1) Non sappiamo ancora, per ovvi motivi, dove questo nuovo Napoli potrà arrivare. Sappiamo però, con certezza, che questo gruppo giovane e sfrontato ha già raggiunto un piccolo ma non banale obiettivo: riportare entusiasmo all'interno di una piazza spaccata in due e sfiduciata. Non male.
2) 9 gol fatti e 2 subiti in due partite, numeri importanti. Certo, i match con Verona e Monza si sono rivelati più semplici del previsto, ma non era affatto scontato fino a poche settimane fa. Inoltre, e da queste parti lo sappiamo bene, i punti ottenuti contro le "piccole" a fine anno fanno la differenza. Vietato dunque esaltarsi, ma sminuire le ottime prestazioni degli azzurri sarebbe ingiusto.
3) Le partenze sono state dolorose, ma la rivoluzione sta permettendo a Spalletti di costruire con pazienza e maestria una squadra più adatta alla sua idea di calcio. Velocità, fisicità, duttilità in abbondanza ed un gioco super verticale. Caratteristiche chiare e riconoscibili sin da subito che andranno, chiaramente, confermate e perfezionate nel corso della stagione.
4) Impossibile non parlare dei singoli. Benissimo Kim, insostituibile Lobotka, in continua crescita Anguissa e Zielinski, pimpante Lozano, bomber (in cerca di continuità e fortuna) Osimhen. Spicca però inevitabilmente Kvaratskhelia: non solo i due fantastici gol (già 3 in due partite, senza dimenticare l'assist geniale dell'esordio), ma anche la capacità di essere già un leader tecnico ed un punto di riferimento importante in campo per i compagni. Può e deve crescere, ma se il buongiorno si vede dal mattino, beh...
5) Juan Jesus, Elmas, Olivera, Simeone, Politano, Raspadori, Ndombele. Sarebbero dei titolari in quasi tutte le squadre del nostro campionato e ieri, per diversi motivi, erano tra i giocatori presenti sulla panchina azzurra. Ecco il motivo per il quale questo Napoli può essere competitivo: una profondità della rosa mai vista, un'arma potenzialmente devastante nell'epoca dei 5 cambi. E se dovesse arrivare anche la ciliegina in porta, chissà. Per ora calma e piedi per terra.
Simone Santacroce
Napoli Magazine
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