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DAL SAN PAOLO - L'ex allenatore azzurro Reja: "Ti ricordi quando recuperammo quel pomeriggio il pallone dal laghetto oltre l’ultimo campo del centro sportivo di Castel Volturno?”, il racconto
29.10.2018 12:09 di Napoli Magazine

NAPOLI - "Passano gli anni, ma l’affetto vero resiste al tempo. Ci incontriamo per caso dopo Napoli-Roma, mi guarda e mi fa: “Ti ricordi quando recuperammo quel pomeriggio il pallone dal laghetto oltre l’ultimo campo del centro sportivo di Castel Volturno?”. E chi se lo dimentica... Era prima di un Napoli-Juventus. I ragazzi a fine seduta iniziano a calciare le punizioni, poi prima di rientrare per ultimo negli spogliatoi il Pocho Lavezzi scaglia un pallone oltre la copertura. Eravamo rimasti in pochi: io, mio padre, Mario il magazziniere e il mister che mi fa da buon “friulano” scaramantico trapiantato a Napoli: “Questo pallone non lo possiamo lasciare nel laghetto, va recuperato, altrimenti se resta là porta sfortuna”. Non ci perdiamo d’animo. Raccogliamo tre rami, li leghiamo con lo scotch. Il pallone al centro del laghetto non si muove, sotto gli occhi di una enorme ma fortunatamente impassibile nutria. Serve un’idea. “Facciamo l’effetto tsunami per smuovere le acque”, sentenzia il mister. Il pallone lo recuperiamo, urla di gioia manco fosse stato un ambito trofeo. Tante risate. Grazie a Reja ho vissuto tanti allenamenti del Napoli. Un bagaglio di esperienza unico, che porterò per sempre dentro di me. Ah dimenticavo: il Napoli quella partita la vinse 2-1, era il 18 ottobre 2008, e Hamsik e Lavezzi furono bravi a ribaltare il risultato che aveva inizialmente strizzato l’occhio ai bianconeri in gol con Amauri. Storie di campo, retroscena di vita. Non me ne vogliamo gli allenatori con cui ho vissuto i tanti anni di lavoro legati al Napoli, con i quali conservo un ottimo rapporto, ma Reja avrà sempre un posto speciale nel mio cuore", scrive Antonio Petrazzuolo, dir. di "Napoli Magazine", sui suoi canali social.

 

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NAPOLI - "Passano gli anni, ma l’affetto vero resiste al tempo. Ci incontriamo per caso dopo Napoli-Roma, mi guarda e mi fa: “Ti ricordi quando recuperammo quel pomeriggio il pallone dal laghetto oltre l’ultimo campo del centro sportivo di Castel Volturno?”. E chi se lo dimentica... Era prima di un Napoli-Juventus. I ragazzi a fine seduta iniziano a calciare le punizioni, poi prima di rientrare per ultimo negli spogliatoi il Pocho Lavezzi scaglia un pallone oltre la copertura. Eravamo rimasti in pochi: io, mio padre, Mario il magazziniere e il mister che mi fa da buon “friulano” scaramantico trapiantato a Napoli: “Questo pallone non lo possiamo lasciare nel laghetto, va recuperato, altrimenti se resta là porta sfortuna”. Non ci perdiamo d’animo. Raccogliamo tre rami, li leghiamo con lo scotch. Il pallone al centro del laghetto non si muove, sotto gli occhi di una enorme ma fortunatamente impassibile nutria. Serve un’idea. “Facciamo l’effetto tsunami per smuovere le acque”, sentenzia il mister. Il pallone lo recuperiamo, urla di gioia manco fosse stato un ambito trofeo. Tante risate. Grazie a Reja ho vissuto tanti allenamenti del Napoli. Un bagaglio di esperienza unico, che porterò per sempre dentro di me. Ah dimenticavo: il Napoli quella partita la vinse 2-1, era il 18 ottobre 2008, e Hamsik e Lavezzi furono bravi a ribaltare il risultato che aveva inizialmente strizzato l’occhio ai bianconeri in gol con Amauri. Storie di campo, retroscena di vita. Non me ne vogliamo gli allenatori con cui ho vissuto i tanti anni di lavoro legati al Napoli, con i quali conservo un ottimo rapporto, ma Reja avrà sempre un posto speciale nel mio cuore", scrive Antonio Petrazzuolo, dir. di "Napoli Magazine", sui suoi canali social.