Il Teatro Nuovo di Napoli si prepara ad accogliere il pubblico per la stagione 2025/2026, che si presenta come una vera e propria mappa teatrale, in cui si intrecciano mondi diversi: i grandi classici riletti con occhi nuovi, le urgenze del nostro presente raccontate da voci contemporanee, e quella linea sottile ma potente della sperimentazione, sempre in dialogo con le altre arti.
Un mosaico vivo di linguaggi, generi e poetiche, con una proposta che parli a un pubblico ampio e intergenerazionale, unendo riflessione e intrattenimento, tradizione e innovazione, per un'esperienza teatrale profonda.
Dal prossimo mese di ottobre ad aprile 2026, il sipario si alzerà su una stagione immersiva ed eterogenea: undici spettacoli porteranno sul palcoscenico storie intense, linguaggi diversi e grandi emozioni, ma non finisce qua! La programmazione si apre e si arricchisce, diventando un vero e proprio spazio di incontro tra arti, generazioni e visioni.
Tra le proposte c’è la terza edizione di Open Dance, che quest’anno cambia forma e diventa un festival interamente dedicato alla danza contemporanea, programmata nel mese di aprile. Il ciclo di incontri Storie dell’arte, a cura di Eduardo Cicelyn, guiderà il pubblico in un viaggio appassionante nel mondo dell’arte contemporanea, tra racconti, immagini e riflessioni.
Non mancheranno le risate, grazie agli appuntamenti di Stand-up comedy, né lo spazio per la ricerca con Nuove Sensibilità, la vetrina della drammaturgia contemporanea e delle giovani compagnie emergenti.
Ed ancora il progetto We love Enzo, omaggio sentito e partecipato ad Enzo Moscato, in collaborazione con Casa del Contemporaneo, e La rete dell’immaginario, rassegna teatrale pensata per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Una stagione pensata con cura, che punta a creare un’esperienza collettiva, un luogo d’incontro dove ogni spettatore, che sia appassionato, curioso o neofita, possa trovare qualcosa che lo riguardi, lo scuota o lo faccia sentire partecipe.
Tra le proposte teatrali spicca la rilettura dei grandi classici, con un’importante produzione firmata da Peter Stein dedicata ad Anton Cechov, che promette di restituire nuova luce e intensità ai capolavori del drammaturgo russo. Accanto ai classici, grande spazio sarà riservato alla nuova drammaturgia contemporanea, con opere che riflettono sulle identità, i conflitti e le trasformazioni del nostro tempo, come Wonder Woman di Antonio Latella, una potente indagine sull’identità femminile che unisce linguaggio scenico e tensione politica.
A guidare le linee programmatiche è una visione chiara, che il direttore Alfredo Balsamo riassume così: «Il filo conduttore che unisce le nostre scelte è l’idea di un teatro capace di toccare anima e core dello spettatore, stimolando emozione, riflessione e senso di appartenenza. Abbiamo costruito un programma che parla al pubblico con sincerità, profondità e leggerezza, capace di generare emozione e pensiero, e di rimettere al centro il teatro come luogo di incontro e trasformazione».
Il Teatro Nuovo conferma così il proprio ruolo di polo culturale attento alla qualità artistica e all’innovazione, capace di valorizzare i grandi maestri della scena e di dare voce alle nuove generazioni di autori, registi e interpreti.
L’inaugurazione della stagione teatrale, giovedì 30 ottobre, è affidata al regista tedesco Peter Stein, che dirige una straordinaria compagnia mettendo in scena Crisi di nervi. Tre atti unici di Anton Cechov, ritornando ad uno dei suoi autori di riferimento. Stein ha scelto L’orso, I danni del tabacco, La domanda di matrimonio, e per l’interpretazione Maddalena Crippa, Alessandro Averone, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatigno, che si alterneranno nelle varie pièce, che lo stesso Cechov non ancora trentenne definiva “scherzi scenici”.
Sono quarantenni a confronto tra colpi di scena, battute comiche, amicizia, rancori e legami profondi i protagonisti di Le prénom - Cena tra amici di Alexandre de La Patellière e Matthieu Depalorte nella versione italiana di Fausto Paravidino, con Lisa Galantini, Alberto Giusta, Davide Lorino, Elisabetta Mazzullo e Aldo Ottobrino, regia Antonio Zavatteri, in scena dal 27 novembre.
