Lucas Castro, centrocampista del Chievo, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Castro ha dedicato una canzone a Maradona, come fatto per Totti e Messi, e Diego lo ha ringraziato: "Non ho pianto, ma mi sono commosso, mi è venuta la pelle d’oca. Maradona resta un mito per un argentino. Perché Diego arriva da un altro pianeta. Io? Dalla Terra: sono uno giocatore normale. La passione per la musica l'ho sempre avuta, qualcosa che c’è nel sangue. Appena posso, prendo la chitarra. E magari esco a suonare. Non guadagno niente: dovrei portarmi il cappello per gli euro... Campedelli? E' una brava persona, ha costruito una società seria e organizzata. Che ogni anno migliora. Cantare con me? Non credo, è timido, vero, ma a volte si lascia andare con noi: scherza e ride. Zuculini? L’ho conosciuto qui dopo aver giocato col fratello Bruno al Racing club. Abbiamo scoperto di amare la musica: lui suona il piano, io la chitarra. Con l’Hellas saranno belle sfide, mancano alla città. E chi ha detto che siamo più forti? Due anni fa abbiamo pareggiato e poi perso. Roberto Inglese in Nazionale? Bravo, se lo merita. Peccato che andrà al Napoli. La nostra è una squadra tosta che gioca semplice e corre tanto. Abbiamo un bravo preparatore. Io preferisco fare la mezzala, partire da dietro, arrivare di corsa. Mi adatto: a Catania facevo l’esterno alto nel 4-3-3. La stagione migliore rimane quella dei 6 gol a Catania e l’anno scorso al Chievo. Torino? Non si è mai arrivati a qualcosa di concreto. L’ambizione di salire c’è sempre, ma qui sto benissimo".
di Napoli Magazine
03/10/2017 - 11:36
Lucas Castro, centrocampista del Chievo, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Castro ha dedicato una canzone a Maradona, come fatto per Totti e Messi, e Diego lo ha ringraziato: "Non ho pianto, ma mi sono commosso, mi è venuta la pelle d’oca. Maradona resta un mito per un argentino. Perché Diego arriva da un altro pianeta. Io? Dalla Terra: sono uno giocatore normale. La passione per la musica l'ho sempre avuta, qualcosa che c’è nel sangue. Appena posso, prendo la chitarra. E magari esco a suonare. Non guadagno niente: dovrei portarmi il cappello per gli euro... Campedelli? E' una brava persona, ha costruito una società seria e organizzata. Che ogni anno migliora. Cantare con me? Non credo, è timido, vero, ma a volte si lascia andare con noi: scherza e ride. Zuculini? L’ho conosciuto qui dopo aver giocato col fratello Bruno al Racing club. Abbiamo scoperto di amare la musica: lui suona il piano, io la chitarra. Con l’Hellas saranno belle sfide, mancano alla città. E chi ha detto che siamo più forti? Due anni fa abbiamo pareggiato e poi perso. Roberto Inglese in Nazionale? Bravo, se lo merita. Peccato che andrà al Napoli. La nostra è una squadra tosta che gioca semplice e corre tanto. Abbiamo un bravo preparatore. Io preferisco fare la mezzala, partire da dietro, arrivare di corsa. Mi adatto: a Catania facevo l’esterno alto nel 4-3-3. La stagione migliore rimane quella dei 6 gol a Catania e l’anno scorso al Chievo. Torino? Non si è mai arrivati a qualcosa di concreto. L’ambizione di salire c’è sempre, ma qui sto benissimo".