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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Mai sosta fu più opportuna"
20.03.2019 13:51 di Napoli Magazine

NAPOLI - Mai sosta fu più opportuna. Per curare e rimettere in sesto diversi azzurri iellati: Insigne, Fabiàn Ruiz, Ospina recuperabili per la ripresa. Poi ci sono i lungodegenti. Ci perdono le nazionali di Spagna e Colombia. Quanto all'Italia, se Lorenzinho giustamente non era convocabile, c'è la colpevolezza - anche se minima - di aver lasciato a casa Meret che non avrebbe affatto sfigurato, al posto di Cragno almeno. Ma c'era un'Under da salvaguardare e allora Alex, che ha incassato gli elogi di Buffon, è stato destinato ai suoi coetanei, detti azzurrini che hanno un sogno nel cuore: la finale degli Europei che si disputerà ad Udine, in casa Meret. Intanto, ci si gode la qualificazione ai quarti di nobiltà dell'Europa League dopo aver concesso fin troppo ai salisburghesi figli di Mozart. E col pensiero, ed anche un pizzico di apprensione, si va alle due sfide con l'Arsenal, la più amata tra le tante squadre di Londra. Una vecchia conoscenza che il Napoli ha già incrociato in un girone di Champions. Andarono avanti i gunners - che vuol dire cannonieri - nonostante la sconfitta patìta al San Paolo. Anche stavolta l'andata tra il fumo di Londra e il ritorno in casa. Un piccolo vantaggio se si sarà andati a giocare all'Emirates con la determinazione giusta e necessaria per poter segnare almeno un gol. Senza farsi intimorire dalle storiche folate offensive della formazione guidata da Emery, tecnico di assoluto valore. E senza badare al vecchio cannone piazzato innanzi all'ingresso dello stadio, simbolica minaccia per gli avversari di turno. Noi, popolo di pace, ci rifaremo con fischi e pernacchi, quelli che Eduardo insegnò al popolo del vicolo angheriato dall'altezzoso duca dai cognomi infiniti. Scherziamo, of course. Ancelotti, in arte mister chewing gum, avrà tutto il tempo per indottrinare i suoi uomini su come "sporcare" la fluidità della manovra dei biancorossi. Ci vorrà una squadra ben diversa da quella tentennante di Sassuolo e da quella a double face vista contro le zebrette furlane: sbadata in difesa per un tempo, arrembante e concreta nell'altro. Non è più tempo di provare-provare-provare come confessava la donzella al messere Massimo Troisi in "Non ci resta che piangere". E' tempo che il Ciuccio abbia una ben definita identità in vista del finale di stagione che ha due obiettivi da perseguire: la finale di Baku, città gemellata con Napoli e che diede i natali a Garry Kasparov genio della scacchiera, e la conferma della seconda cadrega. E non si tratta soltanto di questione morale.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Mai sosta fu più opportuna"

di Napoli Magazine

20/03/2024 - 13:51

NAPOLI - Mai sosta fu più opportuna. Per curare e rimettere in sesto diversi azzurri iellati: Insigne, Fabiàn Ruiz, Ospina recuperabili per la ripresa. Poi ci sono i lungodegenti. Ci perdono le nazionali di Spagna e Colombia. Quanto all'Italia, se Lorenzinho giustamente non era convocabile, c'è la colpevolezza - anche se minima - di aver lasciato a casa Meret che non avrebbe affatto sfigurato, al posto di Cragno almeno. Ma c'era un'Under da salvaguardare e allora Alex, che ha incassato gli elogi di Buffon, è stato destinato ai suoi coetanei, detti azzurrini che hanno un sogno nel cuore: la finale degli Europei che si disputerà ad Udine, in casa Meret. Intanto, ci si gode la qualificazione ai quarti di nobiltà dell'Europa League dopo aver concesso fin troppo ai salisburghesi figli di Mozart. E col pensiero, ed anche un pizzico di apprensione, si va alle due sfide con l'Arsenal, la più amata tra le tante squadre di Londra. Una vecchia conoscenza che il Napoli ha già incrociato in un girone di Champions. Andarono avanti i gunners - che vuol dire cannonieri - nonostante la sconfitta patìta al San Paolo. Anche stavolta l'andata tra il fumo di Londra e il ritorno in casa. Un piccolo vantaggio se si sarà andati a giocare all'Emirates con la determinazione giusta e necessaria per poter segnare almeno un gol. Senza farsi intimorire dalle storiche folate offensive della formazione guidata da Emery, tecnico di assoluto valore. E senza badare al vecchio cannone piazzato innanzi all'ingresso dello stadio, simbolica minaccia per gli avversari di turno. Noi, popolo di pace, ci rifaremo con fischi e pernacchi, quelli che Eduardo insegnò al popolo del vicolo angheriato dall'altezzoso duca dai cognomi infiniti. Scherziamo, of course. Ancelotti, in arte mister chewing gum, avrà tutto il tempo per indottrinare i suoi uomini su come "sporcare" la fluidità della manovra dei biancorossi. Ci vorrà una squadra ben diversa da quella tentennante di Sassuolo e da quella a double face vista contro le zebrette furlane: sbadata in difesa per un tempo, arrembante e concreta nell'altro. Non è più tempo di provare-provare-provare come confessava la donzella al messere Massimo Troisi in "Non ci resta che piangere". E' tempo che il Ciuccio abbia una ben definita identità in vista del finale di stagione che ha due obiettivi da perseguire: la finale di Baku, città gemellata con Napoli e che diede i natali a Garry Kasparov genio della scacchiera, e la conferma della seconda cadrega. E non si tratta soltanto di questione morale.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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