Cultura & Gossip
SPETTACOLI - Agenda settimanale dal 12 al 18 febbraio 2024 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano
09.02.2024 00:05 di Napoli Magazine

Teatro Magic Vision di Casalnuovo


Info 0818030270, 3292180679


Lunedì 12 e mercoledì 14 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Metropolitan di S. Anastasia


Info 0815305696


Giovedì 15 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Barone di Melito di Napoli


Info 0813418905, 3278654469


Venerdì 16 febbraio, ore 20.45

 

Auditorium Teatro S. Alfonso Maria de Liguori di Pagani


Info 0815158061


Sabato 17, ore 20.45, e domenica 18, ore 18.00

 

Artisti Riuniti


presenta

 

Sal Da Vinci in 

 

Sal Da Vinci Stories 


uno spettacolo scritto da Sal Da Vinci, Luca Miniero e Ciro Villano


messa in scena Sal Da Vinci, Ernesto Lama

 

con Ernesto Lama

 

supervisione artistica Luca Miniero

 

musica dal vivo


Christian Capasso, basso e contrabbasso


Antonio Mambelli e Gianluca Mirra, batteria e percussioni 


Maurizio Fiordiliso, chitarra


Giuseppe Fiscale, fiati e tastiere


Sasà Piedepalumbo, fisarmonica e pianoforte

 

scene Roberto Crea


costumi Lisa Casillo


disegno luci Francesco Adinolfi


video Mariano Soria

 

L’idea è quella di uno spettacolo che unisca il cuore della canzone di Sal con la modernità, anzi con la quotidianità della tecnologia con la quale tutti i giorni ci confrontiamo: i social. Tutto si svolge su un palco, elegante, dal sapore neutro ed essenziale, gli unici elementi che hanno risalto sono un pianoforte con un computer adagiato sopra e un videowall sul fondo del palco. 


Sal armeggia al computer e prepara vere e proprie storie Instagram. Sono queste storie il filo conduttore dello spettacolo. Mentre le compone ecco l’occasione per parlare della sua vita con originalità al pubblico in sala. 


Ma procediamo per ordine, con alcuni esempi. La prima storia Sal la realizza utilizzando alcune foto del padre che vengono proiettate sul videowall. Mentre appaiono lui le commenta, e commenta un pezzo della sua vita. 


Instagram diventa un modo nuovo, moderno e non autocelebrativo, per parlare di sé, e consente di far correre lo spettacolo su due binari. Da un lato la storia pubblica che davvero Sal mette on line una volta composta, ma anche e soprattutto la storia privata e intima raccontata con ironia al pubblico in sala. 


Insomma il pubblico a casa o su Instagram vede il finale del discorso, il risultato, ma tutto il racconto emozionale che porta a quella storia si svolge sul palco. 


Ogni storia avrà un argomento, corredato di video e foto e scritte…con un testo e una canzone che l’accompagnerà. Il rapporto con il padre, vari personaggi della sua vita, i figli, gli esordi ai matrimoni, il successo, Scugnizzi, il rapporto con Pino Daniele, ma anche il rapporto con la madre, e con quel genio di De Simone…vogliamo conoscere la sua opinione su Napoli, e dove stava durante il terremoto ma anche come avvenne l’incontro con Mattone per Scugnizzi. 


Dieci storie di vita e anche di Instagram perché Sal ha una vita che merita un racconto intimo. Un Sal inedito, intimo, un viaggio profondo quasi psicoanalitico fra Napoli, la musica e i colori di un artista che con l sua voce e la sua vita sfugge a tutte le etichette. 

 

Cinema Teatro Modernissimo di Telese


Info 0824976106


Mercoledì 14 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Italia di Acerra


Info 08118280134, 3333155417


Giovedì 15 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Minerva di Boscoreale


Info 3396643227 - 3392401209 - 3381890767 


Venerdì 16 febbraio, ore 20.45 

 

Teatro delle Arti di Salerno


info 089221807


Sabato 17, ore 21.00, e domenica 18 febbraio, ore 18.30

 

I due della città del sole


in collaborazione con Festival di Borgio Verezzi


presentano

 

Enzo Decaro in 

 

Non è vero ma ci credo


di Peppino De Filippo

 

con (in o.a.) 


Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, 


Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone

 

scene Luigi Ferrigno, costumi Chicca Ruocco, disegno luci Pietro Sperduti

 

regia di Leo Muscato

 

“Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando avevo poco più di vent’anni. Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora nulla di questo mestiere. Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e lui mi prese a bottega nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in palcoscenico, dandomi l’opportunità di vivere la straordinaria avventura delle vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per due stagioni; poi mi trasferii a Milano per studiare regia.


Ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare a un progetto da fare insieme. 


Ne pensai mille, ma non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno. Ereditando la direzione artistica della sua compagnia, ho deciso di inaugurare questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ho fatto con lui, Non è vero ma ci credo. Rispettando i canoni della tradizione del tea tro napoletano, proveremo a dare a questa storia un sapore più contemporaneo. Quella che andremo a raccontare è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. 


Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. 


La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Forse teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. 


Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi. Chi gli sta accanto non sa più come approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. 


Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. 


L’uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. 


Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del pover o commendator Savastano.


Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. 
Noi seguiremo questo sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona.


Lo spettacolo concepito con un ritmo iperbolico condenserà l’intera vicenda in un solo atto di 90 minuti.”


Leo Muscato


Teatro Nuovo di Napoli


Info 0814976267


Da giovedì 15 a domenica 18 febbraio


(giovedì ore 21.00, venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)

 

Associazione Culturale Cadmo


presenta

 

Con il vostro irridente silenzio


Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro


di e con Fabrizio Gifuni

 

si ringraziano


Nicola Lagioia e il Salone Internazionale del Libro di Torino 


Christian Raimo per la collaborazione 


Francesco Biscione e Miguel Gotor per la consulenza storica

 

Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. 


E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri. Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. 


Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto. La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura.


A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle. I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. 


Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre. Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.

 

Teatro Verdi di Salerno


info 089662141


Da giovedì 15 a domenica 18 febbraio


(giovedì, venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00)


Marche Teatro, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale


Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro / ERT Teatro Nazionale


presentano

 

Cyrano de Bergerac


da Edmond Rostand


adattamento e regia Arturo Cirillo

 

con Arturo Cirillo

 

e con (in o.a.)


Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli


Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini

 

scene Dario Gessati


costumi Gianluca Falaschi


luci Paolo Manti


musica originale e rielaborazioni Federico Odling


costumista collaboratrice Nika Campisi


assistente alla regia Mario Scandale


assistente alle scene Eleonora Ticca


coordinamento Sartoria Teatro delle Muse Stefania Cempini


foto di scena Tommaso Le Pera

 

Andare con il ricordo ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo. Il musical in questione era il “Cyrano” tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena. 


Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical (con le musiche di Domenico Modugno) ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. 


Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato.

 

Arturo Cirillo


Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei


Info 0818577725, 3381890767


Da venerdì 16 a domenica 18 febbraio 


(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

 

Massimo Masiello in

 

Palcoscenico


scritto e diretto da Gianni Conte 


direzione musicale e arrangiamenti Lino Pariota


coreografie Roberto D'Urso

 

"Dove le parole non arrivano, la musica parla" (Ludwing van Beethoven) "La musica può rendere gli uomini liberi" (Bob Marley) "La musica ci insegna la cosa più importante che esiste: ascoltare. 


E' come la vita, si può fare in un solo modo, insieme" (Ezio Bosso) Tra le tante citazione bastano queste tre per comprendere il valore profondo di quest' Arte sublime che, unitamente a una visione del mondo che abbiamo avuto tutti da bambini (e che non dovremmo mai perdere), ci può ancora dare una speranza per correggere gli innumerevoli errori che stanno portando il nostro fantastico mondo alla deriva o ci fa quantomeno sopportare il peso delle ingiustizie, delle ineguaglianze, delle atrocità della guerra e degli egoismi. 


Quale posto migliore se non un Palcoscenico per spiegare queste feroci realtà attraverso il linguaggio di un artista poliedrico come Massimo Masiello il quale tra gag, monologhi e canzoni, trasforma la finzione della scena in assoluta realtà. In fondo il nostro mondo non è altro che il più grande palcoscenico esistente, dove tutto è falso e tutto è vero! In questo spettacolo sono le canzoni le vere protagoniste, quelle che per un motivo o per un altro, non si sono mai state sradicate dalla memoria collettiva.