È ispirato alla rivoluzione artistica e umana di due eroine che hanno vissuto per e nella danza, per e nel teatro The Doozies di e con Marta Dalla Via e Silvia Gribaudi, in scena dall’11 dicembre. Le biografie di Isadora Duncan ed Eleonora Duse come un’appassionante fucina di spunti narrativi e politici.
Dalla scienza al suo opposto, dagli algoritmi alle abitudini quotidiane, dalla politica al progresso e l’inerzia che lo frena, Valerio Aprea porta in scena, dal 19 dicembre, Lapocalisse una serie di monologhi scritti per lui da Marco Dambrosio, in arte Makkox in un assolo iperbolico attorno al concetto di cambiamento, necessario ad affrontare il buio che ci minaccia.
Per raccontare alcuni eventi della vita il teatro forse non è sufficiente, c’è bisogno di un atto magico, un rito che trasforma il palco in un ponte che connette la vita alla morte grazie a un gioco di prestigio e a grandi illusioni. Ed è uno spettacolo di magia che Babilonia Teatri porta in scena, dal 15 gennaio, Abracadabra con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Scimemi, Emanuela Villagrossi.
Nel 2015 ad Ancona, una ragazza peruviana fu vittima di stupro da parte di due ragazzi. In Appello gli imputati furono assolti con la motivazione che la vittima era “troppo mascolina” per essere desiderabile. La Cassazione ribaltò la sentenza, condannando i colpevoli e denunciando l’uso di stereotipi sessisti. Da questa vicenda nasce Wonder Woman di Antonio Latella e Federico Bellini, in scena dal 20 gennaio, con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara e Beatrice Verzotti a dare voce, in forma teatrale, al racconto immaginato del caso.
È la commedia francese contemporanea più recitata al mondo Art di Yasmine Reza, che Michele Riondino, interprete e regista, porta in scena, dal 12 febbraio. L’autrice, di cui è nota la penna affilata e lo sguardo chirurgico, tocca in questa commedia nera vette di comica crudeltà, si diverte e fa divertire, anche se sempre più a denti stretti, a mano a mano che da sotto la maschera buffa del théâtre de boulevard spunta la malinconia.
Le coreografie di Enrico Morelli e Michele Merola prendono vita, rispettivamente, nel dittico Elegia/Vivaldi umane passioni, in scena dal 28 febbraio. Elegia è un viaggio onirico per ritrovare il proprio essere ormai smarrito. Vivaldi umane passioni è un intenso gioco a scacchi nel quale musica e corpi si inseguono, si affrontano, si accavallano.
La classe è un docupuppets con pupazzi e uomini che Fabiana Iacozzilli e Cranpi portano in scena dal 19 marzo, come un rito collettivo, in cui gli adulti, interpretati da pupazzi realizzati da Fiammetta Mandich, rileggono i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarle.
Liberamente tratto dal romanzo di Alexandre Dumas figlio sarà in scena, dal 26 marzo, La signora delle camelie, drammaturgia e regia Giovanni Ortoleva, con Gabriele Benedetti, Anna Manella, Alberto Marcello, Nika Perrone e Vito Vicino. La cronaca impietosa di un omicidio sociale, in cui la violenza classista e moralista, immersa in condimenti stucchevoli e sentimentali, è travestita da romanticismo.
A chiudere la stagione teatrale 2025/2026 sarà, dal 9 aprile, Anna Cappelli di Annibale Ruccello, con Valentina Picello, per la regia di Claudio Tolcachir. Un testo che si interroga sul ruolo della donna nel tempo. L’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza di mezzi e di risorse, con umorismo pungente e assurdo.
