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GOLAZO - Adolfo Mollichelli scrive su "NM": "Reina sta facendo la differenza, insieme a Mertens, risulta leader!"
31.01.2018 16:44 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sempre più bello e non soltanto per ragioni sentimentali. Lo dice l'osservatorio del calcio europeo. Una certificazione che aggiunge numeri alla leggera bellezza del Ciuccio che è anche praticità e lettura dei momenti chiave di un incontro. In quanto al realismo, si sono fatti passi da gigante. Secondo soltanto al City che in Inghilterra si appresta a vincere campionato e coppe varie e che in Europa dirà certamente la sua. Primo Guardiola, secondo Sarri. Non è soltanto uno sfizio godibilissimo bensì la consacrazione di un gruppo di lavoro che sta mietendo successi a catena. E che a livello nazionale viene trascurato o, quantomeno, non celebrato come meriterebbe. Realismo sereno che significa consapevolezza dei propri mezzi. Se ne è avuta un'ulteriore dimostrazione contro il Bologna del Verdi desaparecido. Dopo il gol lampo dei felsinei che francamente nessuno avrebbe immaginato. Sono stati sufficienti pochi minuti a metabolizzare l'evento sciagurato ed a riprendere la solita marcia di fronte ad un avversario al quale il vantaggio fulmineo ed inatteso aveva dato sicurezza e convinzione di poter tenere testa alla più bella del reame. Non è da tutti ricevere una sberla improvvisa e far finta di niente. E' questa la connotazione tipica delle squadre di rango, consapevoli della propria forza: fisica e mentale. Spesso l'accento della critica è stato posto sul nome di Reina (alcune sue recenti performances mi avevano lasciato perplesso). Ebbene, è evidente che l'arquero spagnolo abbia lavorato sodo sulla spinta da fermo. Reina è stato determinante sia a Bergamo - con la parata con la quale ha impedito il pari di Cristante - sia contro il Bologna evitando il raddoppio di Palacio. In questo momento, Reina con i suoi interventi salvifici e Mertens che ha ritrovato la via del gol costituiscono le punte di diamante del complesso che realisticamente sa di poter cullare un grande sogno. Torno alla classifica dell'osservatorio sulle squadre europee più apprezzabili dal punto di vista estetico e più da seguire sotto il profilo dell'interpretazione tattica. Le uniche due italiane (tra le prime dieci), ma guarda un po', sono il Napoli e la Juve che divide l'ultima poltrona della top ten con Nizza e Borussia Dortmund. Sono il Napoli e la Juve le eccellenze italiane in Europa. Le due grandi rivali che in Italia hanno tracciato un solco profondo tra loro e tutte le altre contendenti. E che verosimilmente si giocheranno il titolo fino all'ultimo istante. Resto convinto che le percentuali scudetto siano favorevoli agli azzurri (60 e 40) perché classifiche di merito dell'osservatorio a parte, c'è dell'altro. La convinzione di Sarri che sia più semplice arrivare al successo attraverso il (bel) gioco contro la praticità sparagnina e spesso monotona di Allegri che del (bel) gioco se ne infischia. Attraverso il gioco vince Sarri che sa aspettare il momento di flessione di un Hamsik e sa fare a meno di un portento come Ghoulam. Perde Allegri che privo dell'estro di Dybala e della frenesìa di Cuadrado non sa fare altro che turnazioni improprie che sviliscono ulteriormente le tracce di manovra, confidando nella buona sorte (e non aggiungo altro), del colpo che prima o poi arriverà. Chioso sul Var, affidandomi a Nietsche: nella realtà non esistono fatti ma solo interpretazioni. Alla prossima. 

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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31/01/2024 - 16:44

NAPOLI - Sempre più bello e non soltanto per ragioni sentimentali. Lo dice l'osservatorio del calcio europeo. Una certificazione che aggiunge numeri alla leggera bellezza del Ciuccio che è anche praticità e lettura dei momenti chiave di un incontro. In quanto al realismo, si sono fatti passi da gigante. Secondo soltanto al City che in Inghilterra si appresta a vincere campionato e coppe varie e che in Europa dirà certamente la sua. Primo Guardiola, secondo Sarri. Non è soltanto uno sfizio godibilissimo bensì la consacrazione di un gruppo di lavoro che sta mietendo successi a catena. E che a livello nazionale viene trascurato o, quantomeno, non celebrato come meriterebbe. Realismo sereno che significa consapevolezza dei propri mezzi. Se ne è avuta un'ulteriore dimostrazione contro il Bologna del Verdi desaparecido. Dopo il gol lampo dei felsinei che francamente nessuno avrebbe immaginato. Sono stati sufficienti pochi minuti a metabolizzare l'evento sciagurato ed a riprendere la solita marcia di fronte ad un avversario al quale il vantaggio fulmineo ed inatteso aveva dato sicurezza e convinzione di poter tenere testa alla più bella del reame. Non è da tutti ricevere una sberla improvvisa e far finta di niente. E' questa la connotazione tipica delle squadre di rango, consapevoli della propria forza: fisica e mentale. Spesso l'accento della critica è stato posto sul nome di Reina (alcune sue recenti performances mi avevano lasciato perplesso). Ebbene, è evidente che l'arquero spagnolo abbia lavorato sodo sulla spinta da fermo. Reina è stato determinante sia a Bergamo - con la parata con la quale ha impedito il pari di Cristante - sia contro il Bologna evitando il raddoppio di Palacio. In questo momento, Reina con i suoi interventi salvifici e Mertens che ha ritrovato la via del gol costituiscono le punte di diamante del complesso che realisticamente sa di poter cullare un grande sogno. Torno alla classifica dell'osservatorio sulle squadre europee più apprezzabili dal punto di vista estetico e più da seguire sotto il profilo dell'interpretazione tattica. Le uniche due italiane (tra le prime dieci), ma guarda un po', sono il Napoli e la Juve che divide l'ultima poltrona della top ten con Nizza e Borussia Dortmund. Sono il Napoli e la Juve le eccellenze italiane in Europa. Le due grandi rivali che in Italia hanno tracciato un solco profondo tra loro e tutte le altre contendenti. E che verosimilmente si giocheranno il titolo fino all'ultimo istante. Resto convinto che le percentuali scudetto siano favorevoli agli azzurri (60 e 40) perché classifiche di merito dell'osservatorio a parte, c'è dell'altro. La convinzione di Sarri che sia più semplice arrivare al successo attraverso il (bel) gioco contro la praticità sparagnina e spesso monotona di Allegri che del (bel) gioco se ne infischia. Attraverso il gioco vince Sarri che sa aspettare il momento di flessione di un Hamsik e sa fare a meno di un portento come Ghoulam. Perde Allegri che privo dell'estro di Dybala e della frenesìa di Cuadrado non sa fare altro che turnazioni improprie che sviliscono ulteriormente le tracce di manovra, confidando nella buona sorte (e non aggiungo altro), del colpo che prima o poi arriverà. Chioso sul Var, affidandomi a Nietsche: nella realtà non esistono fatti ma solo interpretazioni. Alla prossima. 

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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