Il Corriere dello Sport scrive a proposito dei 100 giorni festeggiati da Luciano Spalletti in azzurro ed, in vista della sfida degli azzurri contro il Torino, che il Napoli scorge i fantasmi soprattutto incrociando Juric, l'ex allenatore del Verona: "Onestamente strappò il pari al «Maradona» nel momento in cui la Champions si dissolse, c’è la rappresentazione d’un processo identitario che l’allenatore ha elaborato immediatamente con quella squadra «forte, che mi piace e che mi somiglia e nella quale sono curioso di entrare in fretta per capire quanto sia consapevole di ciò». Le sette vittorie segnano un tempo, il suo, assai vicino a quello di Sarri, il primatista della serie più proficua che può essere agganciata battendo il Torino". Finora in campionato, tra 4-2-3-1 e 4-3-3, esprimendo umiltà e sacrificio ad esempio col Venezia, rivoltato con Genoa e Juventus, giganteggiando ad Udine o con la Samp e con il Cagliari e il Torino "è riuscito ad esibire la parte meno visibile della propria trasformazione, quell’evoluzione caratteriale che ha indotto a sospettare che i «bambini» siano cresciuti, si stiano facendo grandi".
di Napoli Magazine
16/10/2024 - 09:57
Il Corriere dello Sport scrive a proposito dei 100 giorni festeggiati da Luciano Spalletti in azzurro ed, in vista della sfida degli azzurri contro il Torino, che il Napoli scorge i fantasmi soprattutto incrociando Juric, l'ex allenatore del Verona: "Onestamente strappò il pari al «Maradona» nel momento in cui la Champions si dissolse, c’è la rappresentazione d’un processo identitario che l’allenatore ha elaborato immediatamente con quella squadra «forte, che mi piace e che mi somiglia e nella quale sono curioso di entrare in fretta per capire quanto sia consapevole di ciò». Le sette vittorie segnano un tempo, il suo, assai vicino a quello di Sarri, il primatista della serie più proficua che può essere agganciata battendo il Torino". Finora in campionato, tra 4-2-3-1 e 4-3-3, esprimendo umiltà e sacrificio ad esempio col Venezia, rivoltato con Genoa e Juventus, giganteggiando ad Udine o con la Samp e con il Cagliari e il Torino "è riuscito ad esibire la parte meno visibile della propria trasformazione, quell’evoluzione caratteriale che ha indotto a sospettare che i «bambini» siano cresciuti, si stiano facendo grandi".