Cultura & Gossip
SPETTACOLI - "Il berretto a sonagli 'a nomme 'e Dio" al Teatro Sala Assoli
17.02.2023 02:00 di Napoli Magazine

IL BERRETTO A SONAGLI ‘a nomme ‘e Dio


tratto da “A birritta ccu ‘i ciancianeddi” di Luigi Pirandello

 

uno spettacolo della Compagnia Nest


adattamento e traduzione Francesco Niccolini


Regia Giuseppe Miale di Mauro

 

con in o.a. Valentina Acca, Mario Cangiano, Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo

 

scenografia Luigi Ferrigno


costumi Giovanna Napolitano


musiche Flo


disegno luci Paco Summonte


grafica e foto di scena Carmine Luino

 

datore luci Desideria Angeloni


macchinista Pietro Trinchese


organizzazione Carla Borrelli


comunicazione e ufficio stampa Gennaro Bianco

 

una produzione Nest Napoli Est Teatro/TeatriMolisani

 

La compagnia Nest affronta per la prima volta Pirandello e sceglie Il Berretto a Sonagli, nella versione del 1917, scritta dall’autore agrigentino in dialetto siciliano. La storia è quella di Beatrice, una moglie tradita e fermamente decisa a tendere una trappola al marito per coglierlo in flagrante con l’amante, a sua volta sposata, perché vuole giustizia, il divorzio e gli alimenti. I familiari tentano di dissuaderla, perché non si devono mettere in piazza gli affari propri, piuttosto si deve fare finta di niente. È di questa opinione anche il marito dell’amante, lo scrivano/filosofo Ciampa: l’uomo, benché tradito, non ne vuole sapere di passare per cornuto. Da qui, una serie di eventi e colpi di scena, che vedranno i clandestini colti in flagrante, ma tutti intorno a Beatrice pronti a negare l’evidenza, in nome del perbenismo dominante. Con un approccio originale e fortemente identitario, la Compagnia Nest parte dal testo in siciliano e lo riscrive in napoletano, esaltando con la forza del dialetto tutta la cattiveria, l’odio e lo scherno di questa storia di ordinaria inumanità. In scena, nell’allestimento firmato da Giuseppe Miale di Mauro, troviamo due attori storici della compagnia, Giuseppe Gaudino e Adriano Pantaleo, accompagnati da Mario Cangiano e Valentina Acca.

 

«Proveremo a dare una lettura individuale al testo pirandelliano, – spiega il regista — da qui la scelta di raccontare la storia del berretto a sonagli mettendo al centro della vicenda Beatrice, una rivoluzionaria femminista ante litteram che prova a scardinare con la sua battaglia l’immobilismo della società e la visione maschilista e ipocrita del rapporto uomo – donna.Questa idea nasce anche dal forte impatto misogino del testo pirandelliano, in cui c’è un annullamento del ruolo della donna che in questa versione sarà enfatizzato dalla presenza di una sola attrice messa in mezzo da un manipolo di uomini (a volte travestiti da donne) che la vesseranno fino a consigliarle la pazzia come unica via d’uscita.”

 

Il pensiero di Pirandello

 

“Il Teatro non è archeologia. Il non rimettere le mani nelle opere antiche, per aggiornarle e renderle adatte a nuovo spettacolo, significa incuria, non giàscrupolo degno di rispetto. Il Teatro vuole questi rimaneggiamenti, e se n’è giovato incessantemente, in tutte le epoche ch’era più vivo. Il testo resta integro per chi se lo vorràrileggere in casa, per sua cultura; chi vorràdivertircisi, andràa teatro, dove gli saràrappresentato mondo di tutte le parti vizze, rinnovato nelle espressioni non più correnti, riadattato ai gusti dell’oggi. E perchéquesto è legittimo? Perchél’opera d’arte, in teatro, non è più il lavoro di uno scrittore, che si può sempre del resto in altro modo salvaguardare, ma un atto di vita da creare, momento per momento, sulla scena, col concorso del pubblico, che deve bearsene.”


(Luigi Pirandello, in Storia del teatro italiano, a cura di Silvio d’Amico, 1936).


