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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, 'o passato è passato"
30.10.2019 14:45 di Napoli Magazine

NAPOLI - 'O passato è passato, lo dice anche una celebre canzone napoletana. Del passato, naturalmente. Epperò a poche ore dalla sfida tra il Ciuccio e la Dea restano i quattro perché che spesso mi frullano per la testa. Perché - a netto di infortuni e squalifiche - non sono state mai messe in campo due formazioni uguali almeno una volta. Perché non si ritiene ancora imprescindibile la presenza dell'azzurro più ricco di classe e cioè Fabiàn Ruiz. Perché alcuni giocatori sono impiegati in ruoli impropri ovvero in zone ed attitudini non confacenti alle loro caratteristiche peculiari. Perché gli ancelottiani sono fragili psicologicamente. Cioè non riescono a vincere le partite da vincere, come l'ultima con la Spal, quando le due di testa si erano generosamente fermate sul pari che non è mai un punto guadagnato bensì due punti perduti. E' accaduto nell'ultimo turno che ha visto avanzare a suon di gol anche la terza forza del campionato, quell'Atalanta che ha stritolato l'Udinese e che ci troveremo di fronte tra poco in una sorta di spareggio per la zona Champions. La squadra del momento, quella che potrebbe anche rivelarsi il Leicester di casa nostra. Che ostenta in Europa un cammino affannoso e privo di soddisfazioni, quell'Europa nella quale gli azzurri si ritrovano a meraviglia tant'è che la qualificazione agli ottavi sembra già messa in cassaforte. Un Napoli dai due volti, bello e sfrontato nella manifestazione che porta ricchi premi e cotillons, incerto e confusionario nel campionato che una volta era effettivamente il più bello del mondo. Potrebbe anche darsi che si tratti di una strategia aziendale, diciamo così. Ma se così fosse sarebbe un errore di valutazione di una certa gravità. Perché la coppa, sia pur ricchissima di premi, resta nella sua fase finale un terno al lotto. Mentre avere costanza di rendimento in campionato potrebbe portare effettivamente a lottare per il titolo. Quel triangolino magico che manca dai tempi di Diego al quale invio auguri di cuore per il suo genetliaco che cade oggi (come il mio, ma questo non conta). L'Atalanta, legnata di brutto a Manchester, sponda City, ha sepolto i furlani sotto una valanga di reti. Ha giocato davanti a Guardiola e davanti a Tudor con la solita ossatura di formazione e soprattutto con lo stesso spirito: una vota le prendi, più spesso le dài. E al San Paolo Gasperini detto Gasper chiederà ai suoi prodi di giocare come sempre, come sa, senza calcoli e senza speculare sulle energìe fisiche. Le squadre di razza, di blasone, di una certa caratura si "allenano" in campionato per esprimersi al meglio in coppa e viceversa. C'è altro poco da aggiungere. Se non che ci troviamo di fronte ad uno snodo decisivo: vincere vorrebbe dire ritrovare fiducia e punti d'oro in classifica; non vincere significherebbe rincorrere sogni quasi proibiti. Con affanno. E con non poche ricadute sulla serenità dell'ambiente. Non soltanto quello degli aficionados. Non voglio neanche pensarci. Che il Ciuccio scalci per bene questa Dea, la spogli dei suoi veli che, fuor di metafora, sono carattere e voglia di stupire non una tantum.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, 'o passato è passato"

di Napoli Magazine

30/10/2024 - 14:45

NAPOLI - 'O passato è passato, lo dice anche una celebre canzone napoletana. Del passato, naturalmente. Epperò a poche ore dalla sfida tra il Ciuccio e la Dea restano i quattro perché che spesso mi frullano per la testa. Perché - a netto di infortuni e squalifiche - non sono state mai messe in campo due formazioni uguali almeno una volta. Perché non si ritiene ancora imprescindibile la presenza dell'azzurro più ricco di classe e cioè Fabiàn Ruiz. Perché alcuni giocatori sono impiegati in ruoli impropri ovvero in zone ed attitudini non confacenti alle loro caratteristiche peculiari. Perché gli ancelottiani sono fragili psicologicamente. Cioè non riescono a vincere le partite da vincere, come l'ultima con la Spal, quando le due di testa si erano generosamente fermate sul pari che non è mai un punto guadagnato bensì due punti perduti. E' accaduto nell'ultimo turno che ha visto avanzare a suon di gol anche la terza forza del campionato, quell'Atalanta che ha stritolato l'Udinese e che ci troveremo di fronte tra poco in una sorta di spareggio per la zona Champions. La squadra del momento, quella che potrebbe anche rivelarsi il Leicester di casa nostra. Che ostenta in Europa un cammino affannoso e privo di soddisfazioni, quell'Europa nella quale gli azzurri si ritrovano a meraviglia tant'è che la qualificazione agli ottavi sembra già messa in cassaforte. Un Napoli dai due volti, bello e sfrontato nella manifestazione che porta ricchi premi e cotillons, incerto e confusionario nel campionato che una volta era effettivamente il più bello del mondo. Potrebbe anche darsi che si tratti di una strategia aziendale, diciamo così. Ma se così fosse sarebbe un errore di valutazione di una certa gravità. Perché la coppa, sia pur ricchissima di premi, resta nella sua fase finale un terno al lotto. Mentre avere costanza di rendimento in campionato potrebbe portare effettivamente a lottare per il titolo. Quel triangolino magico che manca dai tempi di Diego al quale invio auguri di cuore per il suo genetliaco che cade oggi (come il mio, ma questo non conta). L'Atalanta, legnata di brutto a Manchester, sponda City, ha sepolto i furlani sotto una valanga di reti. Ha giocato davanti a Guardiola e davanti a Tudor con la solita ossatura di formazione e soprattutto con lo stesso spirito: una vota le prendi, più spesso le dài. E al San Paolo Gasperini detto Gasper chiederà ai suoi prodi di giocare come sempre, come sa, senza calcoli e senza speculare sulle energìe fisiche. Le squadre di razza, di blasone, di una certa caratura si "allenano" in campionato per esprimersi al meglio in coppa e viceversa. C'è altro poco da aggiungere. Se non che ci troviamo di fronte ad uno snodo decisivo: vincere vorrebbe dire ritrovare fiducia e punti d'oro in classifica; non vincere significherebbe rincorrere sogni quasi proibiti. Con affanno. E con non poche ricadute sulla serenità dell'ambiente. Non soltanto quello degli aficionados. Non voglio neanche pensarci. Che il Ciuccio scalci per bene questa Dea, la spogli dei suoi veli che, fuor di metafora, sono carattere e voglia di stupire non una tantum.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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