La programmazione della prossima stagione del Teatro Nuovo conferma la sua linea artistica, consolidando il ruolo di presidio culturale con un’offerta pensata per stimolare emozioni e riflessioni, in linea con la vocazione del teatro: essere spazio vivo di dialogo, immaginazione ed esperienza condivisa.
di Napoli Magazine
12/06/2025 - 18:44
Il Teatro Nuovo di Napoli si prepara ad accogliere il pubblico per la stagione 2025/2026, che si presenta come una vera e propria mappa teatrale, in cui si intrecciano mondi diversi: i grandi classici riletti con occhi nuovi, le urgenze del nostro presente raccontate da voci contemporanee, e quella linea sottile ma potente della sperimentazione, sempre in dialogo con le altre arti.
Un mosaico vivo di linguaggi, generi e poetiche, con una proposta che parli a un pubblico ampio e intergenerazionale, unendo riflessione e intrattenimento, tradizione e innovazione, per un'esperienza teatrale profonda.
Dal prossimo mese di ottobre ad aprile 2026, il sipario si alzerà su una stagione immersiva ed eterogenea: undici spettacoli porteranno sul palcoscenico storie intense, linguaggi diversi e grandi emozioni, ma non finisce qua! La programmazione si apre e si arricchisce, diventando un vero e proprio spazio di incontro tra arti, generazioni e visioni.
Tra le proposte c’è la terza edizione di Open Dance, che quest’anno cambia forma e diventa un festival interamente dedicato alla danza contemporanea, programmata nel mese di aprile. Il ciclo di incontri Storie dell’arte, a cura di Eduardo Cicelyn, guiderà il pubblico in un viaggio appassionante nel mondo dell’arte contemporanea, tra racconti, immagini e riflessioni.
Non mancheranno le risate, grazie agli appuntamenti di Stand-up comedy, né lo spazio per la ricerca con Nuove Sensibilità, la vetrina della drammaturgia contemporanea e delle giovani compagnie emergenti.
Ed ancora il progetto We love Enzo, omaggio sentito e partecipato ad Enzo Moscato, in collaborazione con Casa del Contemporaneo, e La rete dell’immaginario, rassegna teatrale pensata per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Una stagione pensata con cura, che punta a creare un’esperienza collettiva, un luogo d’incontro dove ogni spettatore, che sia appassionato, curioso o neofita, possa trovare qualcosa che lo riguardi, lo scuota o lo faccia sentire partecipe.
Tra le proposte teatrali spicca la rilettura dei grandi classici, con un’importante produzione firmata da Peter Stein dedicata ad Anton Cechov, che promette di restituire nuova luce e intensità ai capolavori del drammaturgo russo. Accanto ai classici, grande spazio sarà riservato alla nuova drammaturgia contemporanea, con opere che riflettono sulle identità, i conflitti e le trasformazioni del nostro tempo, come Wonder Woman di Antonio Latella, una potente indagine sull’identità femminile che unisce linguaggio scenico e tensione politica.
A guidare le linee programmatiche è una visione chiara, che il direttore Alfredo Balsamo riassume così: «Il filo conduttore che unisce le nostre scelte è l’idea di un teatro capace di toccare anima e core dello spettatore, stimolando emozione, riflessione e senso di appartenenza. Abbiamo costruito un programma che parla al pubblico con sincerità, profondità e leggerezza, capace di generare emozione e pensiero, e di rimettere al centro il teatro come luogo di incontro e trasformazione».
Il Teatro Nuovo conferma così il proprio ruolo di polo culturale attento alla qualità artistica e all’innovazione, capace di valorizzare i grandi maestri della scena e di dare voce alle nuove generazioni di autori, registi e interpreti.
L’inaugurazione della stagione teatrale, giovedì 30 ottobre, è affidata al regista tedesco Peter Stein, che dirige una straordinaria compagnia mettendo in scena Crisi di nervi. Tre atti unici di Anton Cechov, ritornando ad uno dei suoi autori di riferimento. Stein ha scelto L’orso, I danni del tabacco, La domanda di matrimonio, e per l’interpretazione Maddalena Crippa, Alessandro Averone, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatigno, che si alterneranno nelle varie pièce, che lo stesso Cechov non ancora trentenne definiva “scherzi scenici”.
