo tornare a San Siro almeno per un’altra sfida– prosegue – per poter sentire ancora l’amore dei tifosi. E così è stato. Quella notte è stata indimenticabile. Speravo non finisse più. Ricevere tutto quell’amore resterà sempre nel mio cuore”.
A Silvia Toffanin la bandiera nerazzurra parla dei suoi figli che devono convivere con un cognome così ingombrante: “Tommy, il piccolino, è un fanatico del calcio. Ogni sera giochiamo in casa prima di andare a dormire. Però, non mi preoccupa l’eredità del cognome, l’importante è che cresca con i valori giusti. E tocca a noi genitori educarli in questa maniera. Non mi dimentico mai da dove vengo. A volte, quando torniamo in Argentina, accompagno i miei figli nella nostra fondazione per fargli conoscere dei bambini che non hanno la loro fortuna e per fargli capire che senza sacrificio non si ottiene nulla. Vedere i bambini crescere con dei valori sani è la cosa più bella che ci sia”.
Dal campo alla scrivania, dai pantaloncini alla cravatta, Zanetti racconta il suo nuovo ruolo da vicepresidente dell’Inter: “È un’altra vita, diversa dal campo. Volevo conoscere un nuovo aspetto del calcio e avere una visione più ampia. Mi piace molto questa cosa, mi sta arricchendo come persona e spero di lasciare la mia impronta anche come dirigente. Non ho mai sentito il desiderio di fare l’allenatore - aggiunge - e anche mia moglie mi ha detto che il mio profilo è più adatto per una figura dirigenziale”.
di Napoli Magazine
30/11/2024 - 15:13
IN ESCLUSIVA A
VERISSIMO
JAVIER ZANETTI:
“Voglio lasciare la mia impronta anche come dirigente. Non ho mai sentito il desiderio di fare l’allenatore”
“Ai miei figli insegno che senza sacrificio non si ottiene nulla:
è importante che crescano con i giusti valori”
DOMANI, SABATO 1 DICEMBRE, ALLE ORE 16.00, SU CANALE 5
Javier Zanetti, da pochi giorni in libreria con il suo terzo libro “Vincere, ma non solo”, in esclusiva domani a Verissimo, svela molti aneddoti della sua vita privata e della sua gloriosa carriera.
Ai microfoni del talk show l’ex capitano dell’Inter rivive le emozioni provate nella sua partita d’addio al calcio (giocata il 10 maggio 2014): “Non è stato semplice. Era difficile per me pensare a quel giorno, ma prima o poi doveva arrivare. Tra l’altro, nella stagione 2013-2014, ho subito un grave infortunio al tendine d’Achille e tutti pensavano che quella sarebbe stata la mia ultima partita. La mia mente invece si è subito proiettata al ritorno in campo. Volevo tornare a San Siro almeno per un’altra sfida– prosegue – per poter sentire ancora l’amore dei tifosi. E così è stato. Quella notte è stata indimenticabile. Speravo non finisse più. Ricevere tutto quell’amore resterà sempre nel mio cuore”.
A Silvia Toffanin la bandiera nerazzurra parla dei suoi figli che devono convivere con un cognome così ingombrante: “Tommy, il piccolino, è un fanatico del calcio. Ogni sera giochiamo in casa prima di andare a dormire. Però, non mi preoccupa l’eredità del cognome, l’importante è che cresca con i valori giusti. E tocca a noi genitori educarli in questa maniera. Non mi dimentico mai da dove vengo. A volte, quando torniamo in Argentina, accompagno i miei figli nella nostra fondazione per fargli conoscere dei bambini che non hanno la loro fortuna e per fargli capire che senza sacrificio non si ottiene nulla. Vedere i bambini crescere con dei valori sani è la cosa più bella che ci sia”.
Dal campo alla scrivania, dai pantaloncini alla cravatta, Zanetti racconta il suo nuovo ruolo da vicepresidente dell’Inter: “È un’altra vita, diversa dal campo. Volevo conoscere un nuovo aspetto del calcio e avere una visione più ampia. Mi piace molto questa cosa, mi sta arricchendo come persona e spero di lasciare la mia impronta anche come dirigente. Non ho mai sentito il desiderio di fare l’allenatore - aggiunge - e anche mia moglie mi ha detto che il mio profilo è più adatto per una figura dirigenziale”.