Emanuele Giaccherini, ex attaccante di Napoli e Juventus, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco un estratto:
"A Napoli purtroppo, non sono riuscito a lasciare un segno forte. Sono arrivato a 31 anni dopo l’Europeo del 2016 e mi sembrava bello indossare di nuovo la maglia di un grande club, rifare la Champions League, lottare per il campionato come accadeva nella Juve. Purtroppo non ho avuto la possibilità di incidere, però sono stato benissimo: la gente è passionale e calorosa, vive per il calcio e per il Napoli, aspetta la partita con la Juve tutto l’anno. La città è meravigliosa, ma dal punto di vista professionale non sono riuscito a incidere: un mio rammarico, non dipeso però solo da me".
Ha giocato due Juve-Napoli. Con la Signora era la finale di Supercoppa italiana del 2012, una partita delicatissima finita ai supplementari.
"Fu rocambolesco e successe di tutto - ricordo anche le polemiche arbitrali -, ma la cosa importante fu la nostra vittoria. Eravamo le due squadre più forti e lì nacque la rivalità. Fu bello, eravamo in Cina in un contesto diverso e un po’ anormale".
E il precedente col Napoli?
"Entrai allo Juventus Stadium e ci fu un caloroso abbraccio da parte dei tifosi bianconeri, una standing ovation. La gente non dimentica, nonostante giocassi da avversario in una grande rivalità. È un orgoglio aver vissuto queste emozioni".
Che effetto le fa vedere Antonio Conte sfidare la Signora con il Napoli?
"Sarà un bellissimo incrocio. Lui è un grande professionista e fa sempre il tifo per la squadra che allena: prima all’Inter come ora al Napoli. Il suo cuore è bianconero, ha fatto la storia della Juve da calciatore e allenatore, ma è logico che ora vuole batterla. L’anno scorso ha vinto lo scudetto meritatamente: qualcosa di straordinario. Anche nelle difficoltà di quest’anno, tra risultati e infortuni, ha trovato soluzioni. È un Conte diverso: ha trasformato la squadra, cambiato vestito tattico più volte. Lo fanno solo i grandi allenatori".
Su quali tasti batte per ripetersi in campionato?
"Innanzitutto, pretende il massimo da qualsiasi giocatore dal punto di vista fisico. Sul piano mentale l’avevo sentito dire che sarebbe stato un anno complicato per il Napoli: sa cosa significa difendere il tricolore. L’anno scorso era la sorpresa dopo il decimo posto della stagione precedente, ha lavorato sotto traccia e vinto nel momento decisivo. Quest’anno invece tutti aspettano il Napoli, è la squadra da battere. Lui ha trasmesso al gruppo la mentalità necessaria per non sedersi sugli allori e, nonostante tutte le problematiche delle prime 13 partite, il Napoli è ancora lì. È importante".
C’è qualche calciatore in cui si rivede?
"Nel Napoli, Lang è un Giaccherini “prime”, l’esterno che ero prima di diventare mezzala con Conte: io ero meno esplosivo di lui, ma lui come me ama l’uno contro uno. Nella Juve dico invece Cambiaso, polivalente come me nella seconda parte di carriera. Mezzala, esterno, trequarti: dove lo metti, fa bene".
Domani che tipo di partita si aspetta?
"Lasciamo stare la classifica e guardiamo le ultime due settimane. Sarà una partita aperta tra due grandi squadre in un momento positivo: entrambe vorranno vincere. Con Conte e Spalletti, avranno di sicuro la mentalità per provarci fino alla fine".
di Napoli Magazine
06/12/2025 - 10:11
Emanuele Giaccherini, ex attaccante di Napoli e Juventus, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco un estratto:
"A Napoli purtroppo, non sono riuscito a lasciare un segno forte. Sono arrivato a 31 anni dopo l’Europeo del 2016 e mi sembrava bello indossare di nuovo la maglia di un grande club, rifare la Champions League, lottare per il campionato come accadeva nella Juve. Purtroppo non ho avuto la possibilità di incidere, però sono stato benissimo: la gente è passionale e calorosa, vive per il calcio e per il Napoli, aspetta la partita con la Juve tutto l’anno. La città è meravigliosa, ma dal punto di vista professionale non sono riuscito a incidere: un mio rammarico, non dipeso però solo da me".
Ha giocato due Juve-Napoli. Con la Signora era la finale di Supercoppa italiana del 2012, una partita delicatissima finita ai supplementari.
"Fu rocambolesco e successe di tutto - ricordo anche le polemiche arbitrali -, ma la cosa importante fu la nostra vittoria. Eravamo le due squadre più forti e lì nacque la rivalità. Fu bello, eravamo in Cina in un contesto diverso e un po’ anormale".
E il precedente col Napoli?
"Entrai allo Juventus Stadium e ci fu un caloroso abbraccio da parte dei tifosi bianconeri, una standing ovation. La gente non dimentica, nonostante giocassi da avversario in una grande rivalità. È un orgoglio aver vissuto queste emozioni".
Che effetto le fa vedere Antonio Conte sfidare la Signora con il Napoli?
"Sarà un bellissimo incrocio. Lui è un grande professionista e fa sempre il tifo per la squadra che allena: prima all’Inter come ora al Napoli. Il suo cuore è bianconero, ha fatto la storia della Juve da calciatore e allenatore, ma è logico che ora vuole batterla. L’anno scorso ha vinto lo scudetto meritatamente: qualcosa di straordinario. Anche nelle difficoltà di quest’anno, tra risultati e infortuni, ha trovato soluzioni. È un Conte diverso: ha trasformato la squadra, cambiato vestito tattico più volte. Lo fanno solo i grandi allenatori".
Su quali tasti batte per ripetersi in campionato?
"Innanzitutto, pretende il massimo da qualsiasi giocatore dal punto di vista fisico. Sul piano mentale l’avevo sentito dire che sarebbe stato un anno complicato per il Napoli: sa cosa significa difendere il tricolore. L’anno scorso era la sorpresa dopo il decimo posto della stagione precedente, ha lavorato sotto traccia e vinto nel momento decisivo. Quest’anno invece tutti aspettano il Napoli, è la squadra da battere. Lui ha trasmesso al gruppo la mentalità necessaria per non sedersi sugli allori e, nonostante tutte le problematiche delle prime 13 partite, il Napoli è ancora lì. È importante".
C’è qualche calciatore in cui si rivede?
"Nel Napoli, Lang è un Giaccherini “prime”, l’esterno che ero prima di diventare mezzala con Conte: io ero meno esplosivo di lui, ma lui come me ama l’uno contro uno. Nella Juve dico invece Cambiaso, polivalente come me nella seconda parte di carriera. Mezzala, esterno, trequarti: dove lo metti, fa bene".
Domani che tipo di partita si aspetta?
"Lasciamo stare la classifica e guardiamo le ultime due settimane. Sarà una partita aperta tra due grandi squadre in un momento positivo: entrambe vorranno vincere. Con Conte e Spalletti, avranno di sicuro la mentalità per provarci fino alla fine".