PROGRAMMAZIONE:


venerdì 24 febbraio 2023 20:30


sabato 25 febbraio 2023 20:30


domenica 26 febbraio 2023 18:00

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17/02/2023 - 02:00

IL BERRETTO A SONAGLI ‘a nomme ‘e Dio


tratto da “A birritta ccu ‘i ciancianeddi” di Luigi Pirandello

 

uno spettacolo della Compagnia Nest


adattamento e traduzione Francesco Niccolini


Regia Giuseppe Miale di Mauro

 

con in o.a. Valentina Acca, Mario Cangiano, Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo

 

scenografia Luigi Ferrigno


costumi Giovanna Napolitano


musiche Flo


disegno luci Paco Summonte


grafica e foto di scena Carmine Luino

 

datore luci Desideria Angeloni


macchinista Pietro Trinchese


organizzazione Carla Borrelli


comunicazione e ufficio stampa Gennaro Bianco

 

una produzione Nest Napoli Est Teatro/TeatriMolisani

 

La compagnia Nest affronta per la prima volta Pirandello e sceglie Il Berretto a Sonagli, nella versione del 1917, scritta dall’autore agrigentino in dialetto siciliano. La storia è quella di Beatrice, una moglie tradita e fermamente decisa a tendere una trappola al marito per coglierlo in flagrante con l’amante, a sua volta sposata, perché vuole giustizia, il divorzio e gli alimenti. I familiari tentano di dissuaderla, perché non si devono mettere in piazza gli affari propri, piuttosto si deve fare finta di niente. È di questa opinione anche il marito dell’amante, lo scrivano/filosofo Ciampa: l’uomo, benché tradito, non ne vuole sapere di passare per cornuto. Da qui, una serie di eventi e colpi di scena, che vedranno i clandestini colti in flagrante, ma tutti intorno a Beatrice pronti a negare l’evidenza, in nome del perbenismo dominante. Con un approccio originale e fortemente identitario, la Compagnia Nest parte dal testo in siciliano e lo riscrive in napoletano, esaltando con la forza del dialetto tutta la cattiveria, l’odio e lo scherno di questa storia di ordinaria inumanità. In scena, nell’allestimento firmato da Giuseppe Miale di Mauro, troviamo due attori storici della compagnia, Giuseppe Gaudino e Adriano Pantaleo, accompagnati da Mario Cangiano e Valentina Acca.

 

«Proveremo a dare una lettura individuale al testo pirandelliano, – spiega il regista — da qui la scelta di raccontare la storia del berretto a sonagli mettendo al centro della vicenda Beatrice, una rivoluzionaria femminista ante litteram che prova a scardinare con la sua battaglia l’immobilismo della società e la visione maschilista e ipocrita del rapporto uomo – donna.Questa idea nasce anche dal forte impatto misogino del testo pirandelliano, in cui c’è un annullamento del ruolo della donna che in questa versione sarà enfatizzato dalla presenza di una sola attrice messa in mezzo da un manipolo di uomini (a volte travestiti da donne) che la vesseranno fino a consigliarle la pazzia come unica via d’uscita.”

 

Il pensiero di Pirandello

 

“Il Teatro non è archeologia. Il non rimettere le mani nelle opere antiche, per aggiornarle e renderle adatte a nuovo spettacolo, significa incuria, non giàscrupolo degno di rispetto. Il Teatro vuole questi rimaneggiamenti, e se n’è giovato incessantemente, in tutte le epoche ch’era più vivo. Il testo resta integro per chi se lo vorràrileggere in casa, per sua cultura; chi vorràdivertircisi, andràa teatro, dove gli saràrappresentato mondo di tutte le parti vizze, rinnovato nelle espressioni non più correnti, riadattato ai gusti dell’oggi. E perchéquesto è legittimo? Perchél’opera d’arte, in teatro, non è più il lavoro di uno scrittore, che si può sempre del resto in altro modo salvaguardare, ma un atto di vita da creare, momento per momento, sulla scena, col concorso del pubblico, che deve bearsene.”


(Luigi Pirandello, in Storia del teatro italiano, a cura di Silvio d’Amico, 1936).


PROGRAMMAZIONE:


venerdì 24 febbraio 2023 20:30


sabato 25 febbraio 2023 20:30


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