Teatro La Provvidenza di Vallo Della Lucania


info 0974717089


Venerdì 16 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Partenio di Avellino


Info 0825270961 - 3484072885


Sabato 17, ore 20.45, e domenica 18 febbraio, ore 18.00

 

Italia Concerti


presenta

 

Maurizio Casagrande


in

 

Il viaggio del papà


una commedia di Maurizio Casagrande e Francesco Velonà

 

cast


Ania Cecilia, Michele Capone, Giovanni Iovino

 

performer


Arianna Pucci

 

disegno luci Saverio Toppi


scenografia Max Comune


costumi Mariarosaria Riccio

 

regia Maurizio Casagrande

 

Questa è la storia di un padre e di un figlio che non si conoscono. Provano un profondo fastidio l’uno nei confronti dell’altro, divisi da sempre dalle loro differenze. Il padre avrebbe voluto un figlio che gli somigliasse; pragmatico, efficiente e spregiudicato, sempre alla ricerca del successo personale, esattamente come lui. 


Invece gli è capitato un figlio sognatore, vacuo e incapace di realizzare qualunque cosa. Il figlio dal canto suo, avrebbe voluto un padre che non incarnasse rigidamente la figura genitoriale, ma che fosse senza pregiudizi nei suoi confronti, che avesse una visione più ampia e moderna del mondo. 


Due realtà che non si capiscono. Un padre ed un figlio che si danno la possibilità dell’incontro decidendo di fare un viaggio insieme, con la speranza che questa esperienza condivisa possa abbattere il muro che li divide. 


Durante il loro viaggio accadrà un evento straordinario che li porterà a cambiare la loro visione del mondo. Come novelli Robinson Crusoe si ritroveranno naufraghi su di un’isola sconosciuta, costretti a cooperare e aiutarsi a vicenda per sopravvivere. 


Scopriranno che quell’isola non è come tutte le altre. È fatta di plastica e tutto quello che troveranno in quel luogo non è quello che sembra. Questo li porterà ad un incontro con un essere sovrannaturale che, attraverso il linguaggio universale della musica, chiederà il loro aiuto per non morire.


“Ci tenevo molto però a raccontare questa storia perché credo sia molto importante, vedere un uomo convinto di sapere tutto, crollare di fronte ai suoi peggiori incubi, fa sempre ridere, e far ridere è la mia missione principale. 


Se poi nel farlo, riesco ad accendere anche una piccola riflessione sono veramente felice. Ah, dimenticavo, il titolo è “Il viaggio del papà”, perché in fondo il papà è il nostro primo eroe.”

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di Napoli Magazine

09/02/2024 - 00:05

Teatro Magic Vision di Casalnuovo


Info 0818030270, 3292180679


Lunedì 12 e mercoledì 14 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Metropolitan di S. Anastasia


Info 0815305696


Giovedì 15 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Barone di Melito di Napoli


Info 0813418905, 3278654469


Venerdì 16 febbraio, ore 20.45

 

Auditorium Teatro S. Alfonso Maria de Liguori di Pagani


Info 0815158061


Sabato 17, ore 20.45, e domenica 18, ore 18.00

 

Artisti Riuniti


presenta

 

Sal Da Vinci in 

 

Sal Da Vinci Stories 


uno spettacolo scritto da Sal Da Vinci, Luca Miniero e Ciro Villano


messa in scena Sal Da Vinci, Ernesto Lama

 

con Ernesto Lama

 

supervisione artistica Luca Miniero

 

musica dal vivo


Christian Capasso, basso e contrabbasso


Antonio Mambelli e Gianluca Mirra, batteria e percussioni 


Maurizio Fiordiliso, chitarra


Giuseppe Fiscale, fiati e tastiere


Sasà Piedepalumbo, fisarmonica e pianoforte

 

scene Roberto Crea


costumi Lisa Casillo


disegno luci Francesco Adinolfi


video Mariano Soria

 

L’idea è quella di uno spettacolo che unisca il cuore della canzone di Sal con la modernità, anzi con la quotidianità della tecnologia con la quale tutti i giorni ci confrontiamo: i social. Tutto si svolge su un palco, elegante, dal sapore neutro ed essenziale, gli unici elementi che hanno risalto sono un pianoforte con un computer adagiato sopra e un videowall sul fondo del palco. 


Sal armeggia al computer e prepara vere e proprie storie Instagram. Sono queste storie il filo conduttore dello spettacolo. Mentre le compone ecco l’occasione per parlare della sua vita con originalità al pubblico in sala. 


Ma procediamo per ordine, con alcuni esempi. La prima storia Sal la realizza utilizzando alcune foto del padre che vengono proiettate sul videowall. Mentre appaiono lui le commenta, e commenta un pezzo della sua vita. 


