Cultura & Gossip
SPETTACOLI - La favola musicale "Purtuallo" al Museo Darwin-Dohrn
14.12.2025 09:27 di Napoli Magazine
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Si intitola “Purtuallo” la favola musicale liberamente adattata da Enzo Salomone, con musiche per chitarra di Antonello Grande, che si terrà il 15 dicembre alle ore 20.00 nel Museo Darwin-Dohrn. Curata dal Maggio della Musica, l’iniziativa è promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Altri Natali”.

La storia di Purtuallo è a pieno titolo una nostra Christmas Carol. Una favola natalizia, la più moderna, la più vicina a noi in tutti i sensi. Un racconto d’altri tempi, metafora di accoglienza, inclusione, di scelta culturale e civica. Una bella storia in musica che ci racconta della civiltà dell’abbraccio, della coesione, dell’apertura verso il più debole, verso il diverso.

La storia è ambientata a Napoli nel ‘700. Purtuallo, che in realtà si chiama Sebastiano, è un trovatello che la Madre Superiora di un convento offre in luogo del danaro pattuito a Tommaso Iannacone, anziano figuraro (artigiano di pastori) a cui aveva commissionato alcune statuette per il presepe.

Iannacone, che soffre di una grave forma di artrosi deformante, non si è mai sposato né ha pensato di diventare padre, accoglie titubante questo bambino in casa e lentamente si affeziona sempre di più a lui. Anche il piccolo comincia a sentirlo come un padre, aiutandolo a vestirsi, cambiandogli le bende alle mani. Ma non solo: osserva e impara da lui, compiendo con precisione ogni genere di missioni.

Crescendo, il ragazzo mostra notevoli doti artistiche di disegno e di modellatura. Il vecchio Iannacone coglie questo talento e decide di affidarlo al più accorsato laboratorio di pastori dell’epoca, dove il ragazzo viene accolto e si trasforma in un vero artista, superando addirittura il maestro.

Purtuallo/Sebastiano, alla morte del suo padre putativo Tommaso, ricambia l’accoglienza ricevuta eseguendo una figura presepiale (un’accademia) che lo ritrae sul letto di morte rattrappito e quasi a vergognarsi di questo suo stato. Nasce, così, Lo Scurnuso, una statuetta di raffinata bellezza ammirata da tutti per la delicata fattezza e la carica espressionista del dolore, che riconduce a opere di scultori del tempo, del livello di Giuseppe Sanmartino.

Il piccolo Sebastiano, il trovatello, rappresenta il simbolo di tutti gli abbandonati, degli orfani, delle vittime incolpevoli della brutalità dei conflitti, degli innocenti diseredati alla ricerca di un futuro, di un abbraccio che li accolga.

La favola è liberamente tratta da “Lo Scurnuso” della raffinata scrittrice fiorentina Benedetta Cibrario e adattata da Enzo Salomone, artista che da anni si dedica alla lettura ad alta voce, specializzando il rapporto tra musica e oralità. Le musiche per la chitarra sono a cura del maestro Antonello Grande, docente al conservatorio di Salerno ed eminente concertista in Italia e all’estero.

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SPETTACOLI - La favola musicale "Purtuallo" al Museo Darwin-Dohrn

di Napoli Magazine

14/12/2025 - 09:27

Si intitola “Purtuallo” la favola musicale liberamente adattata da Enzo Salomone, con musiche per chitarra di Antonello Grande, che si terrà il 15 dicembre alle ore 20.00 nel Museo Darwin-Dohrn. Curata dal Maggio della Musica, l’iniziativa è promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Altri Natali”.

La storia di Purtuallo è a pieno titolo una nostra Christmas Carol. Una favola natalizia, la più moderna, la più vicina a noi in tutti i sensi. Un racconto d’altri tempi, metafora di accoglienza, inclusione, di scelta culturale e civica. Una bella storia in musica che ci racconta della civiltà dell’abbraccio, della coesione, dell’apertura verso il più debole, verso il diverso.

La storia è ambientata a Napoli nel ‘700. Purtuallo, che in realtà si chiama Sebastiano, è un trovatello che la Madre Superiora di un convento offre in luogo del danaro pattuito a Tommaso Iannacone, anziano figuraro (artigiano di pastori) a cui aveva commissionato alcune statuette per il presepe.

Iannacone, che soffre di una grave forma di artrosi deformante, non si è mai sposato né ha pensato di diventare padre, accoglie titubante questo bambino in casa e lentamente si affeziona sempre di più a lui. Anche il piccolo comincia a sentirlo come un padre, aiutandolo a vestirsi, cambiandogli le bende alle mani. Ma non solo: osserva e impara da lui, compiendo con precisione ogni genere di missioni.

Crescendo, il ragazzo mostra notevoli doti artistiche di disegno e di modellatura. Il vecchio Iannacone coglie questo talento e decide di affidarlo al più accorsato laboratorio di pastori dell’epoca, dove il ragazzo viene accolto e si trasforma in un vero artista, superando addirittura il maestro.

Purtuallo/Sebastiano, alla morte del suo padre putativo Tommaso, ricambia l’accoglienza ricevuta eseguendo una figura presepiale (un’accademia) che lo ritrae sul letto di morte rattrappito e quasi a vergognarsi di questo suo stato. Nasce, così, Lo Scurnuso, una statuetta di raffinata bellezza ammirata da tutti per la delicata fattezza e la carica espressionista del dolore, che riconduce a opere di scultori del tempo, del livello di Giuseppe Sanmartino.

Il piccolo Sebastiano, il trovatello, rappresenta il simbolo di tutti gli abbandonati, degli orfani, delle vittime incolpevoli della brutalità dei conflitti, degli innocenti diseredati alla ricerca di un futuro, di un abbraccio che li accolga.

La favola è liberamente tratta da “Lo Scurnuso” della raffinata scrittrice fiorentina Benedetta Cibrario e adattata da Enzo Salomone, artista che da anni si dedica alla lettura ad alta voce, specializzando il rapporto tra musica e oralità. Le musiche per la chitarra sono a cura del maestro Antonello Grande, docente al conservatorio di Salerno ed eminente concertista in Italia e all’estero.