Sono quarantenni a confronto tra colpi di scena, battute comiche, amicizia, rancori e legami profondi i protagonisti di Le prénom - Cena tra amici di Alexandre de La Patellière e Matthieu Depalorte nella versione italiana di Fausto Paravidino, con Lisa Galantini, Alberto Giusta, Davide Lorino, Elisabetta Mazzullo e Aldo Ottobrino, regia Antonio Zavatteri, in scena dal 27 novembre.
È ispirato alla rivoluzione artistica e umana di due eroine che hanno vissuto per e nella danza, per e nel teatro The Doozies di e con Marta Dalla Via e Silvia Gribaudi, in scena dall’11 dicembre. Le biografie di Isadora Duncan ed Eleonora Duse come un’appassionante fucina di spunti narrativi e politici.
Dalla scienza al suo opposto, dagli algoritmi alle abitudini quotidiane, dalla politica al progresso e l’inerzia che lo frena, Valerio Aprea porta in scena, dal 19 dicembre, Lapocalisse una serie di monologhi scritti per lui da Marco Dambrosio, in arte Makkox in un assolo iperbolico attorno al concetto di cambiamento, necessario ad affrontare il buio che ci minaccia.
Per raccontare alcuni eventi della vita il teatro forse non è sufficiente, c’è bisogno di un atto magico, un rito che trasforma il palco in un ponte che connette la vita alla morte grazie a un gioco di prestigio e a grandi illusioni. Ed è uno spettacolo di magia che Babilonia Teatri porta in scena, dal 15 gennaio, Abracadabra con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Scimemi, Emanuela Villagrossi.
Nel 2015 ad Ancona, una ragazza peruviana fu vittima di stupro da parte di due ragazzi. In Appello gli imputati furono assolti con la motivazione che la vittima era “troppo mascolina” per essere desiderabile. La Cassazione ribaltò la sentenza, condannando i colpevoli e denunciando l’uso di stereotipi sessisti. Da questa vicenda nasce Wonder Woman di Antonio Latella e Federico Bellini, in scena dal 20 gennaio, con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara e Beatrice Verzotti a dare voce, in forma teatrale, al racconto immaginato del caso.
È la commedia francese contemporanea più recitata al mondo Art di Yasmine Reza, che Michele Riondino, interprete e regista, porta in scena, dal 12 febbraio. L’autrice, di cui è nota la penna affilata e lo sguardo chirurgico, tocca in questa commedia nera vette di comica crudeltà, si diverte e fa divertire, anche se sempre più a denti stretti, a mano a mano che da sotto la maschera buffa del théâtre de boulevard spunta la malinconia.
Le coreografie di Enrico Morelli e Michele Merola prendono vita, rispettivamente, nel dittico Elegia/Vivaldi umane passioni, in scena dal 28 febbraio. Elegia è un viaggio onirico per ritrovare il proprio essere ormai smarrito. Vivaldi umane passioni è un intenso gioco a scacchi nel quale musica e corpi si inseguono, si affrontano, si accavallano.
La classe è un docupuppets con pupazzi e uomini che Fabiana Iacozzilli e Cranpi portano in scena dal 19 marzo, come un rito collettivo, in cui gli adulti, interpretati da pupazzi realizzati da Fiammetta Mandich, rileggono i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarle.
Liberamente tratto dal romanzo di Alexandre Dumas figlio sarà in scena, dal 26 marzo, La signora delle camelie, drammaturgia e regia Giovanni Ortoleva, con Gabriele Benedetti, Anna Manella, Alberto Marcello, Nika Perrone e Vito Vicino. La cronaca impietosa di un omicidio sociale, in cui la violenza classista e moralista, immersa in condimenti stucchevoli e sentimentali, è travestita da romanticismo.
A chiudere la stagione teatrale 2025/2026 sarà, dal 9 aprile, Anna Cappelli di Annibale Ruccello, con Valentina Picello, per la regia di Claudio Tolcachir. Un testo che si interroga sul ruolo della donna nel tempo. L’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza di mezzi e di risorse, con umorismo pungente e assurdo.
La programmazione della prossima stagione del Teatro Nuovo conferma la sua linea artistica, consolidando il ruolo di presidio culturale con un’offerta pensata per stimolare emozioni e riflessioni, in linea con la vocazione del teatro: essere spazio vivo di dialogo, immaginazione ed esperienza condivisa.