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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, dov'eravamo rimasti?"
21.04.2021 19:12 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dov'eravamo rimasti? Ah, già, alla lotta entusiasmante per l'ultima poltrona utile per la partecipazione alla prossima Champions. Che potrebbe rivelarsi stocastica qualora fossero trattate col pugno di ferro le società ribelli che hanno ideato la Superlega. Napoli che insegue la Juve, la Lazio che insegue il Napoli. Facciamo conto che sia tutto buono. Il primo jolly prezioso gli azzurri l'hanno quasi reso evanescente pareggiando con l'Inter che potrebbe perdere lo scudetto prima ancora di averlo conquistato. M'è piaciuta con riserva la prova dei gattusiani contro l'armata cinese che comunque non è costituita da fanti di terracotta. Perché mi sarei aspettato un maggiore mordente, la volontà senza calcoli di vincere la partita. Oddio, ci sono da considerare il valore e la forza degli avversari. Comunque, è andata così e si è ancora più vicino alla Madama. Il secondo jolly dovrà essere calato contro la Lazio che potrebbe addirittura trovarsi davanti qualora dovesse vincere il recupero con il Toro che Nicola ha reso ostico grazie anche alla filosofìa del Kaizen. Ma tutta questa serie di ragionamenti viene per forza posposta al fatto del giorno: la decisione da parte di sei squadre inglesi, tre spagnole e tre italiane di dar vita ad una Eurolega con venti squadre partecipanti, a partire da settembre. E' in atto una vera e propria guerra mondiale, per fortuna legata al calcio. I clubs secessionisti da una parte e i soloni di Fifa, Uefa e Federazioni nazionali dall'altra. Negli anni, si sono avuti continui cambiamenti, specie in campo internazionale, dei format delle coppe europee e di mondiali ed europei. E non tutti questi cambiamenti hanno sempre avuto come stella polare il bene del calcio. Gli enti preposti hanno sempre anteposto i guadagni alle reali esigenze di società e tifosi. Una grossa parte degli introiti, Fifa e Uefa li hanno incassati, felici e contenti, e quasi mai hanno indirizzato le società verso una politica, non dico di austerity, ma di saggia amministrazione. Penso agli occhi chiusi davanti a contratti insostenibili anche in condizioni di normalità, al tetto mai imposto ai lauti guadagni dei procuratori, molti dei quali etichettati Uefa. Ora, i cosiddetti ribelli vengono accusati di antimoralismo da quegli stessi signori che hanno portato alcune finali internazionali in Paesi dove vige ancora la pena di morte, senza alcun scrupolo. Nella decisione di dar vita all'Eurolega ha giocato molto lo stato asfittico di quasi tutti i clubs, dovuto anche ai mancati introiti a causa della maledetta pandemìa: mancati incassi al botteghino, sponsor in fuga, marketing a ribasso. Non so come andrà a finire questa storia, fatte di fughe in avanti e di minacce di esclusione da ogni attività degli attori di sempre. Ceferin s'è sentito tradito dai dodici clubs ribelli. Andò meglio a Cristo che, almeno, fu tradito da uno solo. Intanto, il silenzio del patròn del Napoli è eloquente. Fu il primo a tuonare contro l'Uefa nel lontano 2015, asserendo che il calcio avrebbe avuto bisogno di cambiamenti radicali. Se il Napoli sarà invitato a far parte dei magnifici 20, non credo che rifuterà. E, per favore, basta con i falsi moralismi.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, dov'eravamo rimasti?"

di Napoli Magazine

21/04/2024 - 19:12

NAPOLI - Dov'eravamo rimasti? Ah, già, alla lotta entusiasmante per l'ultima poltrona utile per la partecipazione alla prossima Champions. Che potrebbe rivelarsi stocastica qualora fossero trattate col pugno di ferro le società ribelli che hanno ideato la Superlega. Napoli che insegue la Juve, la Lazio che insegue il Napoli. Facciamo conto che sia tutto buono. Il primo jolly prezioso gli azzurri l'hanno quasi reso evanescente pareggiando con l'Inter che potrebbe perdere lo scudetto prima ancora di averlo conquistato. M'è piaciuta con riserva la prova dei gattusiani contro l'armata cinese che comunque non è costituita da fanti di terracotta. Perché mi sarei aspettato un maggiore mordente, la volontà senza calcoli di vincere la partita. Oddio, ci sono da considerare il valore e la forza degli avversari. Comunque, è andata così e si è ancora più vicino alla Madama. Il secondo jolly dovrà essere calato contro la Lazio che potrebbe addirittura trovarsi davanti qualora dovesse vincere il recupero con il Toro che Nicola ha reso ostico grazie anche alla filosofìa del Kaizen. Ma tutta questa serie di ragionamenti viene per forza posposta al fatto del giorno: la decisione da parte di sei squadre inglesi, tre spagnole e tre italiane di dar vita ad una Eurolega con venti squadre partecipanti, a partire da settembre. E' in atto una vera e propria guerra mondiale, per fortuna legata al calcio. I clubs secessionisti da una parte e i soloni di Fifa, Uefa e Federazioni nazionali dall'altra. Negli anni, si sono avuti continui cambiamenti, specie in campo internazionale, dei format delle coppe europee e di mondiali ed europei. E non tutti questi cambiamenti hanno sempre avuto come stella polare il bene del calcio. Gli enti preposti hanno sempre anteposto i guadagni alle reali esigenze di società e tifosi. Una grossa parte degli introiti, Fifa e Uefa li hanno incassati, felici e contenti, e quasi mai hanno indirizzato le società verso una politica, non dico di austerity, ma di saggia amministrazione. Penso agli occhi chiusi davanti a contratti insostenibili anche in condizioni di normalità, al tetto mai imposto ai lauti guadagni dei procuratori, molti dei quali etichettati Uefa. Ora, i cosiddetti ribelli vengono accusati di antimoralismo da quegli stessi signori che hanno portato alcune finali internazionali in Paesi dove vige ancora la pena di morte, senza alcun scrupolo. Nella decisione di dar vita all'Eurolega ha giocato molto lo stato asfittico di quasi tutti i clubs, dovuto anche ai mancati introiti a causa della maledetta pandemìa: mancati incassi al botteghino, sponsor in fuga, marketing a ribasso. Non so come andrà a finire questa storia, fatte di fughe in avanti e di minacce di esclusione da ogni attività degli attori di sempre. Ceferin s'è sentito tradito dai dodici clubs ribelli. Andò meglio a Cristo che, almeno, fu tradito da uno solo. Intanto, il silenzio del patròn del Napoli è eloquente. Fu il primo a tuonare contro l'Uefa nel lontano 2015, asserendo che il calcio avrebbe avuto bisogno di cambiamenti radicali. Se il Napoli sarà invitato a far parte dei magnifici 20, non credo che rifuterà. E, per favore, basta con i falsi moralismi.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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