Cultura & Gossip
SANREMO 2023 - Chiara Francini, intenso monologo sulla maternità mancata: "Da qualche parte penso di essere una donna sbagliata, perché non so cucinare, non mi sono mai sposata e non ho avuto figli, so che razionalmente non è così, però c'è questa voce e io alla fine penso che abbia ragione lei"
11.02.2023 18:25 di Napoli Magazine

SANREMO - Chiara Francini, co-conduttrice della quarta serata del Festival di Sanremo 2023, ha scelto per il suo monologo di affrontare il tema della maternità mancata, del sentirsi sbagliata nell'esser donna ma non madre: "Arriva un momento della vita in cui è chiaro che sei diventato grande: quando hai un figlio. Ora, io un figlio non ce l'ho, però credo sia una cosa dopo la quale è chiaro che non potrai essere più giovane come quando avevi sedici anni, col liceo, la discoteca e il motorino. E c'è un momento in cui tutti intorno a te cominciano a figliare. È una valanga, ma inizia sempre da una, che lo sapevi sarebbe diventata mamma prima di tutte", dice Chiara nel suo monologo, come evidenziato da "Napoli Magazine". "Quando qualcuna ti dice che è incinta - prosegue la Francini - e tu non lo sei mai stata, non sai mai che faccia fare, c'è come qualcosa che ti esplode dentro, una specie di buco in mezzo agli organi vitali e mentre accade tutto questo, tu devi festeggiare, perché la gente incinta è violenta e vuole soltanto essere festeggiata. E non c'è spazio per la tua paura, per la tua solitudine, tu devi festeggiare. Come l'albero di Natale che tengo nel mio salotto, un albero di Natale sempre acceso, assolutamente insensato, che continua ad accendere le sue lucine anche a luglio. Fuori tempo massimo. Una festa continua, senza nessuna natività. E io ho festeggiato. E poi, non sapere più che cosa dire. Quello era soltanto l'inizio, perchè di lì a poco mi pareva che tutti intorno a me avessero avuto, stessero avendo o avrebbero avuto un figlio. Passeggini ovunque. Un esercito di donne coi capelli corti e di maschi stempiati con la panza che spingono passeggini con dentro neonati mostruosi e pieni d'amore. E io che continuavo a fare le mie cose sempre meglio, con sempre più persone che mi guardavano e mi amavano e poi ad un certo punto mi sono accorta che se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perché poi anche quando ti decidi magari il corpo ti fa il dito medio e, allora, tu pensi di aver aspettato troppo, di essere una fallita. La parte più difficile di fare un figlio è immaginarselo. Immaginarsi come sarà, e se poi fa delle cose che io non condivido? E se poi viene troppo diverso da me? Beh, nel mio caso di sicuro verrà diverso da me. Ma io, vorrei sapere come faccio con te, bambino. Ancora non sei nato, ancora non so neanche se riesco a farti nascere e già non ci capiamo? Io te lo dico, eh, avere una mamma come me ti creerà soltanto un sacco di problemi. Io so e quasi spero, che se sarai maschio sarai gay ed io ti amerò senza una fine. Però, forse preferirei che non lo fossi, perchè per te sarà più difficile ed io vorrei che per te fosse facile. Ti prego, vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia, odia, odia ciò che si deve odiare. Odia l'ingiusto, odia il male, perchè è soltanto con quell'odio lì che si fanno le cose, non è vero che si fanno con l'amore. Sì, con l'amore si fanno certe cose, ma il grosso si fa con quell'odio lì, profondo, viscerale, instancabile. Ti prego, non essere una di quelle creature troppo buone, perchè sennò dovrai passare tutta la vita a difenderti e c'è il caso che tu venga su una creatura meno capace di guardare, meno capace di camminare. Io vorrei fare come la mia mamma, che non mi ha preso mai nel suo lettone: piangerai nel tuo letto, devo essere abbastanza forte da lasciarti piangere, non devo essere debole. Ma lo vedi come parlo? Come se tutto dipendesse da me, come se tu non esistessi ancor prima di esistere. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda, perchè non so cucinare, perchè non mi sono mai sposata e perchè non ho avuto figli. Io lo so che razionalmente non è così, però c'è questa voce, esiste e io alla fine penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata. E io già lo so, bambino. Tu mi porterai via tutta la creatività, tutta la luce, ci sarai soltanto tu al centro della scena, io sarò una semplice comparsa e poi diventerò grande e poi diventerò vecchia e non potrò più far finta che il tempo non stia passando perchè ci sarai tu a ricordarmi in ogni momento che la mia gioventù è finita e io penso che mi farai così felice che poi non mi farai mai così felice, perchè è così che vanno le cose nella vita, non sono mai come te le eri aspettate e io ti aspetto e ti desidero così tanto che sarai per forza una delusione. Ma come parlo? Ma che mamma sono? No, ancora non sono una mamma. Ma quanto mi è costato diventare come sono e quanto costerà a te? E in mezzo a tutto questo bisogno di arrivare, in mezzo a questo amore, a questa vita, io forse non so più dove metterti, o forse penso che sei tu che non vuoi venire da me perchè pensi che io mi sia dimenticata di te, che io mi sia dimenticata della vita, ma io volevo soltanto essere brava, essere preparata, volevo soltanto che tu fossi fiero di me anche se ancora non ci sei. Forse, perchè ci sei sempre stato".

