Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport: "Non sono sorpreso ma neanche esaltato. So bene che i conti si fanno alla fine e che certe posizioni assumono un valore assai significativo a marzo. Direi che nella stagione passata siamo stati sorpresi dall’infortunio di Milik, che ha costretto Sarri a sacrificare alcune settimane prima di individuare la soluzione giusta. E’ stato probabilmente quel periodo che ci è costato l’handicap rivelatosi poi determinante nella corsa per lo scudetto. La fortuna non ci è amica e il problema si è riproposto, rimandando di nuovo il povero Arek sotto ai ferri: ma ora è successo tutto con un mesetto d’anticipo rispetto all’incidente precedente e a gennaio ci sarà una sosta lunga che potrebbe agevolare il recupero del ragazzo. Inglese? Non so se siamo stati lungimiranti o ce la siamo tirati. Con il Chievo abbiamo trovato l’accordo in chiusura di calciomercato, proprio nella malaugurata ipotesi che potesse accadere un imprevisto e sottolineando che, in caso di necessità, avremmo portato Inglese da noi. Ma vedremo... Parleremo. I rapporti sono ottimi. Mi ha sorpreso positivamente la capacità di Di Francesco di essere immediatamente competitivo, pur con una squadra che ha perso tasselli potenzialmente importanti. E tra l’altro di esserlo in una città complicata, esigente, in cui c’è un senso critico più sviluppato rispetto a Napoli, dove c’è una forma di innamoramento marcato. Io ho amici carissimi, tifosi giallorossi, che alle prime avversità si lasciano andare, si abbandonano alle analisi più disparate: pure quello è legame forte, ci mancherebbe, ma crea ansia. Rinnovi di contratto? Con Mertens è stato complicato, anche perché intanto erano cambiati i manager e dunque fu necessario rivedersi più volte: ci è voluto un anno, circa. E con Insigne sono bastati sei-otto mesi. Ma la nostra intenzione è stata sempre quella: consolidare un organico che ritenevamo competitivo. Sono rimasti tutti, ci abbiamo aggiunto Ounas e Mario Rui, che sa tutto di Sarri e non ha bisogno di dover imparare. Questo inizio di stagione è la naturale conseguenza del grande finale di quella passata. Sarri? Sta crescendo, meravigliando ed arricchendo ulteriormente la sua enorme cultura calcistica con un gruppo che, rispetto alle esperienze che ha vissuto, è più numeroso e pure di qualità indiscutibilmente superiore. Qui può divertirsi a lungo, fin quando vuole, persino cambiando modulo, se lo riterrà opportuno. Io di Sarri ero innamorato prima e lo sono ancor di più oggi. Ha un gran dono: non è un rompiscatole e con lui si può parlare di tutto. Spero che resti con noi almeno dieci anni, altrimenti ce ne faremo una ragione e ne dovremmo trovare un altro. La clausola non mi preoccupa e se la salute mi assiste vedremo dei gloriosi anni azzurri. Reina? Ci siamo arenati sul rinnovo dopo la richiesta del suo agente, che avrebbe voluto un triennale, un lusso che il fatturato del Napoli non si può permettere. Ma la stagione è lunga. Szczesny? Non sarebbe venuto a fare il secondo. La sua è stata una scelta e per chiudere certe trattative, lo ricordo, bisogna essere sempre in due. Ghoulam? Una persona adorabile, un professionista eccezionale, un atleta straordinario che terrei con me per sempre. Però stiamo discutendo e vedremo se sarà possibile far conciliare le diverse posizioni. Nel caso in cui non fosse possibile, dovremmo pensare ad altri. Ma, ad esempio, Mario Rui è arrivato anche per fronteggiare, eventualmente, un addio per noi inaspettato. E comunque Ghoulam non andrà via a gennaio. Sul valore della clausola, mi sembra poi indiscutibile, la decisione è nostra, cioè mia. Juventus? Può darsi che dopo aver vinto sei scudetti consecutivamente ci possa essere un piccolo stato d’ansia. Aver perso, nel tempo, una serie di calciatori importanti - adesso Bonucci, ma prima Pogba ed anche Pirlo - ha tolto parecchio tra difesa e centrocampo ma anche in chiave realizzativa. In Italia, e vale per qualsiasi livello, non si è mai in grado di valorizzare i risultati. Pirlo con le punizioni, all’epoca, risolveva le partite; e Pogba, considerati vari fattori, io lo avrei tenuto tutta la vita. A proposito, ho cenato a Los Angeles con Del Piero, che sta per aprire un ristorante: persona deliziosa. Agnelli inibito? Non conoscendo gli atti, non mi posso pronunciare. Var? E che sia benedetto. Sono piccole soste che dànno aria, come se fossero dei time out. Si è elevata la figura degli arbitri, c’è più onestà in campo. Campionato o Champions? Mai mettere limiti alla Provvidenza".
