Raffaello Giuntoli, zio del d.s. Cristiano Giuntoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tuttosport: "In famiglia abbiamo avuto due squadre, una di ciclismo e una di calcio. Quella di ciclismo si chiamava Gruppo Sportivo San Niccolò, che aveva sede proprio a casa di Tiziano, il padre di Cristiano. Nel calcio invece, durante un periodo di crisi dell’Aglianese, che per quattro anni praticamente sparì, presero piede piccole squadre. Noi ne avevamo una che si chiamava Fulgor, con cui arrivammo a giocare a livello regionale. Come detto, ha sempre avuto una passione straordinaria fin da bambino. Per il calcio e per la Juve: mio fratello Tiziano, suo padre, era il punto di riferimento di tutti gli juventini del paese. Per Cristiano la Juve è un sogno realizzato, credo per lui sia il massimo dell’euforia. Ed è stato un lungo travaglio nell’ultimo mese e ci sono stati giorni difficili, in cui sembrava che De Laurentiis non lo avrebbe liberato. Io gli ho sempre detto che tutto si sarebbe aggiustato, magari alla fine, come è successo, ma si sarebbe aggiustato. Ora sono un paio di giorni che non lo sento perché è sempre al telefono... sua mamma lo chiama alle 2, le 3 di notte, perché vuole essere sicura che sia tranquillo. È già immerso nel lavoro".
di Napoli Magazine
06/07/2023 - 23:50
Raffaello Giuntoli, zio del d.s. Cristiano Giuntoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tuttosport: "In famiglia abbiamo avuto due squadre, una di ciclismo e una di calcio. Quella di ciclismo si chiamava Gruppo Sportivo San Niccolò, che aveva sede proprio a casa di Tiziano, il padre di Cristiano. Nel calcio invece, durante un periodo di crisi dell’Aglianese, che per quattro anni praticamente sparì, presero piede piccole squadre. Noi ne avevamo una che si chiamava Fulgor, con cui arrivammo a giocare a livello regionale. Come detto, ha sempre avuto una passione straordinaria fin da bambino. Per il calcio e per la Juve: mio fratello Tiziano, suo padre, era il punto di riferimento di tutti gli juventini del paese. Per Cristiano la Juve è un sogno realizzato, credo per lui sia il massimo dell’euforia. Ed è stato un lungo travaglio nell’ultimo mese e ci sono stati giorni difficili, in cui sembrava che De Laurentiis non lo avrebbe liberato. Io gli ho sempre detto che tutto si sarebbe aggiustato, magari alla fine, come è successo, ma si sarebbe aggiustato. Ora sono un paio di giorni che non lo sento perché è sempre al telefono... sua mamma lo chiama alle 2, le 3 di notte, perché vuole essere sicura che sia tranquillo. È già immerso nel lavoro".