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IL COMMENTO - Mimmo Carratelli: "Napoli, luna piena e mane vacante al San Paolo"
20.04.2019 11:16 di Napoli Magazine Fonte: Mimmo Carratelli per il Roma

Luna piena e mane vacante al San Paolo. L’Arsenal vince 1-0. Non ci resta che piangere. Spazzato via dall’Europa il calcio italiano. Ieri sera, a Fuorigrotta, s’è spenta l’ultima fiammella, la fiammella azzurra del Napoli. La Juve ha fallito con Ronaldo i quarti di Champions. La Roma ne è uscita agli ottavi. L’Inter, scesa dalla Champions all’Europa League, è caduta negli ottavi del secondo torneo europeo. Fuori la Lazio ai sedicesimi di Europa League, il Milan addirittura nei gironi. L’Atalanta spacciata in partenza, nei play-off di Europa League. Ci sono sogni che muoiono all’alba e sogni che muoino nel primo tempo quando la punizione-gol di Lacazette (35’) rende ardua, problematica, praticamente impossibile la remuntada del Napoli. Barriera discutibile, Meret impietrito. Servirebbero quattro gol. Neanche uno a segno. Lo 0-2 di Londra, sette giorni fa, è risultato un punteggio secco e severo che avrebbe richiesto un’impresa, ma una grande impresa, per ribaltarlo a Napoli. Doveva essere la partita perfetta, la remuntada, il ribaltone col triccheballacche, il colpo di cannone ad annunciare l’impresa, mille violini suonati dal vento di Fuorigrotta e, poi, a impresa compiuta, il sacrosanto piatto di cozze del giovedì santo. Aveva detto Ancelotti: ci vuole coraggio, intelligenza e cuore. Dagli spalti hanno chiesto sacrificio, fiato e spirito di collaborazione. Il Napoli, l’ultima squadra rimasta in Europa, dall’Europa viene esclusa dagli inglesi dell’Arsenal, loro che con la Brexit sono i maestri delle uscite. Ancelotti presenta un Napoli nuovo, con una difesa nuova (Maksimovic, Chiriches, Koulibaly, Ghoulam), sulla linea mediana mette dentro Zielinski e Fabian Ruiz sulla fascia sinistra, Insigne inizia con Milik che a Londra giocò negli ultimi 25 minuti. Mertens in panchina, nessun tridente in partenza (Callejon, Mertens, Insigne dietro Milik). E’ un 4-4-2 che diventa 3-5-2 e 3-4-3. L’Arsenal con la difesa a tre si rintana anche a cinque in fase passiva arretrando sulla linea dei difensori gli esterni Maitland-Niles e Kolasinac. Un Arsenal arrembante in partenza intimidisce il Napoli, azzurri costretti a soffrire. Insigne è impreciso, Koulibaly prende qualche rischio, Ghoulam è intimidito da Maitland-Nils quando l’inglese spinge, Allan fa fatica, a sinistra viene avanti Kolasinac. Dopo un quarto d’ora, il Napoli risorge. Si libera dalla soggezione dell’Arsenal arrembante e attacca. Ghoulam prende coraggio, Chiriches è il migliore della difesa, Fabian Ruiz incide, si muove bene Zielinski, si riprende Insigne, Milik sembra chiuso. Fioccano le occasioni per l’impresa. La gran conclusione di Callejon sventata di piede da Cech (17’) in un rapido contropiede azzurro tre contro due. Il gol di Milik non valido per fuorigioco millimetrico (24’). Il colpo di testa del centravanti polacco a lato, tutto solo nell’area inglese (27’). Sembra che la partita giri per il Napoli. Ma arriva la doccia gelata del vantaggio di Lacazette e al Napoli non resta che giocare una partita generosa, d’orgoglio. Ora l’impresa è una chimera. Per agguantare la remuntada, bisognava evitare assolutamente di prendere il gol degli inglesi. E il gol inglese è arrivato. Non ha importanza se Ramsey deve uscire per un malanno muscolare al flessore della gamba sinistra (33’ entra Mkhitaryan). L’Arsenal gongola, il Napoli che cosa può fare? Nella ripresa entra Mertens per Maksimovic, Callejon arretra sulla linea difensiva, Fabian Ruiz passa a destra sulla fascia di Callejon. Avanti appassionatamente. Ma tutto accade come a Londra. E, come all’Emirates, Meret salva su Aubameyang tutto solo al centro dell’area azzurra (48’). Raddoppio londinese sventato, è una partita disperata e gli azzurri danno tutto quello che hanno e che possono. L’Arsenal guarda, lascia fare e chiude, pronto a ripartire pericolosamente. Esce Insigne (61’ entra Younes) dopo avere regalato una palla-gol a Cech. Il Napoli continua ad attaccare, l’Arsenal non fa una piega, affolla la sua area e non concede conclusioni nello specchio. Fuori il colpo di testa di Mertens (63’), deviato il tiro di Milik (66’), alto il tiro di Callejon (67’), fuori il drop dalla distanza di Milik (72’), fuori il sinistro di Zielinski (77’). Mario Rui che entra (molto bene) per Ghoulam (71’) scodella un cross invitante che Milik non sfrutta. Neanche il premio di un gol nel finale tutto avanti in cui il Napoli avrebbe meritato il pareggio contro il 5-4-1 dell’Arsenal. Gli inglesi hanno spazzato via tutti i cross degli azzurri. Malinconia, per favore va’ via. Ma è andata così. Non è più il Napoli di autunno e della Champions contro Paris Saint Germain e Liverpool e questo spiega il finale di stagione. Non c’è più il miglior Allan, per dirne una. Non c’è più un sogno.

