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L'ATTACCANTE - Cioffi: "Gattuso come un padre, Osimhen mi ha sempre aiutato, Spalletti? Vi racconto un siparietto con lui per una mia maglia"
06.12.2022 17:50 di Napoli Magazine

Antonio Cioffi, attaccante di proprietà del Napoli in prestito al Pontedera, ha rilasciato un'intervista ai microfono di CalcioNapoli24.

 

Con l'arrivo di Max Canzi il tuo rendimento è decisamente migliorato al Pontedera

"Il gioco che fa il mister valorizza non solo le mie qualità, ma un po' tutte quelle della squadra. Ci troviamo molto bene. Abbiamo sempre avuto la consapevolezza di essere una buona squadra fin dal ritiro. Questa convinzione è rimasta anche con il cambio dell'allenatore. Stiamo facendo un buon cammino, ma dobbiamo restare con i piedi ben saldi a terra. L'obiettivo nostro resta prima di tutto la salvezza".

 

Sei un calciatore di proprietà del Napoli nonché tifoso anche degli azzurri. Con Luciano Spalletti hai giocato lo scorso anno nella gara di Coppa Italia persa contro la Fiorentina entrando nei tempi supplementari. Puoi raccontarci che tipo di allenatore è Spalletti e se ti viene in mente qualche aneddoto divertente legato al mister

"Spalletti è un grandissimo allenatore, non lo devo certamente dirlo io. Per quanto riguarda la gara di Coppa Italia devo dire che non mi aspettavo di entrare visto il risultato. Per mia indole sono uno che si fa trovare sempre pronto e in quel caso lo ero. Del mister ricordo un aneddoto molto divertente ed al contempo anche formativo. Arrivai a Castel Volturno per svolgere un allenamento mattutino, mi presentai con una maglietta con delle pistole raffigurate sopra. Spalletti mi richiamò, fu un siparietto, dicendomi: "Ma come vieni vestito al campo?".

 

Il tuo rapporto con Osimhen

"Victor mi ha sempre aiutato. La stessa cosa posso dire di Insigne, Koulibaly e Mertens. Se avevo qualche difficoltà potevo fare affidamento su di loro. La prima cosa che mi dissero fu proprio questa: "Se hai domande o problemi, ti aiutiamo noi". La prima volta che sono entrato nello spogliatoio non posso mai dimenticarlo. In pratica chiamarono noi della Primavera perché dovevano fare una partitella. Quando sono entrato, vedendomi al fianco di quei volti che il giorno prima avevo visto solo in tv, mi sembrava un sogno. La notte non ho dormito dall'emozione, ero troppo contento".

 

Cosa ha invece rappresentato per te Rino Gattuso

"Il mister è stato come un padre per me. Mi ha fatto esordire in serie A in un Napoli-Fiorentina. Non sai quante cazziate e schiaffi mi ha dato in allenamento (ride ndr). L'esordio nacque dal duro lavoro che facevo in allenamento. Quella gara ricordo faceva molto freddo, mancavano una decina di minuti al fischio finale. In cuor mio speravo di entrare, ma vedendo il cronometro pensai che non ce l'avrei fatta. Mi tolsi anche i parastinchi perché ritenevo ormai andata la gara. Quando il vice di Gattuso mi dice "Cioffi vai a riscaldarti" mi è salita la temperatura a mille. Faceva freddo, ma tolsi in un solo colpo felpa, tuta e quanto altro perché avevo caldo. Quando sono entrato in campo è stata un'emozione indescrivibile. Ricordo, insieme alla mia famiglia, di aver realizzato quanto accaduto solo la settimana successiva"

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06/12/2024 - 17:50

Antonio Cioffi, attaccante di proprietà del Napoli in prestito al Pontedera, ha rilasciato un'intervista ai microfono di CalcioNapoli24.

 

Con l'arrivo di Max Canzi il tuo rendimento è decisamente migliorato al Pontedera

"Il gioco che fa il mister valorizza non solo le mie qualità, ma un po' tutte quelle della squadra. Ci troviamo molto bene. Abbiamo sempre avuto la consapevolezza di essere una buona squadra fin dal ritiro. Questa convinzione è rimasta anche con il cambio dell'allenatore. Stiamo facendo un buon cammino, ma dobbiamo restare con i piedi ben saldi a terra. L'obiettivo nostro resta prima di tutto la salvezza".

 

Sei un calciatore di proprietà del Napoli nonché tifoso anche degli azzurri. Con Luciano Spalletti hai giocato lo scorso anno nella gara di Coppa Italia persa contro la Fiorentina entrando nei tempi supplementari. Puoi raccontarci che tipo di allenatore è Spalletti e se ti viene in mente qualche aneddoto divertente legato al mister

"Spalletti è un grandissimo allenatore, non lo devo certamente dirlo io. Per quanto riguarda la gara di Coppa Italia devo dire che non mi aspettavo di entrare visto il risultato. Per mia indole sono uno che si fa trovare sempre pronto e in quel caso lo ero. Del mister ricordo un aneddoto molto divertente ed al contempo anche formativo. Arrivai a Castel Volturno per svolgere un allenamento mattutino, mi presentai con una maglietta con delle pistole raffigurate sopra. Spalletti mi richiamò, fu un siparietto, dicendomi: "Ma come vieni vestito al campo?".

 

Il tuo rapporto con Osimhen

"Victor mi ha sempre aiutato. La stessa cosa posso dire di Insigne, Koulibaly e Mertens. Se avevo qualche difficoltà potevo fare affidamento su di loro. La prima cosa che mi dissero fu proprio questa: "Se hai domande o problemi, ti aiutiamo noi". La prima volta che sono entrato nello spogliatoio non posso mai dimenticarlo. In pratica chiamarono noi della Primavera perché dovevano fare una partitella. Quando sono entrato, vedendomi al fianco di quei volti che il giorno prima avevo visto solo in tv, mi sembrava un sogno. La notte non ho dormito dall'emozione, ero troppo contento".

 

Cosa ha invece rappresentato per te Rino Gattuso

"Il mister è stato come un padre per me. Mi ha fatto esordire in serie A in un Napoli-Fiorentina. Non sai quante cazziate e schiaffi mi ha dato in allenamento (ride ndr). L'esordio nacque dal duro lavoro che facevo in allenamento. Quella gara ricordo faceva molto freddo, mancavano una decina di minuti al fischio finale. In cuor mio speravo di entrare, ma vedendo il cronometro pensai che non ce l'avrei fatta. Mi tolsi anche i parastinchi perché ritenevo ormai andata la gara. Quando il vice di Gattuso mi dice "Cioffi vai a riscaldarti" mi è salita la temperatura a mille. Faceva freddo, ma tolsi in un solo colpo felpa, tuta e quanto altro perché avevo caldo. Quando sono entrato in campo è stata un'emozione indescrivibile. Ricordo, insieme alla mia famiglia, di aver realizzato quanto accaduto solo la settimana successiva"