Parola d’ordine: rinsaldarsi. Non disgregare quel poco di identità che ancora manca e che lo Stato Maggiore azzurro sta cercando di costruire intorno alla squadra. A un Napoli che è, appunto, alla ricerca di una sua identità: cosa vale? Cosa può fare quest’anno? Gli ‘attentati’ alla riuscita del progetto sono tanti, innanzitutto la sfiducia dei tifosi, che s’aspettavano una squadra davvero legittimata a competere per lo scudetto (e non lo è) e persino - nelle ultime ore - la parole almeno poco avvedute di De Laurentiis Jr. Juve e Roma sembrano di sicuro avere una potenza di fuoco maggiore, e siccome la fisionomia del team è ancora incerta, la società ha sentito il giusto dovere di correre in suo soccorso. La nuova visita di De Laurentiis ieri a Castelvolturno è da interpretare proprio in quest’ottica. Torniamo al campo. Il Chievo, avversario di domani, non ha mai avuto grande appeal dalle parti del San Paolo, anzi. Basta e avanza accoglierlo in jeans, la nuova mise appena presentata. Il progetto dello Stato Maggiore di cui sopra è quello di risvegliare la passione sopita di una piazza già delusa: una partita ‘triste’ come quella di domani diventa assai più importante di quel che è, e i tre punti c’entrano solo in parte. Tradizionalmente Chievo ha significato spesso delusione e invece domani serve assolutamente invertire la tendenza. E la partita in quest’ottica e in questo momento diventa quasi chiave. Il Chievo è la prima ‘piccola’ al San Paolo; l’anno scorso ricordiamo tutti molto bene che proprio le incertezze con le piccole segnarono in negativo la stagione. Insomma il Napoli non ha scelta: domani serve battere i veronesi, certo, ma anche farlo convincendo sul piano del gioco, della personalità; per dare subito una pennellata di rosa (di azzurro?) alla stagione prima che quella s’ingrigisca. Le parole di Hamsik (ne riferiamo altrove) sono arrivate a pallino. Lui - ancora grande rebus e irriconoscibile uomo-chiave - ha dato la carica ("E' stata importante oggi la presenza del presidente, ci fa molto piacere che sia venuto a salutarci all'allenamento, è un segnale che sentiamo e che può essere fondamentale”). Sa, Marekiaro, che questa partita, solo in apparenza facile e col risultato quasi scontato, può avere invece un peso assai importante proprio nella ricerca d’identità che si diceva e in chiave futuro stagionale: uno, nessuno, centomila, scriveva Pirandello. Al Napoli ne basta una, purché sia quella giusta.
di Napoli Magazine
13/09/2014 - 19:45
Parola d’ordine: rinsaldarsi. Non disgregare quel poco di identità che ancora manca e che lo Stato Maggiore azzurro sta cercando di costruire intorno alla squadra. A un Napoli che è, appunto, alla ricerca di una sua identità: cosa vale? Cosa può fare quest’anno? Gli ‘attentati’ alla riuscita del progetto sono tanti, innanzitutto la sfiducia dei tifosi, che s’aspettavano una squadra davvero legittimata a competere per lo scudetto (e non lo è) e persino - nelle ultime ore - la parole almeno poco avvedute di De Laurentiis Jr. Juve e Roma sembrano di sicuro avere una potenza di fuoco maggiore, e siccome la fisionomia del team è ancora incerta, la società ha sentito il giusto dovere di correre in suo soccorso. La nuova visita di De Laurentiis ieri a Castelvolturno è da interpretare proprio in quest’ottica. Torniamo al campo. Il Chievo, avversario di domani, non ha mai avuto grande appeal dalle parti del San Paolo, anzi. Basta e avanza accoglierlo in jeans, la nuova mise appena presentata. Il progetto dello Stato Maggiore di cui sopra è quello di risvegliare la passione sopita di una piazza già delusa: una partita ‘triste’ come quella di domani diventa assai più importante di quel che è, e i tre punti c’entrano solo in parte. Tradizionalmente Chievo ha significato spesso delusione e invece domani serve assolutamente invertire la tendenza. E la partita in quest’ottica e in questo momento diventa quasi chiave. Il Chievo è la prima ‘piccola’ al San Paolo; l’anno scorso ricordiamo tutti molto bene che proprio le incertezze con le piccole segnarono in negativo la stagione. Insomma il Napoli non ha scelta: domani serve battere i veronesi, certo, ma anche farlo convincendo sul piano del gioco, della personalità; per dare subito una pennellata di rosa (di azzurro?) alla stagione prima che quella s’ingrigisca. Le parole di Hamsik (ne riferiamo altrove) sono arrivate a pallino. Lui - ancora grande rebus e irriconoscibile uomo-chiave - ha dato la carica ("E' stata importante oggi la presenza del presidente, ci fa molto piacere che sia venuto a salutarci all'allenamento, è un segnale che sentiamo e che può essere fondamentale”). Sa, Marekiaro, che questa partita, solo in apparenza facile e col risultato quasi scontato, può avere invece un peso assai importante proprio nella ricerca d’identità che si diceva e in chiave futuro stagionale: uno, nessuno, centomila, scriveva Pirandello. Al Napoli ne basta una, purché sia quella giusta.