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20/04/2024 - 11:16

Luna piena e mane vacante al San Paolo. L’Arsenal vince 1-0. Non ci resta che piangere. Spazzato via dall’Europa il calcio italiano. Ieri sera, a Fuorigrotta, s’è spenta l’ultima fiammella, la fiammella azzurra del Napoli. La Juve ha fallito con Ronaldo i quarti di Champions. La Roma ne è uscita agli ottavi. L’Inter, scesa dalla Champions all’Europa League, è caduta negli ottavi del secondo torneo europeo. Fuori la Lazio ai sedicesimi di Europa League, il Milan addirittura nei gironi. L’Atalanta spacciata in partenza, nei play-off di Europa League. Ci sono sogni che muoiono all’alba e sogni che muoino nel primo tempo quando la punizione-gol di Lacazette (35’) rende ardua, problematica, praticamente impossibile la remuntada del Napoli. Barriera discutibile, Meret impietrito. Servirebbero quattro gol. Neanche uno a segno. Lo 0-2 di Londra, sette giorni fa, è risultato un punteggio secco e severo che avrebbe richiesto un’impresa, ma una grande impresa, per ribaltarlo a Napoli. Doveva essere la partita perfetta, la remuntada, il ribaltone col triccheballacche, il colpo di cannone ad annunciare l’impresa, mille violini suonati dal vento di Fuorigrotta e, poi, a impresa compiuta, il sacrosanto piatto di cozze del giovedì santo. Aveva detto Ancelotti: ci vuole coraggio, intelligenza e cuore. Dagli spalti hanno chiesto sacrificio, fiato e spirito di collaborazione. Il Napoli, l’ultima squadra rimasta in Europa, dall’Europa viene esclusa dagli inglesi dell’Arsenal, loro che con la Brexit sono i maestri delle uscite. Ancelotti presenta un Napoli nuovo, con una difesa nuova (Maksimovic, Chiriches, Koulibaly, Ghoulam), sulla linea mediana mette dentro Zielinski e Fabian Ruiz sulla fascia sinistra, Insigne inizia con Milik che a Londra giocò negli ultimi 25 minuti. Mertens in panchina, nessun tridente in partenza (Callejon, Mertens, Insigne dietro Milik). E’ un 4-4-2 che diventa 3-5-2 e 3-4-3. L’Arsenal con la difesa a tre si rintana anche a cinque in fase passiva arretrando sulla linea dei difensori gli esterni Maitland-Niles e Kolasinac. Un Arsenal arrembante in partenza intimidisce il Napoli, azzurri costretti a soffrire. Insigne è impreciso, Koulibaly prende qualche rischio, Ghoulam è intimidito da Maitland-Nils quando l’inglese spinge, Allan fa fatica, a sinistra viene avanti Kolasinac. Dopo un quarto d’ora, il Napoli risorge. Si libera dalla soggezione dell’Arsenal arrembante e attacca. Ghoulam prende coraggio, Chiriches è il migliore della difesa, Fabian Ruiz incide, si muove bene Zielinski, si riprende Insigne, Milik sembra chiuso. Fioccano le occasioni per l’impresa. La gran conclusione di Callejon sventata di piede da Cech (17’) in un rapido contropiede azzurro tre contro due. Il gol di Milik non valido per fuorigioco millimetrico (24’). Il colpo di testa del centravanti polacco a lato, tutto solo nell’area inglese (27’). Sembra che la partita giri per il Napoli. Ma arriva la doccia gelata del vantaggio di Lacazette e al Napoli non resta che giocare una partita generosa, d’orgoglio. Ora l’impresa è una chimera. Per agguantare la remuntada, bisognava evitare assolutamente di prendere il gol degli inglesi. E il gol inglese è arrivato. Non ha importanza se Ramsey deve uscire per un malanno muscolare al flessore della gamba sinistra (33’ entra Mkhitaryan). L’Arsenal gongola, il Napoli che cosa può fare? Nella ripresa entra Mertens per Maksimovic, Callejon arretra sulla linea difensiva, Fabian Ruiz passa a destra sulla fascia di Callejon. Avanti appassionatamente. Ma tutto accade come a Londra. E, come all’Emirates, Meret salva su Aubameyang tutto solo al centro dell’area azzurra (48’). Raddoppio londinese sventato, è una partita disperata e gli azzurri danno tutto quello che hanno e che possono. L’Arsenal guarda, lascia fare e chiude, pronto a ripartire pericolosamente. Esce Insigne (61’ entra Younes) dopo avere regalato una palla-gol a Cech. Il Napoli continua ad attaccare, l’Arsenal non fa una piega, affolla la sua area e non concede conclusioni nello specchio. Fuori il colpo di testa di Mertens (63’), deviato il tiro di Milik (66’), alto il tiro di Callejon (67’), fuori il drop dalla distanza di Milik (72’), fuori il sinistro di Zielinski (77’). Mario Rui che entra (molto bene) per Ghoulam (71’) scodella un cross invitante che Milik non sfrutta. Neanche il premio di un gol nel finale tutto avanti in cui il Napoli avrebbe meritato il pareggio contro il 5-4-1 dell’Arsenal. Gli inglesi hanno spazzato via tutti i cross degli azzurri. Malinconia, per favore va’ via. Ma è andata così. Non è più il Napoli di autunno e della Champions contro Paris Saint Germain e Liverpool e questo spiega il finale di stagione. Non c’è più il miglior Allan, per dirne una. Non c’è più un sogno.

Fonte: Mimmo Carratelli per il Roma