Il Corriere dello Sport ha analizzato la vittoria del Napoli per 3-0 contro la Fiorentina in semifinale di Supercoppa: "Quanto alla svolta del modulo, c’è da giurare che, confortato dal successo, il tecnico livornese resterà acquattato in questa trincea anche nella finale. Cinque-quattro-uno e non se ne parli più. Sarà l’Inter o piuttosto la Lazio a testare se in questo rifugio tattico possano trovare riparo e nascondersi tutti i limiti del Napoli. O se invece la forza d’urto dell’attacco nerazzurro, o piuttosto il palleggio ficcante di Luis Alberto e compagni, farà esplodere l’ultimo baluardo difensivo della panchina azzurra. In quel caso Mazzarri morirà come fanno gli eroi di fronte al nemico, con la coerenza delle proprie idee. E il Napoli invece ne uscirà sfigurato. Ma il nostro non è, allo stato, che immotivato pessimismo. Perché ieri gli azzurri hanno dominato e vinto, sia pure arroccati nel loro fortino. E nessuno può escludere che il futuro migliore sia un salto tattico all’indietro di dieci anni, quello che nella prima notte di Riyad ha portato nello spogliatoio una buona dose di fiducia. Siamo costretti a crederci. Mazzarri torni a essere Mazzarri, il più datato, il più tradizionale, ma anche uno dei più esperti allenatori del campionato. Quindi: 3-4-3, che dopo il primo gol diventa 5-4-1. E giochiamo come sappiamo giocare. Con prudenza tattica e coraggio agonistico, senza strafare, coperti dietro come non mai, con più libertà per Lobotka, che se la prende e torna a dettare legge a centrocampo, e con il contropiede che torna a essere la spina del Napoli. Un decennio è passato d’emblée: Mazzarri imbriglia la Fiorentina nella sua gelatinosa tela del ragno, poi la colpisce con Simeone, imbeccato da uno stupendo corridoio di Juan Jesus. E poi si mette in trincea, in attesa del novantesimo che prima o poi arriverà. È bello? No. È giusto? Neanche. Funziona? Sì, funziona".
di Napoli Magazine
19/01/2024 - 09:33
Il Corriere dello Sport ha analizzato la vittoria del Napoli per 3-0 contro la Fiorentina in semifinale di Supercoppa: "Quanto alla svolta del modulo, c’è da giurare che, confortato dal successo, il tecnico livornese resterà acquattato in questa trincea anche nella finale. Cinque-quattro-uno e non se ne parli più. Sarà l’Inter o piuttosto la Lazio a testare se in questo rifugio tattico possano trovare riparo e nascondersi tutti i limiti del Napoli. O se invece la forza d’urto dell’attacco nerazzurro, o piuttosto il palleggio ficcante di Luis Alberto e compagni, farà esplodere l’ultimo baluardo difensivo della panchina azzurra. In quel caso Mazzarri morirà come fanno gli eroi di fronte al nemico, con la coerenza delle proprie idee. E il Napoli invece ne uscirà sfigurato. Ma il nostro non è, allo stato, che immotivato pessimismo. Perché ieri gli azzurri hanno dominato e vinto, sia pure arroccati nel loro fortino. E nessuno può escludere che il futuro migliore sia un salto tattico all’indietro di dieci anni, quello che nella prima notte di Riyad ha portato nello spogliatoio una buona dose di fiducia. Siamo costretti a crederci. Mazzarri torni a essere Mazzarri, il più datato, il più tradizionale, ma anche uno dei più esperti allenatori del campionato. Quindi: 3-4-3, che dopo il primo gol diventa 5-4-1. E giochiamo come sappiamo giocare. Con prudenza tattica e coraggio agonistico, senza strafare, coperti dietro come non mai, con più libertà per Lobotka, che se la prende e torna a dettare legge a centrocampo, e con il contropiede che torna a essere la spina del Napoli. Un decennio è passato d’emblée: Mazzarri imbriglia la Fiorentina nella sua gelatinosa tela del ragno, poi la colpisce con Simeone, imbeccato da uno stupendo corridoio di Juan Jesus. E poi si mette in trincea, in attesa del novantesimo che prima o poi arriverà. È bello? No. È giusto? Neanche. Funziona? Sì, funziona".