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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SANREMO 2023 - Chiara Francini, intenso monologo sulla maternità mancata: "Da qualche parte penso di essere una donna sbagliata, perché non so cucinare, non mi sono mai sposata e non ho avuto figli, so che razionalmente non è così, però c'è questa voce e io alla fine penso che abbia ragione lei"

di Napoli Magazine

11/02/2023 - 18:25

SANREMO - Chiara Francini, co-conduttrice della quarta serata del Festival di Sanremo 2023, ha scelto per il suo monologo di affrontare il tema della maternità mancata, del sentirsi sbagliata nell'esser donna ma non madre: "Arriva un momento della vita in cui è chiaro che sei diventato grande: quando hai un figlio. Ora, io un figlio non ce l'ho, però credo sia una cosa dopo la quale è chiaro che non potrai essere più giovane come quando avevi sedici anni, col liceo, la discoteca e il motorino. E c'è un momento in cui tutti intorno a te cominciano a figliare. È una valanga, ma inizia sempre da una, che lo sapevi sarebbe diventata mamma prima di tutte", dice Chiara nel suo monologo, come evidenziato da "Napoli Magazine". "Quando qualcuna ti dice che è incinta - prosegue la Francini - e tu non lo sei mai stata, non sai mai che faccia fare, c'è come qualcosa che ti esplode dentro, una specie di buco in mezzo agli organi vitali e mentre accade tutto questo, tu devi festeggiare, perché la gente incinta è violenta e vuole soltanto essere festeggiata. E non c'è spazio per la tua paura, per la tua solitudine, tu devi festeggiare. Come l'albero di Natale che tengo nel mio salotto, un albero di Natale sempre acceso, assolutamente insensato, che continua ad accendere le sue lucine anche a luglio. Fuori tempo massimo. Una festa continua, senza nessuna natività. E io ho festeggiato. E poi, non sapere più che cosa dire. Quello era soltanto l'inizio, perchè di lì a poco mi pareva che tutti intorno a me avessero avuto, stessero avendo o avrebbero avuto un figlio. Passeggini ovunque. Un esercito di donne coi capelli corti e di maschi stempiati con la panza che spingono passeggini con dentro neonati mostruosi e pieni d'amore. E io che continuavo a fare le mie cose sempre meglio, con sempre più persone che mi guardavano e mi amavano e poi ad un certo punto mi sono accorta che se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perché poi anche quando ti decidi magari il corpo ti fa il dito medio e, allora, tu pensi di aver aspettato troppo, di essere una fallita. La parte più difficile di fare un figlio è immaginarselo. Immaginarsi come sarà, e se poi fa delle cose che io non condivido? E se poi viene troppo diverso da me? Beh, nel mio caso di sicuro verrà diverso da me. Ma io, vorrei sapere come faccio con te, bambino. Ancora non sei nato, ancora non so neanche se riesco a farti nascere e già non ci capiamo? Io te lo dico, eh, avere una mamma come me ti creerà soltanto un sacco di problemi. Io so e quasi spero, che se sarai maschio sarai gay ed io ti amerò senza una fine. Però, forse preferirei che non lo fossi, perchè per te sarà più difficile ed io vorrei che per te fosse facile. Ti prego, vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia, odia, odia ciò che si deve odiare. Odia l'ingiusto, odia il male, perchè è soltanto con quell'odio lì che si fanno le cose, non è vero che si fanno con l'amore. Sì, con l'amore si fanno certe cose, ma il grosso si fa con quell'odio lì, profondo, viscerale, instancabile. Ti prego, non essere una di quelle creature troppo buone, perchè sennò dovrai passare tutta la vita a difenderti e c'è il caso che tu venga su una creatura meno capace di guardare, meno capace di camminare. Io vorrei fare come la mia mamma, che non mi ha preso mai nel suo lettone: piangerai nel tuo letto, devo essere abbastanza forte da lasciarti piangere, non devo essere debole. Ma lo vedi come parlo? Come se tutto dipendesse da me, come se tu non esistessi ancor prima di esistere. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda, perchè non so cucinare, perchè non mi sono mai sposata e perchè non ho avuto figli. Io lo so che razionalmente non è così, però c'è questa voce, esiste e io alla fine penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata. E io già lo so, bambino. Tu mi porterai via tutta la creatività, tutta la luce, ci sarai soltanto tu al centro della scena, io sarò una semplice comparsa e poi diventerò grande e poi diventerò vecchia e non potrò più far finta che il tempo non stia passando perchè ci sarai tu a ricordarmi in ogni momento che la mia gioventù è finita e io penso che mi farai così felice che poi non mi farai mai così felice, perchè è così che vanno le cose nella vita, non sono mai come te le eri aspettate e io ti aspetto e ti desidero così tanto che sarai per forza una delusione. Ma come parlo? Ma che mamma sono? No, ancora non sono una mamma. Ma quanto mi è costato diventare come sono e quanto costerà a te? E in mezzo a tutto questo bisogno di arrivare, in mezzo a questo amore, a questa vita, io forse non so più dove metterti, o forse penso che sei tu che non vuoi venire da me perchè pensi che io mi sia dimenticata di te, che io mi sia dimenticata della vita, ma io volevo soltanto essere brava, essere preparata, volevo soltanto che tu fossi fiero di me anche se ancora non ci sei. Forse, perchè ci sei sempre stato".

 

Rosa Petrazzuolo

 

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