C'è tempo fino al 29 giugno per visitare la mostra dedicata a Marcello Rumma (Salerno, 1942-1970), figura centrale nel dibattito artistico e culturale sia italiano che internazionale.
Dal 1965 al 1970, Rumma sviluppò la sua attività, tanto di breve durata quanto intensa e pionieristica, quale imprenditore culturale, collezionista e promotore di progetti espositivi e editoriali dedicati alle ricerche artistiche più sperimentali del suo tempo e riconosciuti come esperienze centrali nella storia dell’arte e della cultura contemporanee. Tra questi, le tre edizioni della Rassegna d’Arte Internazionale di Amalfi – Aspetti del “ritorno alle cose stesse” (1966) a cura di Renato Barilli, L’impatto percettivo (1967) a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna, e Arte Povera più Azioni Povere (1968) a cura di Germano Celant – e il ciclo di mostre personali Ricognizione cinque, a cura di Angelo Trimarco. Rumma costituì, in pochi anni, una delle più importanti collezioni private nel Mezzogiorno italiano e ideò e animò il Centro Studi Colautti, promuovendo premi per giovani artisti le riviste, “Il Ponte”, “Rapporti”, e “Nuove Angolazioni”. Nel 1968, con la casa editrice Rumma Editore, portò per la prima volta in Italia fondamentali testi di arte, teatro, cinema, letteratura e filosofia.
La mostra al Madre, a cura di Gabriele Guercio con Andrea Viliani, ripercorre – attraverso dipinti, sculture e installazioni, ma anche lettere, fotografie, ritagli di giornale, riviste e volumi – i sei anni dell’attività pubblica di Rumma, mettendo in luce gli stimoli da essi forniti alla ricerca artistica e alla riflessione intellettuale a venire.
di Napoli Magazine
26/06/2020 - 14:18
C'è tempo fino al 29 giugno per visitare la mostra dedicata a Marcello Rumma (Salerno, 1942-1970), figura centrale nel dibattito artistico e culturale sia italiano che internazionale.
Dal 1965 al 1970, Rumma sviluppò la sua attività, tanto di breve durata quanto intensa e pionieristica, quale imprenditore culturale, collezionista e promotore di progetti espositivi e editoriali dedicati alle ricerche artistiche più sperimentali del suo tempo e riconosciuti come esperienze centrali nella storia dell’arte e della cultura contemporanee. Tra questi, le tre edizioni della Rassegna d’Arte Internazionale di Amalfi – Aspetti del “ritorno alle cose stesse” (1966) a cura di Renato Barilli, L’impatto percettivo (1967) a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna, e Arte Povera più Azioni Povere (1968) a cura di Germano Celant – e il ciclo di mostre personali Ricognizione cinque, a cura di Angelo Trimarco. Rumma costituì, in pochi anni, una delle più importanti collezioni private nel Mezzogiorno italiano e ideò e animò il Centro Studi Colautti, promuovendo premi per giovani artisti le riviste, “Il Ponte”, “Rapporti”, e “Nuove Angolazioni”. Nel 1968, con la casa editrice Rumma Editore, portò per la prima volta in Italia fondamentali testi di arte, teatro, cinema, letteratura e filosofia.
La mostra al Madre, a cura di Gabriele Guercio con Andrea Viliani, ripercorre – attraverso dipinti, sculture e installazioni, ma anche lettere, fotografie, ritagli di giornale, riviste e volumi – i sei anni dell’attività pubblica di Rumma, mettendo in luce gli stimoli da essi forniti alla ricerca artistica e alla riflessione intellettuale a venire.