Mamadou Kouassi, cui è ispirato il film “Io Capitano” ha affermato durante il convegno “L'Italia è un Paese razzista?” al centro congressi Jambo1 di Trentola Ducenta, come evidenziato da "Napoli Magazine": "Sognavo di diventare un giocatore di calcio, la mia presenza qui oggi vale molto. Come denominatore comune ci vuole l'equità, quando non c'è, c'è iniquità e siamo costretti a fare viaggi nel deserto, affrontare la morte, con l'equità si può combattere le ingiustizie. L'Italia non è un Paese razzista, ma ricordo episodi razzisti con Balotelli, Koulibaly, Juan Jesus. In passato creammo una squadra antirazzista di basket per lottare contro il razzismo, anche in Africa c'è il razzismo, è una piaga che rovina la società, dobbiamo pian pian riuscire a far sì che le persone vivano in sinergia. Il Napoli calcio può aiutare anche attraverso calcio e scuole, è importante parlare nelle scuole. E' un dato di fatto che vogliamo che non accada più nè nel calcio, nè nelle scuole, sui treni, ovunque. Lo viviamo sulla nostra pelle e dobbiamo far sì di poter vivere in un mondo libero pieno di equità".
di Napoli Magazine
27/05/2024 - 11:34
Mamadou Kouassi, cui è ispirato il film “Io Capitano” ha affermato durante il convegno “L'Italia è un Paese razzista?” al centro congressi Jambo1 di Trentola Ducenta, come evidenziato da "Napoli Magazine": "Sognavo di diventare un giocatore di calcio, la mia presenza qui oggi vale molto. Come denominatore comune ci vuole l'equità, quando non c'è, c'è iniquità e siamo costretti a fare viaggi nel deserto, affrontare la morte, con l'equità si può combattere le ingiustizie. L'Italia non è un Paese razzista, ma ricordo episodi razzisti con Balotelli, Koulibaly, Juan Jesus. In passato creammo una squadra antirazzista di basket per lottare contro il razzismo, anche in Africa c'è il razzismo, è una piaga che rovina la società, dobbiamo pian pian riuscire a far sì che le persone vivano in sinergia. Il Napoli calcio può aiutare anche attraverso calcio e scuole, è importante parlare nelle scuole. E' un dato di fatto che vogliamo che non accada più nè nel calcio, nè nelle scuole, sui treni, ovunque. Lo viviamo sulla nostra pelle e dobbiamo far sì di poter vivere in un mondo libero pieno di equità".