La Pasquetta 2019 dei tifosi del Napoli sarà ricordata come il giorno che restituisce un anno: perché è l’anniversario del gol di Koulibaly alla Juve, perché i fischi ad Orsato riportano al mancato rosso di Pjanic, perché ad un certo punto, nella ripresa, uno striscione in Curva B recita “Sarri uno di noi” con l’intero settore che intona un coro a suo favore, all’ex allenatore che aveva saputo regalare un sogno ad una città intera. Eppure questo è il Napoli di Carlo Ancelotti ma la sconfitta con l’Atalanta, con pochissimi tifosi, è solo l’ennesima delusione di una primavera cupa, senza sole. La pioggia accompagna i tifosi allo stadio, li scorta mentre raggiungono Fuorigrotta verso le diciassette, dopo aver trascorso la prima parte della giornata con amici o in famiglia, tra pranzi e gite nei paraggi. Il cielo grigio, che poi lascerà spazio al temporale, fa da cornice ad un pomeriggio che comincia piuttosto tardi: ad un’ora dal fischio d’inizio lo stadio è vuoto, o quasi, con poche macchie di persone solo in curva e nei distinti. Alla fine, in totale, ne saranno in 19.604, poco più dei 19.448 presenti a gennaio contro la Lazio, attuale record negativo in campionato.
LA PARTITA. Il Napoli parte forte, al gol di Mertens c’è il boato dello stadio, il primo tempo è divertente e il pubblico applaude, si diverte. Nella ripresa il blackout: l’Atalanta segna due volte con l'ex Zapata protagonista, partono i soliti cori di contestazione a De Laurentiis da parte delle curve e i tifosi, al 2-1 realizzato da Pasalic, iniziano ad abbandonare lo stadio per evitare di restare imbottigliati nel traffico.
THE END. Al triplice fischio inevitabile il dispiacere del San Paolo che si palesa con qualche fischio e il coro “Meritiamo di più” che s’era sentito anche durante la partita. Qualche giocatore, come Koulibaly, va dai tifosi per scusarsi, ricevendo applausi. Fa festa solo l’Atalanta, coi suoi sostenitori presenti nel settore ospiti, per una vittoria preziosissima in chiave Champions League. Una stagione al San Paolo con pochi pienoni, anzi uno solo, i 55mila col Psg in Champions. Per il resto tante (troppe) sfide sfiorando appena i ventimila: con la Fiorentina, con la Sampdoria, col Torino, col Genoa e, appunto, con la Lazio. La sfida di ieri è solo l’ultima tra pochi intimi e potrebbero essercene anche altre, da qui al termine del campionato. In attesa (finalmente) di ricominciare.
di Napoli Magazine
23/04/2024 - 11:13
La Pasquetta 2019 dei tifosi del Napoli sarà ricordata come il giorno che restituisce un anno: perché è l’anniversario del gol di Koulibaly alla Juve, perché i fischi ad Orsato riportano al mancato rosso di Pjanic, perché ad un certo punto, nella ripresa, uno striscione in Curva B recita “Sarri uno di noi” con l’intero settore che intona un coro a suo favore, all’ex allenatore che aveva saputo regalare un sogno ad una città intera. Eppure questo è il Napoli di Carlo Ancelotti ma la sconfitta con l’Atalanta, con pochissimi tifosi, è solo l’ennesima delusione di una primavera cupa, senza sole. La pioggia accompagna i tifosi allo stadio, li scorta mentre raggiungono Fuorigrotta verso le diciassette, dopo aver trascorso la prima parte della giornata con amici o in famiglia, tra pranzi e gite nei paraggi. Il cielo grigio, che poi lascerà spazio al temporale, fa da cornice ad un pomeriggio che comincia piuttosto tardi: ad un’ora dal fischio d’inizio lo stadio è vuoto, o quasi, con poche macchie di persone solo in curva e nei distinti. Alla fine, in totale, ne saranno in 19.604, poco più dei 19.448 presenti a gennaio contro la Lazio, attuale record negativo in campionato.
LA PARTITA. Il Napoli parte forte, al gol di Mertens c’è il boato dello stadio, il primo tempo è divertente e il pubblico applaude, si diverte. Nella ripresa il blackout: l’Atalanta segna due volte con l'ex Zapata protagonista, partono i soliti cori di contestazione a De Laurentiis da parte delle curve e i tifosi, al 2-1 realizzato da Pasalic, iniziano ad abbandonare lo stadio per evitare di restare imbottigliati nel traffico.
THE END. Al triplice fischio inevitabile il dispiacere del San Paolo che si palesa con qualche fischio e il coro “Meritiamo di più” che s’era sentito anche durante la partita. Qualche giocatore, come Koulibaly, va dai tifosi per scusarsi, ricevendo applausi. Fa festa solo l’Atalanta, coi suoi sostenitori presenti nel settore ospiti, per una vittoria preziosissima in chiave Champions League. Una stagione al San Paolo con pochi pienoni, anzi uno solo, i 55mila col Psg in Champions. Per il resto tante (troppe) sfide sfiorando appena i ventimila: con la Fiorentina, con la Sampdoria, col Torino, col Genoa e, appunto, con la Lazio. La sfida di ieri è solo l’ultima tra pochi intimi e potrebbero essercene anche altre, da qui al termine del campionato. In attesa (finalmente) di ricominciare.