DIMARO FOLGARIDA. Si dice che sbagliando s’impara e a volte anche un mezzo errore può bastare per far cambiare idea a qualcuno. Quando si pensa ad Ancelotti e il ruolo di Lorenzo Insigne non è giusto parlare di sbaglio, sebbene nel finale di stagione le critiche al capitano azzurro non siano mancate a causa di più di una prestazione sottotono e una serie di incomprensioni con la tifoseria e la squadra. Basta pensare a quel trimestre, da settembre a novembre scorso, in cui l’esterno di Frattamaggiore ha letteralmente fatto faville, centrando forse il miglior periodo della sua storia azzurra. Da seconda punta non ha sempre fatto male, sembrava essersi adeguato molto bene dopo una vita sulla fascia sinistra. Così pareva che il suo futuro fosse ancora in quella posizione. Invece dagli ultimi allenamenti a Dimaro la deduzione che viene spontanea è un’altra. Forse nella testa di Ancelotti è ancora vivo l’Insigne versione Nazionale che nelle ultime due gare di qualificazione dell’Italia ha trascinato la squadra: 180 minuti, due gol e un assist. Certo, il modulo è diverso, ma la posizione è quella: ala sinistra. E nel 4-4-2 variabile disegnato dall’allenatore reggiano l’esterno sinistro è un’ala molto meno pura. Nella seduta mattutina di ieri c’è stata una partitina a campo ridotto, stavolta undici contro undici, in cui il numero 24 era posizionato proprio lì, sulla fascia, invece che alle spalle della punta. L’esterno alto di Ancelotti viene spesso in mezzo al campo, quindi è giusto parlare di ritorno al passato, ma fino ad un certo punto. Come posizione di partenza, però, adesso lo immaginiamo lì, come un po’ di tempo fa. E l’eventuale arrivo di James Rodriguez sarebbe un motivo in più che giustificherebbe queste prove da esterno. Un cambiamento, quello che s’ipotizza per la posizione di Insigne, che ha origini di natura tattica. Nel calcio verticale di Ancelotti il capitano fa più fatica poiché poco dotato di progressione negli spazi ampi. Ancelotti punta fortemente su Milik. Qui a Dimaro si sta cominciando a vedere: Milik s’abbassa per prendere il pallone, lo scambia coi compagni, crea spazi e si butta negli altri liberi. La modernità del calcio di Ancelotti prevede anche questo: vedere per credere i primi allenamenti fatti col gruppo a completo in Trentino.
di Napoli Magazine
16/07/2024 - 12:32
DIMARO FOLGARIDA. Si dice che sbagliando s’impara e a volte anche un mezzo errore può bastare per far cambiare idea a qualcuno. Quando si pensa ad Ancelotti e il ruolo di Lorenzo Insigne non è giusto parlare di sbaglio, sebbene nel finale di stagione le critiche al capitano azzurro non siano mancate a causa di più di una prestazione sottotono e una serie di incomprensioni con la tifoseria e la squadra. Basta pensare a quel trimestre, da settembre a novembre scorso, in cui l’esterno di Frattamaggiore ha letteralmente fatto faville, centrando forse il miglior periodo della sua storia azzurra. Da seconda punta non ha sempre fatto male, sembrava essersi adeguato molto bene dopo una vita sulla fascia sinistra. Così pareva che il suo futuro fosse ancora in quella posizione. Invece dagli ultimi allenamenti a Dimaro la deduzione che viene spontanea è un’altra. Forse nella testa di Ancelotti è ancora vivo l’Insigne versione Nazionale che nelle ultime due gare di qualificazione dell’Italia ha trascinato la squadra: 180 minuti, due gol e un assist. Certo, il modulo è diverso, ma la posizione è quella: ala sinistra. E nel 4-4-2 variabile disegnato dall’allenatore reggiano l’esterno sinistro è un’ala molto meno pura. Nella seduta mattutina di ieri c’è stata una partitina a campo ridotto, stavolta undici contro undici, in cui il numero 24 era posizionato proprio lì, sulla fascia, invece che alle spalle della punta. L’esterno alto di Ancelotti viene spesso in mezzo al campo, quindi è giusto parlare di ritorno al passato, ma fino ad un certo punto. Come posizione di partenza, però, adesso lo immaginiamo lì, come un po’ di tempo fa. E l’eventuale arrivo di James Rodriguez sarebbe un motivo in più che giustificherebbe queste prove da esterno. Un cambiamento, quello che s’ipotizza per la posizione di Insigne, che ha origini di natura tattica. Nel calcio verticale di Ancelotti il capitano fa più fatica poiché poco dotato di progressione negli spazi ampi. Ancelotti punta fortemente su Milik. Qui a Dimaro si sta cominciando a vedere: Milik s’abbassa per prendere il pallone, lo scambia coi compagni, crea spazi e si butta negli altri liberi. La modernità del calcio di Ancelotti prevede anche questo: vedere per credere i primi allenamenti fatti col gruppo a completo in Trentino.