Golazo
GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Continua la corsa nel deserto!"
25.01.2023 16:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ehm! da dove cominciare? Dalla cavalcata che continua nella praterìa deserta, dall'inno alla gioia per una creatura bella e impossibile, dalla constatazione che si sta facendo di tutto per alimentare nuvole che si gonfiano con il soffio ventoso che spira dal Palazzo? Perché l'anomalìa di verdetti - sui quali è futile pronunciarsi fino a quando non saranno rese note le motivazioni - e di sanzioni a campionato in corso? Perché, in parole povere, tentare di "sporcare" la regolarità di un campionato che sta vivendo sulla netta superiorità del Napoli che, per rendimento e bellezza del gioco, si avvia al probabilissimo, quasi certo, successo finale? Buonsenso avrebbe voluto che le penalizzazioni fossero state inflitte per il prossimo campionato. Semplice, logico, ovvio addirittura. Forse si vuole avvisare i naviganti con il vento in poppa che la giustizia sportiva non guarda in faccia a nessuno e che se c'è qualche altro caso di plusvalenza sospetta, sì interverrà con il massimo rigore? Non vedo fantasmi accanto al letto, ma certamente nutro sospetti sulla cosiddetta imparzialità di chi è chiamato a decidere. Basti ricordare quanto accadde nel 2006, quando il presidente-commissario federale assegnò il titolo - che sarebbe dovuto restare vacante - alla squadra giù giù in classifica, ma era la sua squadra del cuore. Riavvolgiamo il nastro e cerchiamo ora di parlare di calcio giocato. E questo è un argomento semplice da sviscerare. C'è una squadra sola al comando, che guarda tutte le altre dal torrione della superiorità: Milan a 12 punti, Inter, Roma e Lazio a 13. Le rivali meneghine si sono dissolte, le romane è da poco che stanno inanellando successi di un certo valore. Tra la manita alla vecchia signora e il derby in surplace in quel di Salerno c'è stato il flop in coppa Italia, l'eliminazione da parte della cenerentola del campionato. Sarebbe riduttivo e semplicistico dare ragione a chi, deluso, si rifugia nella solita frase "la coppetta non interessa, meglio così con alcune partite in meno da giocare". E invece, ritengo un brutto passo falso, quello nella coppa di casa nostra, perché è stato il frutto di una leggerezza inammissibile - dieci titolari fuori, almeno in avvio - da parte del Pelato di Certaldo. Una grande squadra, e il Napoli lo è, deve giocare sempre al meglio in ogni competizione perché così si costruisce, si rinforza la mentalità vincente. Come fanno da sempre le grandi formazioni degli altri Paesi. Ed è anche una questione di rispetto per gli avversari. Una squadra che domina in Italia e in Europa ha il dovere di essere sempre se stessa. Bene. Girare a 50 punti - con 46 gol fatti e 14 subìti - è stata un'impresa non da poco. Sarà necessario - ecco la mentalità di cui parlavo - non guardare la classifica e scendere in campo, nel girone di ritorno, con la stessa rabbia, la stessa eleganza di gioco, la stessa volontà di proseguire nel cammino come se si partisse da zero. I protagonisti azzurri di questa splendida cavalcata hanno la possibilità di entrare nella storia, regalando alla città ed ai suoi calorosi tifosi il terzo scudetto dopo trentaquattro anni. Una gioia immensa non soltanto per i vecchi e giovani campioni che vestono la maglia azzurra ma anche per Spalletti che sarebbe al suo primo titolo in Italia dopo quelli conquistati nelle notti bianche sanpietroburghesi.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Continua la corsa nel deserto!"

di Napoli Magazine

25/01/2024 - 16:00

NAPOLI - Ehm! da dove cominciare? Dalla cavalcata che continua nella praterìa deserta, dall'inno alla gioia per una creatura bella e impossibile, dalla constatazione che si sta facendo di tutto per alimentare nuvole che si gonfiano con il soffio ventoso che spira dal Palazzo? Perché l'anomalìa di verdetti - sui quali è futile pronunciarsi fino a quando non saranno rese note le motivazioni - e di sanzioni a campionato in corso? Perché, in parole povere, tentare di "sporcare" la regolarità di un campionato che sta vivendo sulla netta superiorità del Napoli che, per rendimento e bellezza del gioco, si avvia al probabilissimo, quasi certo, successo finale? Buonsenso avrebbe voluto che le penalizzazioni fossero state inflitte per il prossimo campionato. Semplice, logico, ovvio addirittura. Forse si vuole avvisare i naviganti con il vento in poppa che la giustizia sportiva non guarda in faccia a nessuno e che se c'è qualche altro caso di plusvalenza sospetta, sì interverrà con il massimo rigore? Non vedo fantasmi accanto al letto, ma certamente nutro sospetti sulla cosiddetta imparzialità di chi è chiamato a decidere. Basti ricordare quanto accadde nel 2006, quando il presidente-commissario federale assegnò il titolo - che sarebbe dovuto restare vacante - alla squadra giù giù in classifica, ma era la sua squadra del cuore. Riavvolgiamo il nastro e cerchiamo ora di parlare di calcio giocato. E questo è un argomento semplice da sviscerare. C'è una squadra sola al comando, che guarda tutte le altre dal torrione della superiorità: Milan a 12 punti, Inter, Roma e Lazio a 13. Le rivali meneghine si sono dissolte, le romane è da poco che stanno inanellando successi di un certo valore. Tra la manita alla vecchia signora e il derby in surplace in quel di Salerno c'è stato il flop in coppa Italia, l'eliminazione da parte della cenerentola del campionato. Sarebbe riduttivo e semplicistico dare ragione a chi, deluso, si rifugia nella solita frase "la coppetta non interessa, meglio così con alcune partite in meno da giocare". E invece, ritengo un brutto passo falso, quello nella coppa di casa nostra, perché è stato il frutto di una leggerezza inammissibile - dieci titolari fuori, almeno in avvio - da parte del Pelato di Certaldo. Una grande squadra, e il Napoli lo è, deve giocare sempre al meglio in ogni competizione perché così si costruisce, si rinforza la mentalità vincente. Come fanno da sempre le grandi formazioni degli altri Paesi. Ed è anche una questione di rispetto per gli avversari. Una squadra che domina in Italia e in Europa ha il dovere di essere sempre se stessa. Bene. Girare a 50 punti - con 46 gol fatti e 14 subìti - è stata un'impresa non da poco. Sarà necessario - ecco la mentalità di cui parlavo - non guardare la classifica e scendere in campo, nel girone di ritorno, con la stessa rabbia, la stessa eleganza di gioco, la stessa volontà di proseguire nel cammino come se si partisse da zero. I protagonisti azzurri di questa splendida cavalcata hanno la possibilità di entrare nella storia, regalando alla città ed ai suoi calorosi tifosi il terzo scudetto dopo trentaquattro anni. Una gioia immensa non soltanto per i vecchi e giovani campioni che vestono la maglia azzurra ma anche per Spalletti che sarebbe al suo primo titolo in Italia dopo quelli conquistati nelle notti bianche sanpietroburghesi.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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