di Napoli Magazine
06/10/2017 - 11:07
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport: "Non sono sorpreso ma neanche esaltato. So bene che i conti si fanno alla fine e che certe posizioni assumono un valore assai significativo a marzo. Direi che nella stagione passata siamo stati sorpresi dall’infortunio di Milik, che ha costretto Sarri a sacrificare alcune settimane prima di individuare la soluzione giusta. E’ stato probabilmente quel periodo che ci è costato l’handicap rivelatosi poi determinante nella corsa per lo scudetto. La fortuna non ci è amica e il problema si è riproposto, rimandando di nuovo il povero Arek sotto ai ferri: ma ora è successo tutto con un mesetto d’anticipo rispetto all’incidente precedente e a gennaio ci sarà una sosta lunga che potrebbe agevolare il recupero del ragazzo. Inglese? Non so se siamo stati lungimiranti o ce la siamo tirati. Con il Chievo abbiamo trovato l’accordo in chiusura di calciomercato, proprio nella malaugurata ipotesi che potesse accadere un imprevisto e sottolineando che, in caso di necessità, avremmo portato Inglese da noi. Ma vedremo... Parleremo. I rapporti sono ottimi. Mi ha sorpreso positivamente la capacità di Di Francesco di essere immediatamente competitivo, pur con una squadra che ha perso tasselli potenzialmente importanti. E tra l’altro di esserlo in una città complicata, esigente, in cui c’è un senso critico più sviluppato rispetto a Napoli, dove c’è una forma di innamoramento marcato. Io ho amici carissimi, tifosi giallorossi, che alle prime avversità si lasciano andare, si abbandonano alle analisi più disparate: pure quello è legame forte, ci mancherebbe, ma crea ansia. Rinnovi di contratto? Con Mertens è stato complicato, anche perché intanto erano cambiati i manager e dunque fu necessario rivedersi più volte: ci è voluto un anno, circa. E con Insigne sono bastati sei-otto mesi. Ma la nostra intenzione è stata sempre quella: consolidare un organico che ritenevamo competitivo. Sono rimasti tutti, ci abbiamo aggiunto Ounas e Mario Rui, che sa tutto di Sarri e non ha bisogno di dover imparare. Questo inizio di stagione è la naturale conseguenza del grande finale di quella passata. Sarri? Sta crescendo, meravigliando ed arricchendo ulteriormente la sua enorme cultura calcistica con un gruppo che, rispetto alle esperienze che ha vissuto, è più numeroso e pure di qualità indiscutibilmente superiore. Qui può divertirsi a lungo, fin quando vuole, persino cambiando modulo, se lo riterrà opportuno. Io di Sarri ero innamorato prima e lo sono ancor di più oggi. Ha un gran dono: non è un rompiscatole e con lui si può parlare di tutto. Spero che resti con noi almeno dieci anni, altrimenti ce ne faremo una ragione e ne dovremmo trovare un altro. La clausola non mi preoccupa e se la salute mi assiste vedremo dei gloriosi anni azzurri. Reina? Ci siamo arenati sul rinnovo dopo la richiesta del suo agente, che avrebbe voluto un triennale, un lusso che il fatturato del Napoli non si può permettere. Ma la stagione è lunga. Szczesny? Non sarebbe venuto a fare il secondo. La sua è stata una scelta e per chiudere certe trattative, lo ricordo, bisogna essere sempre in due. Ghoulam? Una persona adorabile, un professionista eccezionale, un atleta straordinario che terrei con me per sempre. Però stiamo discutendo e vedremo se sarà possibile far conciliare le diverse posizioni. Nel caso in cui non fosse possibile, dovremmo pensare ad altri. Ma, ad esempio, Mario Rui è arrivato anche per fronteggiare, eventualmente, un addio per noi inaspettato. E comunque Ghoulam non andrà via a gennaio. Sul valore della clausola, mi sembra poi indiscutibile, la decisione è nostra, cioè mia. Juventus? Può darsi che dopo aver vinto sei scudetti consecutivamente ci possa essere un piccolo stato d’ansia. Aver perso, nel tempo, una serie di calciatori importanti - adesso Bonucci, ma prima Pogba ed anche Pirlo - ha tolto parecchio tra difesa e centrocampo ma anche in chiave realizzativa. In Italia, e vale per qualsiasi livello, non si è mai in grado di valorizzare i risultati. Pirlo con le punizioni, all’epoca, risolveva le partite; e Pogba, considerati vari fattori, io lo avrei tenuto tutta la vita. A proposito, ho cenato a Los Angeles con Del Piero, che sta per aprire un ristorante: persona deliziosa. Agnelli inibito? Non conoscendo gli atti, non mi posso pronunciare. Var? E che sia benedetto. Sono piccole soste che dànno aria, come se fossero dei time out. Si è elevata la figura degli arbitri, c’è più onestà in campo. Campionato o Champions? Mai mettere limiti alla Provvidenza".