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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Si va verso il giro di boa in vetta alla classifica e con la voglia di restarci"
27.12.2017 11:18 di Napoli Magazine

NAPOLI - Si va verso il giro di boa in vetta alla classifica e con la concreta probabilità di restarci. Viaggia il Napoli, viaggia la Juve, regine indiscusse del torneo. Azzurri a Crotone, bianconeri a Verona. Insidie di provincia, avversari reduci d entrambi da sonore sconfitte. Credo che Sarri metterà sull'avviso i suoi. Sono queste le partite che - se prese sotto gamba - possono riservare sgradite sorprese. Memento Chievo, per chiarire. Intanto, la vittoria sulla Samp ha detto un po' di cose. Aldilà del successo nitido che sarebbe potuto essere più rotondo e, soprattutto, meno tremebondo. E non solo per aver dovuto concludere il match in inferiorità numerica. La prima: cominciano ad essere troppi i gol al passivo nonostante si concedano rari tiri in porta agli avversari. Regolarsi di conseguenza. La seconda: Hamsik è definitivamente uscito dal tunnel del dios ed ha addirittura superato Diego come goleador. E che Allan è tornato ad essere quel centrocampista totale (alla Vidal, direi) che poche squadre possiedono. Francobollatore, incursore, finisseur: una goduria, per dirla alla Totò. La penuria di attaccanti centrali aggravata dal "blocco" di Mertens che però s'è dedicato al difficile compito di assist-man. Ricapitolando, la coperta - come suol dirsi - è di lana pura ma corta. E l'anno che verrà sarà ricco di impegni: in Europa, in campionato con il codicillo della coppa Italia. Si va verso un pieno di impegni ravvicinati di un certo tipo che non consentono calcoli. Che imporranno alla squadra leader del campionato l'obbligo di giocare sempre per vincere. Con la leggerezza di sempre nella manovra che però avrà necessariamente bisogno di ossigeno puro. La finestra di mercato che sta per aprirsi dovrà far entrare soltanto raggi di sole. Fuor di metafora: si cerchino quegli elementi - con l'avallo di Sarri - che possano costituire ricambi all'altezza ora e che possano costituire linfa vitale per il futuro. Ho sempre sostenuto che la squadra azzurra vanta undici titolarissimi e tre titolari anche perché a Sarri a così piace. Tutti e quattordici giocano a memoria, avendo assimilato idee e schemi del tecnico, provati e riprovati sotto i droni della perfezione. E poiché svezzare nuovi prospetti di campioni richiederebbe tempo ed è esercizio che Sarri non ama praticare, ecco che diventerà essenziale "pescare" nel lotto dei futuri azzurrabili elementi di spiccata personalità e di provata intelligenza calcistica. Per poter continuare a vincere, convincere e resistere nei momenti difficili con la consapevolezza che s'è accresciuto il lotto dei contendenti ad un posto di titolarissimo. E' il periodo in cui vengono fuori nomi su nomi ed alcuni di quelli accostati al Napoli non è che convincano tanto. A gennaio si parrà la nobilitate degli scout azzurri. Nell'augurare buon anno a tutti non posso non ricordare la crescita esponenziale di Lorenzo Insigne da me sostenuto anche nei momenti di opacità (pochi per fortuna). Sempre più decisivo e continuo nel suo esercizio - non semplice - di finisseur a tutto campo. Non lo chiamerò più Lorenzinho o il Magnifico. Ma little big man.  

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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27/12/2024 - 11:18

NAPOLI - Si va verso il giro di boa in vetta alla classifica e con la concreta probabilità di restarci. Viaggia il Napoli, viaggia la Juve, regine indiscusse del torneo. Azzurri a Crotone, bianconeri a Verona. Insidie di provincia, avversari reduci d entrambi da sonore sconfitte. Credo che Sarri metterà sull'avviso i suoi. Sono queste le partite che - se prese sotto gamba - possono riservare sgradite sorprese. Memento Chievo, per chiarire. Intanto, la vittoria sulla Samp ha detto un po' di cose. Aldilà del successo nitido che sarebbe potuto essere più rotondo e, soprattutto, meno tremebondo. E non solo per aver dovuto concludere il match in inferiorità numerica. La prima: cominciano ad essere troppi i gol al passivo nonostante si concedano rari tiri in porta agli avversari. Regolarsi di conseguenza. La seconda: Hamsik è definitivamente uscito dal tunnel del dios ed ha addirittura superato Diego come goleador. E che Allan è tornato ad essere quel centrocampista totale (alla Vidal, direi) che poche squadre possiedono. Francobollatore, incursore, finisseur: una goduria, per dirla alla Totò. La penuria di attaccanti centrali aggravata dal "blocco" di Mertens che però s'è dedicato al difficile compito di assist-man. Ricapitolando, la coperta - come suol dirsi - è di lana pura ma corta. E l'anno che verrà sarà ricco di impegni: in Europa, in campionato con il codicillo della coppa Italia. Si va verso un pieno di impegni ravvicinati di un certo tipo che non consentono calcoli. Che imporranno alla squadra leader del campionato l'obbligo di giocare sempre per vincere. Con la leggerezza di sempre nella manovra che però avrà necessariamente bisogno di ossigeno puro. La finestra di mercato che sta per aprirsi dovrà far entrare soltanto raggi di sole. Fuor di metafora: si cerchino quegli elementi - con l'avallo di Sarri - che possano costituire ricambi all'altezza ora e che possano costituire linfa vitale per il futuro. Ho sempre sostenuto che la squadra azzurra vanta undici titolarissimi e tre titolari anche perché a Sarri a così piace. Tutti e quattordici giocano a memoria, avendo assimilato idee e schemi del tecnico, provati e riprovati sotto i droni della perfezione. E poiché svezzare nuovi prospetti di campioni richiederebbe tempo ed è esercizio che Sarri non ama praticare, ecco che diventerà essenziale "pescare" nel lotto dei futuri azzurrabili elementi di spiccata personalità e di provata intelligenza calcistica. Per poter continuare a vincere, convincere e resistere nei momenti difficili con la consapevolezza che s'è accresciuto il lotto dei contendenti ad un posto di titolarissimo. E' il periodo in cui vengono fuori nomi su nomi ed alcuni di quelli accostati al Napoli non è che convincano tanto. A gennaio si parrà la nobilitate degli scout azzurri. Nell'augurare buon anno a tutti non posso non ricordare la crescita esponenziale di Lorenzo Insigne da me sostenuto anche nei momenti di opacità (pochi per fortuna). Sempre più decisivo e continuo nel suo esercizio - non semplice - di finisseur a tutto campo. Non lo chiamerò più Lorenzinho o il Magnifico. Ma little big man.  

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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