Cultura & Gossip
TEATRO SAN CARLO - Musica da Camera, serata di Lieder domenica 2 aprile
31.03.2023 17:45 di Napoli Magazine

Musica da Camera

 

Serata di Lieder

 

Domenica 2 aprile al Teatro di San Carlo.

 

Nuovo appuntamento per la rassegna di Musica da Camera del Teatro di San Carlo, protagonisti professori d’Orchestra ed artisti del Lirico di Napoli.

 

Domenica 2 aprile, alle ore 18:00 si esibiranno infatti il soprano Marilena Ruta, assieme a Roberto Moreschi al pianoforte e Stefano Bartoli al clarinetto, in una serata di Lieder.

 

Il programma prevede l’esecuzione dei brani: “Der Hirt auf dem Felsen” per soprano, clarinetto e pianoforte, di Franz Shubert; “Sei Lieder Tedeschi” per soprano, clarinetto e pianoforte Op. 103 di Louis Sphor e “Sehr behaglich. Wir geniessen die himmlischen Freunden” per soprano, clarinetto e pianoforte dal quarto movimento della Sinfonia N. 4 in sol maggiore di Gustav Mahler.

 

GUIDA ALL’ASCOLTO

A cura di Dinko Fabris

 

Un concerto che introduce il pubblico al secolo d’oro del Lied romantico, da Schubert a Mahler, equivale allo “schiudersi di uno spazio interiore, dove si avverte l’elastico respiro dell’etere: la sua storia è un capitolo inevitabile di quel colossale romanzo entro cui Novalis sentiva svolgere la nostra vita”: così scriveva Mario Bortolotto nel suo classico libro Introduzione al Lied romantico del 1962 (uscito in edizione definitiva nel 1984). Dunque il Lied come “compagno segreto” che accompagna tutta l’evoluzione della musica europea, e in particolare tedesca, nella sua trasformazione ottocentesca. Proveremo a seguire le tre tappe proposte dal percorso esemplare di questo concerto, attraverso la presenza molto significativa del clarinetto accanto al pianoforte e naturalmente alla voce.

 

“Der Hirt auf dem Felsen” è l’ultimo dei quasi 600 Lieder composti da Frans Schubert, il primo e grande protagonista di quel “colossale romanzo” in musica. Si tratta di un unicum nella produzione schubertiana appunto per l’inserimento del clarinetto, strumento allora in rapida trasformazione dai modelli ancora settecenteschi del tempo di Mozart alla struttura ormai moderna della prima metà dell’Ottocento. In questo caso lo strumento è chiamato per imitare il suono pastorale del flauto evocato dal testo (“Il pastore sulla roccia”). Il brano fu commissionato dalla cantante Anna Milder-Hauptmann, prima interprete del beethoveniano Fidelio, e composto da Schubert nell’anno della sua morte.

 

Ludwig Spohr (il nome Louis, alla francese, come agli inizi per Beethoven, fu utilizzato durante tutta la sua carriera) ha legato la sua notorietà nella storia della musica all’essere considerato uno dei creatori della moderna figura del direttore d’orchestra. In realtà la sua attività di violinista, compositore e organizzatore musicale fu poliedrica e il catalogo delle sue 150 opere ufficiali denota la vastità dei suoi interessi. I Lieder occupano un posto particolare con 59 composizioni per 1 voce e pianoforte e altri 15 per più voci. Tra questi i Sei Lieder tedeschi per voce, clarinetto e pianoforte op. 103 sono considerati il vertice del suo catalogo: risalgono al 1809 circa, quando Spohr era Konzertmeister (una sorta di direttore musicale al violino) della corte di Gotha e stava sperimentando musiche per diverse formazioni cameristiche. I poeti scelti per questi Lieder dichiaramente “tedeschi” sono Carl Friedrich Ernst Georg, barone di Schweitzer (1796-1847) per il primo Lied: “Ich wahrte die Hoffnung tief in der Brust,” (Ho mantenuto la speranza nel profondo del mio petto); poi il più noto Robert Reinick (1805-1852) Zwiegesang (Canto a due voci); Emanuel Geibel (1815-1884) Sehnsucht (il termine che denota “Desiderio” così diffuso nella letteratura romantica); August Heinrich Hoffmann von Fallersleben (1798-1874) Alles still in süsser Ruh (Tutti ancora in dolce riposo), Ernst Koch (1808-1858). Das heimliche Leid (Canto del dolore segreto) e infine un Anonimo ma di straordinaria musicalità col testo Was stehst du lange und sinnest nach? (letteralmente: Che cosa puoi sopportare e riflettere a lungo?).

