Ciò che il Napoli sa esprimere in campo va oltre le polemiche e le chiacchiere che hanno caratterizzato gli ultimi giorni. La grande bellezza del calcio di Sarri è anche figlia della sinergia fisica e mentale che c’è tra l’allenatore e i suoi giocatori: è l’unità di squadra, espressione dell’intera rosa, non soltanto dei titolarissimi. La foto del gruppo in maglia azzurra postata da Reina su twitter è significativa. Non solo i 140 caratteri ma anche e soprattutto il colore di una maglia messa in soffitta per motivi scaramantici. La sacralità dello spogliatoio è un concetto a cui i Sarri’s boys tengono particolarmente, nonostante i normali dissidi che pure esistono tra ragazzi di nazionalità e culture diverse. Un gruppo blindato riuscito a non farsi scalfire dal post Real ma soprattutto da tutto quanto era già accaduto nella sera in cui si è giocata al San Paolo Napoli-Palermo (30 gennaio), terminata 1-1 e primo round della polemica tra Sarri e De Laurentiis.
Gli azzurri avevano pareggiato la gara casalinga contro l’ultima in classifica e De Laurentiis non era stato a guardare in silenzio. Al triplice fischio aveva espresso il suo disappunto nello spogliatoio e sia l’allenatore che i giocatori non avevano gradito l’«irruzione». A tal punto, Sarri, che nella rabbia del momento si era lasciato scappare: «Io di qui me ne vado». Annuncio di dimissioni? Non proprio. Un sfogo dettato anche e soprattutto dall’incompatibilità caratteriale con De Laurentiis di cui altre volte in passato se ne era avuta percezione. Il gruppo di testa dello spogliatoio, guidato naturalmente da Pepe Reina, si mosse immediatamente per evitare che Sarri mettesse effettivamente in pratica le sue intenzioni. E non ci volle troppo tempo per convincerlo a desistere. Il patto fu siglato ancora una volta nel nome degli obiettivi da raggiungere sul campo, prescindendo da ogni condizionamento esterno, presidente compreso. La preparazione della sfida con il Real Madrid aveva seppellito i brutti pensieri. Sarri mise da parte i suoi propositi di addio, la squadra tutta si sentì sollevata.
di Napoli Magazine
21/02/2017 - 11:52
Ciò che il Napoli sa esprimere in campo va oltre le polemiche e le chiacchiere che hanno caratterizzato gli ultimi giorni. La grande bellezza del calcio di Sarri è anche figlia della sinergia fisica e mentale che c’è tra l’allenatore e i suoi giocatori: è l’unità di squadra, espressione dell’intera rosa, non soltanto dei titolarissimi. La foto del gruppo in maglia azzurra postata da Reina su twitter è significativa. Non solo i 140 caratteri ma anche e soprattutto il colore di una maglia messa in soffitta per motivi scaramantici. La sacralità dello spogliatoio è un concetto a cui i Sarri’s boys tengono particolarmente, nonostante i normali dissidi che pure esistono tra ragazzi di nazionalità e culture diverse. Un gruppo blindato riuscito a non farsi scalfire dal post Real ma soprattutto da tutto quanto era già accaduto nella sera in cui si è giocata al San Paolo Napoli-Palermo (30 gennaio), terminata 1-1 e primo round della polemica tra Sarri e De Laurentiis.
Gli azzurri avevano pareggiato la gara casalinga contro l’ultima in classifica e De Laurentiis non era stato a guardare in silenzio. Al triplice fischio aveva espresso il suo disappunto nello spogliatoio e sia l’allenatore che i giocatori non avevano gradito l’«irruzione». A tal punto, Sarri, che nella rabbia del momento si era lasciato scappare: «Io di qui me ne vado». Annuncio di dimissioni? Non proprio. Un sfogo dettato anche e soprattutto dall’incompatibilità caratteriale con De Laurentiis di cui altre volte in passato se ne era avuta percezione. Il gruppo di testa dello spogliatoio, guidato naturalmente da Pepe Reina, si mosse immediatamente per evitare che Sarri mettesse effettivamente in pratica le sue intenzioni. E non ci volle troppo tempo per convincerlo a desistere. Il patto fu siglato ancora una volta nel nome degli obiettivi da raggiungere sul campo, prescindendo da ogni condizionamento esterno, presidente compreso. La preparazione della sfida con il Real Madrid aveva seppellito i brutti pensieri. Sarri mise da parte i suoi propositi di addio, la squadra tutta si sentì sollevata.