A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio, è intervenuto Cristian Bucchi, doppio ex di Napoli e Cagliari: "Quanto pesa la maglia in attacco a Cagliari? Molto. C’è una grande storia, un grande senso di appartenenza. C’è una difficoltà di classifica che stimola le necessità di punti e passano dal gioco propositivo di una squadra, inevitabilmente dai gol e dall’incisività degli attaccanti. Io forte in Serie B? Parlo per me, ma credo di poter parlare per qualcun altro, tipo Coda che conosco e l’ho allenato. C’erano due fattori: uno tecnico, per cui avevo necessità di giocare in squadre che attaccassero spesso e questo ovviamente mi era consentito più in Serie B; in più, il fatto che alcuni hanno necessità di sentire sulle spalle responsabilità e fiducia. Io ho fatto 50 gol in due stagioni, sono arrivato poi a Napoli carichissimo e ho fatto 8 gol giocando 16 partite sommando i minuti. Nel momento in cui sono stato ‘privato’ delle mie responsabilità, quindi della fiducia dell’allenatore, mi sono sentito un passaggio a vuoto. È un limite. A Cagliari leader? No, sono arrivato in un momento particolare, la squadra inseguiva la Serie A da anni, c’era un parco clamoroso di attaccanti, ma anche lì segnai pochissimo. Gigi Riva? Ho avuto il piacere di conoscerlo. Una persona di poche parole, ma di tanti fatti, aveva dentro l’animo sardo. Aveva un forte senso di appartenenza. Lui era il Maradona di Napoli. Cagliari-Napoli? Sono molto curioso. Calzona ha trovato una squadra moralmente carica per la partita contro il Barcellona, l’emotività è tutta in queste partite, però con tanti problemi psicologici. Lui è stato bravo a dare equilibrio con il suo 4-3-3 ordinato, semplice, rimettendo tutti a loro posto. Il Napoli contro il Barcellona ha tenuto la qualificazione aperta, fatto una buona prestazione, una partita onesta. Contro il Cagliari è una partita completamente diversa. Devi vincere e fare una partita complicata. L’Unipol Arena è uno stadio caldo, l’allenatore è esperto e intelligente, capisce i momenti e sa preparare le partite, ma il Napoli deve vincere bene questa partita".
di Napoli Magazine
23/02/2024 - 20:24
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio, è intervenuto Cristian Bucchi, doppio ex di Napoli e Cagliari: "Quanto pesa la maglia in attacco a Cagliari? Molto. C’è una grande storia, un grande senso di appartenenza. C’è una difficoltà di classifica che stimola le necessità di punti e passano dal gioco propositivo di una squadra, inevitabilmente dai gol e dall’incisività degli attaccanti. Io forte in Serie B? Parlo per me, ma credo di poter parlare per qualcun altro, tipo Coda che conosco e l’ho allenato. C’erano due fattori: uno tecnico, per cui avevo necessità di giocare in squadre che attaccassero spesso e questo ovviamente mi era consentito più in Serie B; in più, il fatto che alcuni hanno necessità di sentire sulle spalle responsabilità e fiducia. Io ho fatto 50 gol in due stagioni, sono arrivato poi a Napoli carichissimo e ho fatto 8 gol giocando 16 partite sommando i minuti. Nel momento in cui sono stato ‘privato’ delle mie responsabilità, quindi della fiducia dell’allenatore, mi sono sentito un passaggio a vuoto. È un limite. A Cagliari leader? No, sono arrivato in un momento particolare, la squadra inseguiva la Serie A da anni, c’era un parco clamoroso di attaccanti, ma anche lì segnai pochissimo. Gigi Riva? Ho avuto il piacere di conoscerlo. Una persona di poche parole, ma di tanti fatti, aveva dentro l’animo sardo. Aveva un forte senso di appartenenza. Lui era il Maradona di Napoli. Cagliari-Napoli? Sono molto curioso. Calzona ha trovato una squadra moralmente carica per la partita contro il Barcellona, l’emotività è tutta in queste partite, però con tanti problemi psicologici. Lui è stato bravo a dare equilibrio con il suo 4-3-3 ordinato, semplice, rimettendo tutti a loro posto. Il Napoli contro il Barcellona ha tenuto la qualificazione aperta, fatto una buona prestazione, una partita onesta. Contro il Cagliari è una partita completamente diversa. Devi vincere e fare una partita complicata. L’Unipol Arena è uno stadio caldo, l’allenatore è esperto e intelligente, capisce i momenti e sa preparare le partite, ma il Napoli deve vincere bene questa partita".