 

Giungiamo così a Gustav Mahler, all’estremo opposto del secolo. La sua Quarta Sinfonia fu composta infatti tra il 1899 e il 1901, quando Mahler aveva assunto l’incarico di direttore dell’opera di corte a Vienna e si tratta di una composizione estremamente innovativa, con l’ultimo tempo, il quarto, occupato da un meraviglioso Lied per voce di soprano che il compositore aveva già scritto nel 1892, con l’indicazione “Molto comodo” (Sehr behaglich), il cui testo è tratto da Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo). Inizia con l’invito “Godiamo le gioie celesti” (Wir geniessen die himmlischen Freunden” e tra descrizioni paradossali della vita in paradiso degli angeli-bambini contiene una stimolante descrizione della musica celeste: “Nessuna musica c’è sulla terra, che possa paragonarsi alla nostra… Cecilia e i suoi parenti sono ottimi musicanti! Le voci celesti esortano i sensi a risvegliarsi alla gioia”. Una sorta di rovesciamento dell’Inno alla gioia beethoveniano basato sull’impossibilità del godere su questa terra del gioioso affratellamento che la musica consente. L’arrangiamento che ascolteremo questa sera, con la possibilità di restituire lo spirito originale del Lied mahleriano, fu tratto dalla Quarta Sinfonia ad opera del primo clarinetto dei Berliner Philarmoniker Walter Seyfarth per la serie dei “Liederhabend” organizzati da quella mitica orchestra per il proprio pubblico ogni domenica e fu poi consegnato in manoscritto al clarinettista dell’Orchestra del Teatro di San Carlo Stefano Bartoli, un passaggio di testimone simbolico per la nostra serie di musica da camera domenicale.

 

Musica da Camera

Teatro di San Carlo

Domenica 2 aprile 2023, ore 18:00

LIEDERABEND (serata di Lieder)

Soprano | Marilena Ruta #

Pianoforte | Roberto Moreschi ??

Clarinetto | Stefano Bartoli ??

 

?? Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo

# allievo Accademia Teatro San Carlo

 

Programma

Franz Schubert, “Der Hirt auf dem Felsen” per soprano, clarinetto e pianoforte

Louis Sphor, “Sechs Deutsche Lieder” per soprano, clarinetto e pianoforte Op. 103

- Ich wahrte die Hoffnung tief in der Brust,

- Zwiegesang

- Sehnsucht

- Alles still in süsser Ruh

- Das heimliche Leid

- Was stehst du lange und sinnest nach?

Gustav Mahler, “Sehr behaglich. Wir geniessen die himmlischen Freunden” per soprano, clarinetto e pianoforte(arr. Walter Seyfarth) dal quarto movimento della Sinfonia N. 4 in sol maggiore

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TEATRO SAN CARLO - Musica da Camera, serata di Lieder domenica 2 aprile

di Napoli Magazine

31/03/2024 - 17:45

Musica da Camera

 

Serata di Lieder

 

Domenica 2 aprile al Teatro di San Carlo.

 

Nuovo appuntamento per la rassegna di Musica da Camera del Teatro di San Carlo, protagonisti professori d’Orchestra ed artisti del Lirico di Napoli.

 

Domenica 2 aprile, alle ore 18:00 si esibiranno infatti il soprano Marilena Ruta, assieme a Roberto Moreschi al pianoforte e Stefano Bartoli al clarinetto, in una serata di Lieder.

 

Il programma prevede l’esecuzione dei brani: “Der Hirt auf dem Felsen” per soprano, clarinetto e pianoforte, di Franz Shubert; “Sei Lieder Tedeschi” per soprano, clarinetto e pianoforte Op. 103 di Louis Sphor e “Sehr behaglich. Wir geniessen die himmlischen Freunden” per soprano, clarinetto e pianoforte dal quarto movimento della Sinfonia N. 4 in sol maggiore di Gustav Mahler.

 

GUIDA ALL’ASCOLTO

A cura di Dinko Fabris

 

Un concerto che introduce il pubblico al secolo d’oro del Lied romantico, da Schubert a Mahler, equivale allo “schiudersi di uno spazio interiore, dove si avverte l’elastico respiro dell’etere: la sua storia è un capitolo inevitabile di quel colossale romanzo entro cui Novalis sentiva svolgere la nostra vita”: così scriveva Mario Bortolotto nel suo classico libro Introduzione al Lied romantico del 1962 (uscito in edizione definitiva nel 1984). Dunque il Lied come “compagno segreto” che accompagna tutta l’evoluzione della musica europea, e in particolare tedesca, nella sua trasformazione ottocentesca. Proveremo a seguire le tre tappe proposte dal percorso esemplare di questo concerto, attraverso la presenza molto significativa del clarinetto accanto al pianoforte e naturalmente alla voce.

 

“Der Hirt auf dem Felsen” è l’ultimo dei quasi 600 Lieder composti da Frans Schubert, il primo e grande protagonista di quel “colossale romanzo” in musica. Si tratta di un unicum nella produzione schubertiana appunto per l’inserimento del clarinetto, strumento allora in rapida trasformazione dai modelli ancora settecenteschi del tempo di Mozart alla struttura ormai moderna della prima metà dell’Ottocento. In questo caso lo strumento è chiamato per imitare il suono pastorale del flauto evocato dal testo (“Il pastore sulla roccia”). Il brano fu commissionato dalla cantante Anna Milder-Hauptmann, prima interprete del beethoveniano Fidelio, e composto da Schubert nell’anno della sua morte.

