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G-FACTOR - Lucariello scrive su "NM": "Signori, qui nessuno piange!"
03.03.2017 23:10 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il sangue ribolle, l'ira collettiva ancora a fior di pelle. Su tutto prevalgono però fierezza e orgoglio di appartenenza: "siamo 'napoletani' e ce ne vantiamo", altro che piagnistei della piazza, una strumentalizzazione della "questione arbitri" al solo scopo di infangare una città e un popolo generalizzando a tappeto. Veleni e perfino l'odio di parte il denominatore di chi è scivolato sui titoloni. Veleni e odio che la Grande Napoli si scrolla di dosso e che arrivano da lassù attraverso compiacenti media saliti in cattedra a bacchettate, rivoltando la pizza: "ma ci faccia il piacere", un pezzo forte di Totò usato sul fronte opposto da chi manca soprattutto di fantasia. Tra i tanti i più accaniti quelli lesti a passare da una barricata all'altra con compiacente disinvoltura, asserviti al potere geopolitico di chi comanda nel mondo del pallone. Ebbene sì, siamo su due fronti opposti che sconfinano purtroppo dall'area calcistica. Il riferimento è anche ai cori razzisti lì allo Stadium nei confronti di Napoli, del Napoli e dei napoletani. E soltanto in pochissimi lo hanno fatto presente. Già a Torino e dintorni e cioè in tutta l'area del Nord si sentono "italiani", una convinzione sballata che non ha nessuna radice storica. Scrivono sui loro striscioni "Benvenuti in Italia" i poverini. Non sanno che furono gli antichi greci a denominare "Italiota" il meridione della penisola. E visto che la natura di questo intervento su Napoli Magazine ha assunto in prevalenza un'altra piega, ricordiamo un particolare che i coristi del Nord ignorano, discendenti diretti dei barbari invasori, elmi e corna sulla testa, dei territori del settentrione. Ciò mentre qui al Sud cultura, filosofia e arte erano tra i denominatori della vita quotidiana nella Magna Grecia. Attualizzato però il quadro storico dagli antenati dei coristi e compiacenti, quelli che non troppo tempo fa invasero il Sud e portarono via 440 milioni di ducati d'oro, il tesoro dello Stato delle Due Sicilie: rubavano allora, continuano a rubare oggi.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

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G-FACTOR - Lucariello scrive su "NM": "Signori, qui nessuno piange!"

di Napoli Magazine

03/03/2024 - 23:10

NAPOLI - Il sangue ribolle, l'ira collettiva ancora a fior di pelle. Su tutto prevalgono però fierezza e orgoglio di appartenenza: "siamo 'napoletani' e ce ne vantiamo", altro che piagnistei della piazza, una strumentalizzazione della "questione arbitri" al solo scopo di infangare una città e un popolo generalizzando a tappeto. Veleni e perfino l'odio di parte il denominatore di chi è scivolato sui titoloni. Veleni e odio che la Grande Napoli si scrolla di dosso e che arrivano da lassù attraverso compiacenti media saliti in cattedra a bacchettate, rivoltando la pizza: "ma ci faccia il piacere", un pezzo forte di Totò usato sul fronte opposto da chi manca soprattutto di fantasia. Tra i tanti i più accaniti quelli lesti a passare da una barricata all'altra con compiacente disinvoltura, asserviti al potere geopolitico di chi comanda nel mondo del pallone. Ebbene sì, siamo su due fronti opposti che sconfinano purtroppo dall'area calcistica. Il riferimento è anche ai cori razzisti lì allo Stadium nei confronti di Napoli, del Napoli e dei napoletani. E soltanto in pochissimi lo hanno fatto presente. Già a Torino e dintorni e cioè in tutta l'area del Nord si sentono "italiani", una convinzione sballata che non ha nessuna radice storica. Scrivono sui loro striscioni "Benvenuti in Italia" i poverini. Non sanno che furono gli antichi greci a denominare "Italiota" il meridione della penisola. E visto che la natura di questo intervento su Napoli Magazine ha assunto in prevalenza un'altra piega, ricordiamo un particolare che i coristi del Nord ignorano, discendenti diretti dei barbari invasori, elmi e corna sulla testa, dei territori del settentrione. Ciò mentre qui al Sud cultura, filosofia e arte erano tra i denominatori della vita quotidiana nella Magna Grecia. Attualizzato però il quadro storico dagli antenati dei coristi e compiacenti, quelli che non troppo tempo fa invasero il Sud e portarono via 440 milioni di ducati d'oro, il tesoro dello Stato delle Due Sicilie: rubavano allora, continuano a rubare oggi.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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