LUCHÈ
IL GIORNO DOPO
Rizzoli
In libreria dal 19 novembre
La vita di un ragazzo che dalla dura periferia napoletana raggiunge le vette della discografia urban italiana. Cresciuto guardando i tetti di Napoli
Nord, 38 anni, Luca Imprudente - in arte LUCHÈ - inizia il suo percorso musicale nel 1997 fondando i Co’Sang. Negli anni la sua carriera si è imposta soprattutto nel territorio napoletano, prima in gruppo e poi singolarmente, per poi crescere a livello nazionale e portarlo ad avere un contratto con Universal Music, la casa discografica di tutti i grandi rapper italiani. «C’è qualcosa che caratterizza e avvicina noi napoletani ai neri d’America, è una voglia e un bisogno di riscatto sociale. Spesso avviene con mezzi superficiali tipo l’ostentazione di marche, dello stile, della ricchezza, che poi si traducono in una vita da fuorilegge. Vorrei tanto che avvenisse, invece, con una rivoluzione sociale: spesso ci sentiamo così impotenti contro la società che ci giudica, che ci limitiamo a reagire nella sfera delle nostre relazioni private, illudendoci di dare un’immagine vincente di noi stessi, invece di combattere e vincere davvero. Forse non sappiamo vincere. Vincere richiede freddezza, gelo, cinismo. E noi siamo fin troppo passionali, orgogliosi e insicuri per questo». Le contraddizioni e la fragilità della terra dove è cresciuto fanno da sfondo al racconto che Luchè fa della sua vita e della passione per la musica attraverso la uale racconta il mondo. Un racconto fatto di speranze e momenti bui, di determinazione e amicizia. Un racconto che racchiude l’essenza di un ragazzo che, innamorato dell’hip hop, decide che la sua vita lo porterà lontano. Centrando in pieno l’obiettivo.
«La mia musica è molto personale, parla della mia vita e insieme al racconto del presente, mi piace tornare con la mente al passato: lì sono le radici e le motivazioni fortissime di quello che sono oggi. Senza quella rabbia e quella fame, quelle emozioni vere, che custodisco feroci e vigili dentro di me, stasera non sarei su questo palco, continuando a considerare ogni punto d’arrivo il primo passo di ogni partenza.» - Luchè
di Napoli Magazine
03/12/2019 - 16:59
LUCHÈ
IL GIORNO DOPO
Rizzoli
In libreria dal 19 novembre
La vita di un ragazzo che dalla dura periferia napoletana raggiunge le vette della discografia urban italiana. Cresciuto guardando i tetti di Napoli
Nord, 38 anni, Luca Imprudente - in arte LUCHÈ - inizia il suo percorso musicale nel 1997 fondando i Co’Sang. Negli anni la sua carriera si è imposta soprattutto nel territorio napoletano, prima in gruppo e poi singolarmente, per poi crescere a livello nazionale e portarlo ad avere un contratto con Universal Music, la casa discografica di tutti i grandi rapper italiani. «C’è qualcosa che caratterizza e avvicina noi napoletani ai neri d’America, è una voglia e un bisogno di riscatto sociale. Spesso avviene con mezzi superficiali tipo l’ostentazione di marche, dello stile, della ricchezza, che poi si traducono in una vita da fuorilegge. Vorrei tanto che avvenisse, invece, con una rivoluzione sociale: spesso ci sentiamo così impotenti contro la società che ci giudica, che ci limitiamo a reagire nella sfera delle nostre relazioni private, illudendoci di dare un’immagine vincente di noi stessi, invece di combattere e vincere davvero. Forse non sappiamo vincere. Vincere richiede freddezza, gelo, cinismo. E noi siamo fin troppo passionali, orgogliosi e insicuri per questo». Le contraddizioni e la fragilità della terra dove è cresciuto fanno da sfondo al racconto che Luchè fa della sua vita e della passione per la musica attraverso la uale racconta il mondo. Un racconto fatto di speranze e momenti bui, di determinazione e amicizia. Un racconto che racchiude l’essenza di un ragazzo che, innamorato dell’hip hop, decide che la sua vita lo porterà lontano. Centrando in pieno l’obiettivo.
«La mia musica è molto personale, parla della mia vita e insieme al racconto del presente, mi piace tornare con la mente al passato: lì sono le radici e le motivazioni fortissime di quello che sono oggi. Senza quella rabbia e quella fame, quelle emozioni vere, che custodisco feroci e vigili dentro di me, stasera non sarei su questo palco, continuando a considerare ogni punto d’arrivo il primo passo di ogni partenza.» - Luchè