Il Corriere del Mezzogiorno racconta i retroscena dei tentativi di Rino Gattuso di consolare il capitano Insigne, dopo il rigore fallito in occasione della finale di Supercoppa tra Juventus e Napoli: "E allora, prima la difesa pubblica ('Non è soltanto colpa sua, ma di tutti') e poi il discorso a tu per tu con Insigne. Da uomo a uomo, provando a salvare il salvabile dell’umore a pezzi e dello sconforto. Baggio dopo 27 anni ricorda ancora il rigore fallito a Usa ‘94, oggi sorride ma non fu semplice neanche per lui riuscire a guardare avanti. Così Rino ha provato ad entrare nella testa di Insigne, e qualcosa ha ottenuto. I video di quel rigore fallito ai mondiali sono ricomparsi sul suo telefono per esorcizzare il dolore. Sì, di questo si è trattato, dolore. Figlio assoluto della emotività di un capitano, da sempre ossessionato dal giudizio della piazza (che non gli perdona nulla) e (ri)precipitato nelle sabbie mobili. Il silenzio. Anche questo lungo e interminabile durante il viaggio a ritroso in aereo. Il ritorno a casa, unico rifugio per sfuggire al giudizio. Non ha risposto alle telefonate, non ha parlato con gli amici più stretti, non ha guardato i social. Non ha trovato pace".
di Napoli Magazine
22/01/2024 - 10:13
Il Corriere del Mezzogiorno racconta i retroscena dei tentativi di Rino Gattuso di consolare il capitano Insigne, dopo il rigore fallito in occasione della finale di Supercoppa tra Juventus e Napoli: "E allora, prima la difesa pubblica ('Non è soltanto colpa sua, ma di tutti') e poi il discorso a tu per tu con Insigne. Da uomo a uomo, provando a salvare il salvabile dell’umore a pezzi e dello sconforto. Baggio dopo 27 anni ricorda ancora il rigore fallito a Usa ‘94, oggi sorride ma non fu semplice neanche per lui riuscire a guardare avanti. Così Rino ha provato ad entrare nella testa di Insigne, e qualcosa ha ottenuto. I video di quel rigore fallito ai mondiali sono ricomparsi sul suo telefono per esorcizzare il dolore. Sì, di questo si è trattato, dolore. Figlio assoluto della emotività di un capitano, da sempre ossessionato dal giudizio della piazza (che non gli perdona nulla) e (ri)precipitato nelle sabbie mobili. Il silenzio. Anche questo lungo e interminabile durante il viaggio a ritroso in aereo. Il ritorno a casa, unico rifugio per sfuggire al giudizio. Non ha risposto alle telefonate, non ha parlato con gli amici più stretti, non ha guardato i social. Non ha trovato pace".