Cultura & Gossip
MUSICA - "PARTHENOPLAY" di Marina Bruno, presentazione alla Feltrinelli a Napoli
23.01.2020 11:54 di Napoli Magazine

la Feltrinelli, piazza dei Martiri

 

venerdì 24 gennaio ore 18:00 

 

Presentazione dal vivo dell’album

 

PARTHENOPLAY

 

di Marina Bruno

 

Con la conduzione di Daniele Sepe

 

e la partecipazione di Lorenzo Marone

 

 

Mettere le mani sulle canzoni di Napoli non è cosa facile. Qualche anno fa pensai ad un approccio “scanzonato”, quasi goliardico. Sovrapporre, accostare, riarmonizzare, citare temi noti del jazz nelle intro o nei finali dei più “strafamosi” capolavori della canzone napoletana. Alcuni miei amici (tra i migliori musicisti campani) accettarono anni fa di seguirmi in questa ricerca (in alcuni casi facendomi dono di ramanzine per la mia atavica resistenza a produrre parti scritte dei miei arrangiamenti, vedasi in particolare il sommo M° Vigorito, che mi regalò finanche un meraviglioso quaderno pentagrammato rivestito in pelle al mio 50°, rimasto orgogliosamente intonso fino ad oggi). La cosa parve funzionare, qualche occasione di confronto col pubblico fece venir fuori la doppia “lettura” possibile dell’operazione musicale: il cultore di jazz ne apprezza la ricerca armonica, il fruitore medio riconosce la naturale bellezza dei temi napoletani, che non soffrono della manipolazione. Sono nati così i “sottotitoli” quasi umoristici, come Figli di Napule è, grazie all’intro di Figli delle stelle che fa capolino ovunque, Munasterio all’Havana, per l’utilizzo del “bolero”, Rumbacaravàn, che mescola Caravan con la Rumba di Viviani, Nostalgia of Funiculì, creata dalla sovrapposizione di Nostalgia

 

in Times Square al capolavoro di Denza, Freva ‘e night, con protagoniste Fever e Voce ‘notte. Il disco è aperto dalla magia della voce di Mariano Rigillo che recita ‘O surdato ‘nnammurato, eseguito poi con un “modo” intimo da Marina. Lo stesso brano chiuderà il disco nella versione in quintetto, permeata di dixieland, trasformandosi quindi in ’Nnammurato a New Orleans. Quasi una “ghost track”, arriva poi una splendida versione di Io te voglio bene assai, con al pianoforte Alessio Busanca, che aveva già aperto il disco; preludio questo al prossimo lavoro su Napoli, che vedrà la luce nel 2020, che sarà curato dal talentuosissimo pianista campano, dal titolo Parthenpope’s Songbook.

 

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di Napoli Magazine

23/01/2024 - 11:54

la Feltrinelli, piazza dei Martiri

 

venerdì 24 gennaio ore 18:00 

 

Presentazione dal vivo dell’album

 

PARTHENOPLAY

 

di Marina Bruno

 

Con la conduzione di Daniele Sepe

 

e la partecipazione di Lorenzo Marone

 

 

Mettere le mani sulle canzoni di Napoli non è cosa facile. Qualche anno fa pensai ad un approccio “scanzonato”, quasi goliardico. Sovrapporre, accostare, riarmonizzare, citare temi noti del jazz nelle intro o nei finali dei più “strafamosi” capolavori della canzone napoletana. Alcuni miei amici (tra i migliori musicisti campani) accettarono anni fa di seguirmi in questa ricerca (in alcuni casi facendomi dono di ramanzine per la mia atavica resistenza a produrre parti scritte dei miei arrangiamenti, vedasi in particolare il sommo M° Vigorito, che mi regalò finanche un meraviglioso quaderno pentagrammato rivestito in pelle al mio 50°, rimasto orgogliosamente intonso fino ad oggi). La cosa parve funzionare, qualche occasione di confronto col pubblico fece venir fuori la doppia “lettura” possibile dell’operazione musicale: il cultore di jazz ne apprezza la ricerca armonica, il fruitore medio riconosce la naturale bellezza dei temi napoletani, che non soffrono della manipolazione. Sono nati così i “sottotitoli” quasi umoristici, come Figli di Napule è, grazie all’intro di Figli delle stelle che fa capolino ovunque, Munasterio all’Havana, per l’utilizzo del “bolero”, Rumbacaravàn, che mescola Caravan con la Rumba di Viviani, Nostalgia of Funiculì, creata dalla sovrapposizione di Nostalgia

 

in Times Square al capolavoro di Denza, Freva ‘e night, con protagoniste Fever e Voce ‘notte. Il disco è aperto dalla magia della voce di Mariano Rigillo che recita ‘O surdato ‘nnammurato, eseguito poi con un “modo” intimo da Marina. Lo stesso brano chiuderà il disco nella versione in quintetto, permeata di dixieland, trasformandosi quindi in ’Nnammurato a New Orleans. Quasi una “ghost track”, arriva poi una splendida versione di Io te voglio bene assai, con al pianoforte Alessio Busanca, che aveva già aperto il disco; preludio questo al prossimo lavoro su Napoli, che vedrà la luce nel 2020, che sarà curato dal talentuosissimo pianista campano, dal titolo Parthenpope’s Songbook.