Instagram diventa un modo nuovo, moderno e non autocelebrativo, per parlare di sé, e consente di far correre lo spettacolo su due binari. Da un lato la storia pubblica che davvero Sal mette on line una volta composta, ma anche e soprattutto la storia privata e intima raccontata con ironia al pubblico in sala. 


Insomma il pubblico a casa o su Instagram vede il finale del discorso, il risultato, ma tutto il racconto emozionale che porta a quella storia si svolge sul palco. 


Ogni storia avrà un argomento, corredato di video e foto e scritte…con un testo e una canzone che l’accompagnerà. Il rapporto con il padre, vari personaggi della sua vita, i figli, gli esordi ai matrimoni, il successo, Scugnizzi, il rapporto con Pino Daniele, ma anche il rapporto con la madre, e con quel genio di De Simone…vogliamo conoscere la sua opinione su Napoli, e dove stava durante il terremoto ma anche come avvenne l’incontro con Mattone per Scugnizzi. 


Dieci storie di vita e anche di Instagram perché Sal ha una vita che merita un racconto intimo. Un Sal inedito, intimo, un viaggio profondo quasi psicoanalitico fra Napoli, la musica e i colori di un artista che con l sua voce e la sua vita sfugge a tutte le etichette. 

 

Cinema Teatro Modernissimo di Telese


Info 0824976106


Mercoledì 14 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Italia di Acerra


Info 08118280134, 3333155417


Giovedì 15 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Minerva di Boscoreale


Info 3396643227 - 3392401209 - 3381890767 


Venerdì 16 febbraio, ore 20.45 

 

Teatro delle Arti di Salerno


info 089221807


Sabato 17, ore 21.00, e domenica 18 febbraio, ore 18.30

 

I due della città del sole


in collaborazione con Festival di Borgio Verezzi


presentano

 

Enzo Decaro in 

 

Non è vero ma ci credo


di Peppino De Filippo

 

con (in o.a.) 


Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, 


Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone

 

scene Luigi Ferrigno, costumi Chicca Ruocco, disegno luci Pietro Sperduti

 

regia di Leo Muscato

 

“Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando avevo poco più di vent’anni. Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora nulla di questo mestiere. Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e lui mi prese a bottega nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in palcoscenico, dandomi l’opportunità di vivere la straordinaria avventura delle vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per due stagioni; poi mi trasferii a Milano per studiare regia.


Ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare a un progetto da fare insieme. 


Ne pensai mille, ma non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno. Ereditando la direzione artistica della sua compagnia, ho deciso di inaugurare questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ho fatto con lui, Non è vero ma ci credo. Rispettando i canoni della tradizione del tea tro napoletano, proveremo a dare a questa storia un sapore più contemporaneo. Quella che andremo a raccontare è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. 


Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. 


La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Forse teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. 


Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi. Chi gli sta accanto non sa più come approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. 


Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. 


L’uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. 


Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del pover o commendator Savastano.


Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. 
Noi seguiremo questo sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona.


Lo spettacolo concepito con un ritmo iperbolico condenserà l’intera vicenda in un solo atto di 90 minuti.”


Leo Muscato


Teatro Nuovo di Napoli


Info 0814976267


Da giovedì 15 a domenica 18 febbraio


(giovedì ore 21.00, venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)

 

Associazione Culturale Cadmo


presenta

 

Con il vostro irridente silenzio


Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro


di e con Fabrizio Gifuni

 

si ringraziano


Nicola Lagioia e il Salone Internazionale del Libro di Torino 


Christian Raimo per la collaborazione 


Francesco Biscione e Miguel Gotor per la consulenza storica

 

Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. 


E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri. Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. 


Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto. La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura.


A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle. I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. 


Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre. Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.

 

Teatro Verdi di Salerno


info 089662141


Da giovedì 15 a domenica 18 febbraio


(giovedì, venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00)


Marche Teatro, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale


Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro / ERT Teatro Nazionale


presentano

 

Cyrano de Bergerac


da Edmond Rostand


adattamento e regia Arturo Cirillo

 

con Arturo Cirillo

 

e con (in o.a.)


Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli


Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini

 

scene Dario Gessati


costumi Gianluca Falaschi


luci Paolo Manti


musica originale e rielaborazioni Federico Odling


costumista collaboratrice Nika Campisi


assistente alla regia Mario Scandale


assistente alle scene Eleonora Ticca


coordinamento Sartoria Teatro delle Muse Stefania Cempini


foto di scena Tommaso Le Pera

 

Andare con il ricordo ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo. Il musical in questione era il “Cyrano” tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena. 


Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical (con le musiche di Domenico Modugno) ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. 


Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato.

 

Arturo Cirillo


Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei


Info 0818577725, 3381890767


Da venerdì 16 a domenica 18 febbraio 


(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

 

Massimo Masiello in

 

Palcoscenico


scritto e diretto da Gianni Conte 


direzione musicale e arrangiamenti Lino Pariota


coreografie Roberto D'Urso

 

"Dove le parole non arrivano, la musica parla" (Ludwing van Beethoven) "La musica può rendere gli uomini liberi" (Bob Marley) "La musica ci insegna la cosa più importante che esiste: ascoltare. 


E' come la vita, si può fare in un solo modo, insieme" (Ezio Bosso) Tra le tante citazione bastano queste tre per comprendere il valore profondo di quest' Arte sublime che, unitamente a una visione del mondo che abbiamo avuto tutti da bambini (e che non dovremmo mai perdere), ci può ancora dare una speranza per correggere gli innumerevoli errori che stanno portando il nostro fantastico mondo alla deriva o ci fa quantomeno sopportare il peso delle ingiustizie, delle ineguaglianze, delle atrocità della guerra e degli egoismi. 


Quale posto migliore se non un Palcoscenico per spiegare queste feroci realtà attraverso il linguaggio di un artista poliedrico come Massimo Masiello il quale tra gag, monologhi e canzoni, trasforma la finzione della scena in assoluta realtà. In fondo il nostro mondo non è altro che il più grande palcoscenico esistente, dove tutto è falso e tutto è vero! In questo spettacolo sono le canzoni le vere protagoniste, quelle che per un motivo o per un altro, non si sono mai state sradicate dalla memoria collettiva.


Teatro La Provvidenza di Vallo Della Lucania


info 0974717089


Venerdì 16 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Partenio di Avellino


Info 0825270961 - 3484072885


Sabato 17, ore 20.45, e domenica 18 febbraio, ore 18.00

 

Italia Concerti


presenta

 

Maurizio Casagrande


in

 

Il viaggio del papà


una commedia di Maurizio Casagrande e Francesco Velonà

 

cast


Ania Cecilia, Michele Capone, Giovanni Iovino

 

performer


Arianna Pucci

 

disegno luci Saverio Toppi


scenografia Max Comune


costumi Mariarosaria Riccio

 

regia Maurizio Casagrande

 

Questa è la storia di un padre e di un figlio che non si conoscono. Provano un profondo fastidio l’uno nei confronti dell’altro, divisi da sempre dalle loro differenze. Il padre avrebbe voluto un figlio che gli somigliasse; pragmatico, efficiente e spregiudicato, sempre alla ricerca del successo personale, esattamente come lui. 


Invece gli è capitato un figlio sognatore, vacuo e incapace di realizzare qualunque cosa. Il figlio dal canto suo, avrebbe voluto un padre che non incarnasse rigidamente la figura genitoriale, ma che fosse senza pregiudizi nei suoi confronti, che avesse una visione più ampia e moderna del mondo. 


Due realtà che non si capiscono. Un padre ed un figlio che si danno la possibilità dell’incontro decidendo di fare un viaggio insieme, con la speranza che questa esperienza condivisa possa abbattere il muro che li divide. 


Durante il loro viaggio accadrà un evento straordinario che li porterà a cambiare la loro visione del mondo. Come novelli Robinson Crusoe si ritroveranno naufraghi su di un’isola sconosciuta, costretti a cooperare e aiutarsi a vicenda per sopravvivere. 


Scopriranno che quell’isola non è come tutte le altre. È fatta di plastica e tutto quello che troveranno in quel luogo non è quello che sembra. Questo li porterà ad un incontro con un essere sovrannaturale che, attraverso il linguaggio universale della musica, chiederà il loro aiuto per non morire.


“Ci tenevo molto però a raccontare questa storia perché credo sia molto importante, vedere un uomo convinto di sapere tutto, crollare di fronte ai suoi peggiori incubi, fa sempre ridere, e far ridere è la mia missione principale. 


Se poi nel farlo, riesco ad accendere anche una piccola riflessione sono veramente felice. Ah, dimenticavo, il titolo è “Il viaggio del papà”, perché in fondo il papà è il nostro primo eroe.”