 

Ludwig Spohr (il nome Louis, alla francese, come agli inizi per Beethoven, fu utilizzato durante tutta la sua carriera) ha legato la sua notorietà nella storia della musica all’essere considerato uno dei creatori della moderna figura del direttore d’orchestra. In realtà la sua attività di violinista, compositore e organizzatore musicale fu poliedrica e il catalogo delle sue 150 opere ufficiali denota la vastità dei suoi interessi. I Lieder occupano un posto particolare con 59 composizioni per 1 voce e pianoforte e altri 15 per più voci. Tra questi i Sei Lieder tedeschi per voce, clarinetto e pianoforte op. 103 sono considerati il vertice del suo catalogo: risalgono al 1809 circa, quando Spohr era Konzertmeister (una sorta di direttore musicale al violino) della corte di Gotha e stava sperimentando musiche per diverse formazioni cameristiche. I poeti scelti per questi Lieder dichiaramente “tedeschi” sono Carl Friedrich Ernst Georg, barone di Schweitzer (1796-1847) per il primo Lied: “Ich wahrte die Hoffnung tief in der Brust,” (Ho mantenuto la speranza nel profondo del mio petto); poi il più noto Robert Reinick (1805-1852) Zwiegesang (Canto a due voci); Emanuel Geibel (1815-1884) Sehnsucht (il termine che denota “Desiderio” così diffuso nella letteratura romantica); August Heinrich Hoffmann von Fallersleben (1798-1874) Alles still in süsser Ruh (Tutti ancora in dolce riposo), Ernst Koch (1808-1858). Das heimliche Leid (Canto del dolore segreto) e infine un Anonimo ma di straordinaria musicalità col testo Was stehst du lange und sinnest nach? (letteralmente: Che cosa puoi sopportare e riflettere a lungo?).

 

Giungiamo così a Gustav Mahler, all’estremo opposto del secolo. La sua Quarta Sinfonia fu composta infatti tra il 1899 e il 1901, quando Mahler aveva assunto l’incarico di direttore dell’opera di corte a Vienna e si tratta di una composizione estremamente innovativa, con l’ultimo tempo, il quarto, occupato da un meraviglioso Lied per voce di soprano che il compositore aveva già scritto nel 1892, con l’indicazione “Molto comodo” (Sehr behaglich), il cui testo è tratto da Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo). Inizia con l’invito “Godiamo le gioie celesti” (Wir geniessen die himmlischen Freunden” e tra descrizioni paradossali della vita in paradiso degli angeli-bambini contiene una stimolante descrizione della musica celeste: “Nessuna musica c’è sulla terra, che possa paragonarsi alla nostra… Cecilia e i suoi parenti sono ottimi musicanti! Le voci celesti esortano i sensi a risvegliarsi alla gioia”. Una sorta di rovesciamento dell’Inno alla gioia beethoveniano basato sull’impossibilità del godere su questa terra del gioioso affratellamento che la musica consente. L’arrangiamento che ascolteremo questa sera, con la possibilità di restituire lo spirito originale del Lied mahleriano, fu tratto dalla Quarta Sinfonia ad opera del primo clarinetto dei Berliner Philarmoniker Walter Seyfarth per la serie dei “Liederhabend” organizzati da quella mitica orchestra per il proprio pubblico ogni domenica e fu poi consegnato in manoscritto al clarinettista dell’Orchestra del Teatro di San Carlo Stefano Bartoli, un passaggio di testimone simbolico per la nostra serie di musica da camera domenicale.

 

Musica da Camera

Teatro di San Carlo

Domenica 2 aprile 2023, ore 18:00

LIEDERABEND (serata di Lieder)

Soprano | Marilena Ruta #

Pianoforte | Roberto Moreschi ??

Clarinetto | Stefano Bartoli ??

 

?? Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo

# allievo Accademia Teatro San Carlo

 

Programma

Franz Schubert, “Der Hirt auf dem Felsen” per soprano, clarinetto e pianoforte

Louis Sphor, “Sechs Deutsche Lieder” per soprano, clarinetto e pianoforte Op. 103

- Ich wahrte die Hoffnung tief in der Brust,

- Zwiegesang

- Sehnsucht

- Alles still in süsser Ruh

- Das heimliche Leid

- Was stehst du lange und sinnest nach?

Gustav Mahler, “Sehr behaglich. Wir geniessen die himmlischen Freunden” per soprano, clarinetto e pianoforte(arr. Walter Seyfarth) dal quarto movimento della Sinfonia N. 4 in sol maggiore